30 maggio - GIOVANNA D'ARCO, l'amor patrio e la lotta per la verità.
Autore: Silvio Restelli. Curatore: don Gabriele Mangiarotti.Oggi 30 maggio ricordiamo SANTA GIOVANNA D’ARCO (Domrémy, Francia, 1412 circa - Rouen, Francia, 30 maggio 1431), una figura molto nota, ma solo superficialmente. L’esempio di questa Santa ci parla dell’amore alla Patria e di pace secondo il più genuino pensiero del Cristianesimo. Ma evidentemente santa Giovanna d’Arco fa gola per la fine della sua vita dove si crede che la Chiesa abbia sbagliato per poi ammettere l’errore commesso. In realtà le cose non andarono proprio in questo modo. Che dire allora di questa Santa?
I FATTI.
Prima di tutto vanno fornite le notizie storiche. Giovanna d’Arco nacque da una famiglia di contadini, a Domremy nell’anno 1412. Durante la Guerra dei Cento anni (1337-1453) si sentì chiamata da Dio a soccorrere il re di Francia e a scacciare gli Inglesi dal suolo francese. Nel 1429 raggiunse il Delfino Carlo (futuro Carlo VII) nella città di Chinon, convincendolo ad affidarle il compito di tentare un’offensiva contro gli Inglesi.
Riuscì a farsi accreditare presso la corte grazie a carismi straordinari che ella riusciva a manifestare. Liberata Orleans dall’assedio (8 maggio 1429), vittoria che le valse il titolo di “Pulzella di Orleans”, dopo qualche giorno (18 maggio 1429) ottenne una nuova vittoria: a Patay inflisse una dura sconfitta alle armate inglesi.
Queste due vittorie permisero la conquista del territorio francese fino a Reims e quindi l’incoronazione solenne del Delfino con il nome di Carlo VII. Reims era infatti la città dove da secoli avvenivano le consacrazioni dei re di Francia. Ma, una volta incoronato re, Carlo VII fu preso dal tipico spirito di compromesso di molti politici e decise di trattare con gli Inglesi.
Giovanna non ci stette e decise di continuare a combattere da sola, senza l’appoggio della Corona. Il 24 maggio del 1430 fu catturata dai Borgognoni, i quali erano dalla parte degli Inglesi e a questi fu venduta per 10.000 tornesi. Venne imprigionata nel Castello di Rouen e qui processata per eresia e stregoneria.
In realtà si trattava di un FALSO TRIBUNALE DELL’INQUISIZIONE con giudici simoniaci e prezzolati dagli Inglesi. ?Condannata, venne arsa viva sulla piazza del Mercato Vecchio a Rouen il 30 maggio 1431. Carlo VII non fece nulla per aiutarla; però, dopo la conquista di Rouen (1450), volle aprire un’inchiesta sul processo che PORTÒ ALLA COMPLETA RIABILITAZIONE DELLA SANTA; era l’anno 1456. Giovanna d’Arco fu beatificata nel 1909 da papa san Pio X e canonizzata nel 1920 da papa Benedetto XV.
Cosa ci insegna santa Giovanna d’Arco? Dalla vita di questa grande Santa possiamo capire almeno tre cose:
- l’amor patrio è un valore cristiano;
- combattere deve essere sempre una “extrema ratio” (rimedio estremo);
- bisogna lottare per la verità e non per il potere.
1) L’amor patrio è un valore cristiano. Come l’uomo, per Volontà di Dio, nasce ordinariamente in una famiglia, così l’uomo, altrettanto ordinariamente, nasce e cresce all’interno di una Nazione; e come l’uomo deve molto alla sua famiglia, così deve anche molto alla sua Nazione. Come deve amare la propria famiglia, deve amare anche la propria Nazione. L’amore per la propria Patria è dunque un valore cristiano.
Da qui si capisce che per il cristiano è un dovere difendere la Patria, così come è un dovere difendere la propria famiglia e la propria piccola comunità di appartenenza. Difendere la propria Patria significa anche potere e dovere in alcuni casi combattere per essa. Quando una Nazione viene ingiustamente aggredita e non c’è altro mezzo diplomatico e incruento per scongiurare l’aggressione, la Nazione aggredita ha il dovere di difendere se stessa anche con le armi.
C’è differenza tra la ricerca e il rispetto per la pace e il pacifismo. La pace è un valore grande, enorme, ma non è al di sopra di tutti; più in alto vi è il valore della giustizia, per cui quando la giustizia viene calpestata e offesa e non c’è altro mezzo incruento per risolvere la questione, si può e si deve combattere.
2) Combattere deve essere sempre una “extrema ratio”.
Usare le armi non può mai essere un divertimento, una passione, ma sempre un rimedio estremo. Non è senza significato che nel caso di santa Giovanna d’Arco la Provvidenza non scelse un cavaliere della corte francese avvezzo alle armi, nemmeno una donna di corte, bensì una ragazza che mai avrebbe pensato di mettersi a capo di un esercito. Una fanciulla di umilissime origini, analfabeta, che svolgeva uno dei più miseri mestieri: la guardiana di oche. Viene da pensare a colui che nell’Antico Testamento fu scelto da Dio per combattere il gigante Golia, il fulvo e gracile pastorello Davide.
3) Lottare per la Verità e non per il potere.
Mentre Carlo VII si adattò alla convenienza del momento cercando di trattare; santa Giovanna volle giustamente andare fino in fondo.
È il ragionamento dei santi, che seguono la Verità costi quel che costi, e non il mondo né il plauso della folla. Santa Giovanna d’Arco non lottò per il successo, né per coltivare chissà quale ambizione, ma per servizio, per servizio della Verità e del suo popolo.?E per tutto questo affrontò le prove più terribili... persino il martirio. (Corrado Gnerre)