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28 giugno - MARIO APOLLONIO, partigiano e maestro di teatro e letteratura.

Autore: Silvio Restelli. Curatore: Mangiarotti don Gabriele.

Mario Apollonio (Ortano, 28 settembre 1901 – Milano, 28 giugno 1971) fu grande storico del teatro, critico letterario, scrittore, docente universitario e antifascista italiano.

Si laurea nel 1923 in filologia moderna discutendo una tesi sul linguaggio nella Commedia dell'Arte e, intrapresa la carriera di insegnante liceale, diventa ben presto anche docente accademico di letteratura italiana presso le università di Oslo, Urbino e la Cattolica di Milano, dove nel 1955 ebbe la prima cattedra di Storia del teatro in Italia.

La carriera accademica lo vede come studioso del teatro, in un'epoca nella quale la disciplina della storia del teatro non era ancora nata: in tal senso, Apollonio è tra i precursori del genere.
Riuscì, in effetti, a rendere tangibile in forma di saggio ciò che era sempre stato considerato effimero ed evanescente, ossia l'arte teatrale nel suo complesso e non solo dal punto di vista del testo letterario. Con Apollonio si approfondiscono e in alcuni casi si avviano gli studi sull'interpretazione, la teatrografia e lo studio del testo teatrale in vista della sua rappresentazione e non solo dal punto di vista letterario.


Animatore culturale, fu con Giorgio Strehler, Virgilio Tosi e Paolo Grassi fra i promotori della nascita del Piccolo Teatro di Milano (da cui si allontanò in breve per disaccordo con Grassi e Strehler).
Progettò la rivista "Drammaturgia" e scrisse un'imponente Storia del teatro italiano oltre che varie opere su autori italiani e la letteratura del paese. Nel 1961 fonda e dirige a Bergamo la Scuola Superiore di Giornalismo e Mezzi Audiovisivi.
Alla sua memoria è dedicato il Teatro Mario Apollonio di Varese.

Nella Resistenza
Assieme a Teresio Olivelli, Carlo Bianchi, David Maria Turoldo, Giovanni Barbareschi, Dino Del Bo, partecipa agli incontri che porteranno alla fondazione del giornale "Il Ribelle".
Il giornale delle Brigate Fiamme Verdi esce, quando può, per 26 numeri, correndo grandi rischi sia per stamparlo sia poi per distribuirlo. Infatti uno dei tipografi Franco Rovida e lo stesso Teresio Olivelli, finiranno la loro esistenza in un campo di concentramento.

Ecco un giudizio di padre Fabro sullo scrittore Eugenio Corti e di conseguenza sull'opera di Mario Apollonio.

"Che meraviglia allora se i seminari oggi nella quasi totalità si sono svuotati? L’opera eroica di professori del calibro di Mario Apollonio, emarginato all’Università Cattolica per la sua resistenza impavida, ed ora passato all’eternità, e di Gabrio Lombardi della Statale di Milano, ideatore e presidente del Comitato antidivorzista, era caduta nel vuoto perché le anime di troppi cattolici si erano svuotate, la fede spenta anche in certi pastori allontanatisi scandalosamente da ogni dimensione soprannaturale. La speranza avrebbe cominciato a risvegliarsi - nota con coraggio il Corti - soltanto più tardi, quando Iddio, dopo tante disfatte, avrebbe fatto alla sua Chiesa "l’immenso dono del papa polacco: un papa di nuovo ‘pietra’ e ‘roccia’ finalmente!". ?[...] Il cavallo rosso è certamente anche il romanzo del trionfo cristiano del bene sul male, ma non qui in terra come ne "I promessi sposi", bensì nella luce eterna di Dio, che non conosce tramonto. Tale sembra lo schema di questo romanzo che può dirsi anche la lettura cristiana in filigrana della storia della Chiesa italiana del post-concilio in un settore paradigmatico e privilegiata com’è la Brianza, la Vandea d’Italia. Romanzo unico nel suo genere.
[...] A quando una degna visione televisiva? Se fosse tale da rendere fedelmente il libro, essa potrebbe avviare un autentico risveglio spirituale di tutta la nazione."