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27 Ottobre - ENRICO MATTEI: il modello di sviluppo autonomo italiano.

Fonte:
CulturaCattolica.it
Viene assassinato ENRICO MATTEI (Acqualagna, 29 aprile 1906 – Bascapè, 27 ottobre 1962. La domanda è: muore anche il modello di sviluppo autonomo del Paese?

Oggi, il 27 ottobre, nel 1962 a Pavia cade il bireattore dell’ingegnere ENRICO MATTEI, presidente dell’ENI. Il 20 febbraio 2003, sempre a Pavia. Il procuratore Vincenzo Calia chiude l’inchiesta per la morte di Enrico Mattei e chiede l’archiviazione del caso. Nessun colpevole è stato individuato, ma sono state raggiunte le prove che “l’aereo fu dolosamente abbattuto”.

Ma chi fu Mattei? Un imprenditore pubblico che cercò di dare al suo Paese una POLITICA ENERGETICA E PERCIÒ ECONOMICA AUTONOMA, CAPACE DI SOTTRARSI AI MONOPOLI ESISTENTI E DI SVILUPPARE NEL MEDITERRANEO UN RUOLO INNOVATIVO PER SÉ E PER LA GRAN PARTE DEI PAESI AFRICANI.
Se il suo progetto fosse riuscito gli equilibri mondiali si sarebbero profondamente modificati e l’Italia – che solo nel secondo dopoguerra entra a far parte dei paesi industrializzati - avrebbe realizzato un modello di sviluppo economico-industriale capace di funzionare come catalizzatore dei paesi cosiddetti in “via di sviluppo”

Ecco il bel servizio di Sergio Zavoli per
"La storia siamo noi".

Per la sua vita clicca qui.

Durante la Resistenza Mattei si avvicinò alla Democrazia Cristiana e si batté da partigiano nelle brigate cattoliche. Dopo la guerra il Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia lo nominò commissario straordinario per la gestione dell’AGIP.
Avrebbe dovuto liquidare la grande impresa pubblica per cedere ai privati il controllo dell’energia italiana. MA MATTEI SI OPPOSE ALLA LIQUIDAZIONE VOLUTA DAGLI AMERICANI E DALLE GRANDI IMPRESE ITALIANE. ORDINÒ IL PROSEGUIMENTO DELL’ATTIVITÀ MINERARIA DELL’AZIENDA CHE ALL’INIZIO DEL 1946 TROVÒ IL METANO.
Le azioni dell’AGIP salivano e il gas arrivava in tutte le case italiane. Si rafforzava in quegli anni il progetto di Mattei. Divenne Presidente dell’ENI.

Nel 1953 l’industria pubblica aveva l’esclusiva dell’estrazione mineraria e Mattei lavorava per raggiungere un grande obiettivo politico ed economico: l’autonomia energetica dell’Italia, ovvero, la possibilità di comprare il petrolio direttamente dai paesi produttori. Per questo Mattei non poté evitare la sfida con le “sette sorelle”, le grandi imprese petrolifere che monopolizzano il mercato del greggio. Cercò contatti diretti con la Libia, il Marocco, l’Iran, l’Egitto e l’Unione sovietica.
Stipulò con loro accordi molto vantaggiosi. Era convinto, come dichiarava ad un convegno, che: “la politica del monopolio americano è finita. Le nuove realtà politiche dei paesi produttori di petrolio rendono possibile un nuovo sistema, basato su accordi diretti tra paesi produttori e paesi consumatori di petrolio.”

Per realizzare il suo progetto non esitò a stabilire rapporti importanti con i partiti politici, a cercare il sostegno della stampa, a fondare un giornale: "Il Giorno".
Ma tanti, troppi interessi, si opposero alla realizzazione del suo progetto, che, del resto, morì con lui. Con Mattei finì, in Italia, l’idea di una politica energetica autonoma e di uno sviluppo industriale non dipendente dagli Stati Uniti?
La sua morte lascia irrisolti numerosi interrogativi che ancora pesano sulla storia recente dell'Italia, ma soprattutto è ancora sospesa la risposta alla precedente domanda.

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