28 dicembre - Santi innocenti martiri, il grido dei piccoli vittime della violenza.
Autore: Silvio Restelli. Curatore: don Gabriele Mangiarotti.Oggi 28 Dicembre ricordiamo tutti i SANTI INNOCENTI MARTIRI, in riferimento a quei bambini che a Betlemme di Giudea furono uccisi dall’empio re Erode, perché insieme ad essi morisse il bambino Gesù che i Magi avevano adorato; onorati come martiri fin dai primi secoli e primizia di tutti coloro che avrebbero versato il loro sangue per Dio e per l’Agnello.
Le voci delle piccole vittime della VIOLENZA DI OGNI TEMPO E DI OGNI LUOGO OGGI SI FANNO SENTIRE FORTE grazie a questa celebrazione.
Nel loro dolore c'è la sofferenza di tutti quei piccoli che ancora oggi pagano l'egoismo degli adulti. La scena proposta dalla liturgia oggi colpisce al cuore: il re della Giudea, spaventato da ciò che Gesù avrebbe potuto diventare, ovvero un nuovo “sovrano” come annunciato dai Magi, decise di far uccidere tutti i bambini nati alla stessa epoca.
La provocazione è oggi molto attuale: gli adulti sono pronti a lasciare che le nuove generazioni diventino ciò a cui sono chiamate o preferiscono soffocare il loro destino per evitare ogni “rischio”? Credere significa anche dare credito al futuro, affidarsi totalmente a un neonato inerme, nato in una “periferia” e adagiato in una mangiatoia.
Il vero innocente agli occhi di Dio è la creatura che non conosce malizia, non conosce menzogna, non conosce bruttura e nessuno è più innocente di un bambino che si affida totalmente, perdutamente e con amore a sua madre. Questo affidarsi ciecamente, oggi, è divenuto molto pericoloso, poiché l’Innocenza viene minata fin dal principio e non soltanto con l’eliminazione su vasta scala della persona (l’aborto), ma anche con l’eliminazione dell’integrità morale e con l’inoculazione di idee contro la Fede, contro il diritto naturale (si pensi alla teoria del gender), contro la ragione. (Cristina Siccardi)
Scriveva nel 1912 CHARLES PEGUY nel suo “Le Mystère des Saints Innocents”:
«Si mandano i figli a scuola, dice Dio. Io penso che sia perché dimentichino il poco che sanno. Si farebbe meglio a mandare a scuola i genitori. Son loro che ne hanno bisogno. Ma naturalmente ci vorrebbe una scuola di Me. E non una scuola di uomini. Si crede che i bambini non sappiano nulla. E che i genitori e le persone grandi sappiano qualcosa.
ORA IO VE LO DICO, È IL CONTRARIO. (È sempre il contrario). SONO I GENITORI, SONO LE PERSONE GRANDI CHE NON SANNO NULLA. E SONO I BAMBINI CHE SANNO. TUTTO. PERCHÉ ESSI HANNO L’INNOCENZA PRIMA. CHE È TUTTO.
Anche la vita è una scuola, dicono. Vi si impara tutti i giorni. La conosco, questa vita che comincia col battesimo e finisce con l’estrema unzione. È un’usura perpetua, un costante, un crescente avvizzimento. Si scende sempre. Si riempiono d’esperienza, dicono; guadagnano esperienza; imparano a vivere; di giorno in giorno accumulano esperienza.
Singolare tesoro, dice Dio. Tesoro di vuoto e di carestia. Tesoro di rughe e di inquietudini. Quello che voi chiamate esperienza, la vostra esperienza, io la chiamo dispersione, la diminuzione, la decrescenza, la perdita della speranza. ORA È L’INNOCENZA CHE È PIENA ED È L’ESPERIENZA CHE È VUOTA. È L’INNOCENZA CHE VINCE ED È L’ESPERIENZA CHE PERDE. È L’INNOCENZA CHE È GIOVANE ED È L’ESPERIENZA CHE È VECCHIA. È L’INNOCENZA CHE SA ED È L’ESPERIENZA CHE NON SA. È IL BAMBINO CHE È PIENO ED È L’UOMO CHE È VUOTO»