27 marzo - PADRE GIUSEPPE AMBROSOLI (Ronago, 25 luglio 1923 – Lira - Uganda 27 marzo 1987): salviamo l'Africa con gli africani.

Oggi 27 marzo ricordiamo (oltre a Ezio Tarantelli brillante economista italiano ucciso a Roma dalle Brigate Rosse nel 1985, padre Giuseppe Ambrosoli sacerdote, medico e missionario italiano, venerato come servo di Dio dalla chiesa cattolica, che operò in Uganda per trentunanni, dove sviluppò l’ospedale di Kalongo, assistendo la popolazione del distretto come medico, chirurgo e ginecologo, e dove morì sfinito dalle sofferenze patite durante la Seconda guerra civile dell'Uganda.

Nacque a Ronago, nella diocesi di Como, il padre Giovanni Battista apparteneva alla famosa famiglia dell’industria del miele Ambrosoli.
Studiò presso il ginnasio “A. Volta” di Como e dopo, seguendo la tradizione di famiglia, andò a studiare a Genova presso l’Istituto dei Padri Scolopi. Tornato a Como per frequentare il liceo, conseguì la maturità classica nel 1942.

In questo periodo fece parte del gruppo diocesano di azione Cattolica del Cenacolo animato dal francescano Silvio Riva. Si iscrisse poi alla Facoltà di Medicina e Chirurgia di Milano, ma dovette interrompere gli studi a causa della guerra.
Dopo l’8 settembre 1943, rischiando la vita, si impegnò per aiutare a rifugiarsi in Svizzera un gran numero di ebrei, di ex militari, di renitenti alla leva della R.S.I., che senza il suo aiuto sarebbero finiti nei campi di concentramento nazisti. Dopo averli rifocillati, nottetempo li guidava a varcare il confine svizzero che era poco distante dalla sua casa. Infine, temendo di essere catturato egli stesso, si rifugiò in Svizzera.
Quando però i genitori gli fecero sapere che erano stati minacciati di rappresaglie se non si presentava alla chiamata alla leva dell’esercito di Salò, che gli era stata recapitata il 27 marzo 1944, Giuseppe non esitò a rientrare in Italia e a presentarsi alle autorità della Repubblica di Salò, fu quindi arruolato e mandato in Germania, nel campo di addestramento di Heuberg-Stetten, vicino Stoccarda, dove si prodigò per aiutare e sostenere moralmente i compagni spesso fiaccati dal duro addestramento e dal disprezzo dei tedeschi.
In questo periodo maturò in lui la vocazione missionaria, come riferì poi il medico Luciano Giornazzi, suo commilitone. Rientrò in Italia nel dicembre 1944 e fu mandato a Collecchio, nei pressi di Parma e successivamente a Berceto, dove ancora molti abitanti ricordano questo giovane soldato che aiutava i poveri.
Finita la guerra riuscì a riprendere gli studi di medicina solo nel novembre 1946 per laurearsi il 28 luglio 1949.

Dopo, per essere meglio preparato per la vita missionaria, volle andare a studiare medicina tropicale presso la Scuola di Igiene e Medicina Tropicale di Londra. Di ritorno in Italia scelse di entrare nella congregazione dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù, preferendola ad altre congregazione missionarie anche perché gli avrebbe consentito di andare in terra di missione in tempi brevi.

Così il 18 ottobre 1951 entrò come novizio nella casa dei comboniani a Gozzano; due anni dopo emise i primi voti, e infine, dopo gli studi di teologia compiuti a Venegono, il 17 dicembre 1955 fu ordinato sacerdote dall’Arcivescovo di Milano, mons. Giovanni Battista Montini, (il futuro papa Paolo VI).
?Il 1° febbraio 1956 partì per l’Uganda, destinato alla diocesi di Gulu; lì fu mandato per un breve periodo a Kalongo, dove c’era solo un piccolo dispensario. Padre Ambrosoli si rimboccò le maniche e si dedicò alla costruzione di un ospedale, contemporaneamente completò gli studi di teologia nel seminario di Lacor, dedicandosi anche allo studio della lingua Acioli, parlata localmente. In breve tempo l’ospedale di Kalongo si ingrandì e si arricchì di reparti, fino ad avere circa 350 posti letto e diventando ben presto un punto di riferimento per l’intera Africa centro-orientale. Ambrosoli si dedicò in particolare alla chirurgia e all’ostetricia, sfruttando i brevi periodi di vacanza in Italia per aggiornarsi professionalmente.

Nel 1959, seguendo l’idea di Comboni di “Salvare l’Africa con l’Africa” coadiuvato dalle suore comboniane, fondò una scuola per ostetriche e infermiere che contribuì al miglioramento della qualità dell’assistenza sanitaria ugandese. Nel 1972 associò al suo ospedale anche i lebbrosari di Alito e Morulem.
Nel 1963 la fondazione Carlo Erba gli assegnò il Premio Missione del Medico. Nel 1985 l’Ordine dei Medici di Milano gli diede il Premio Pozzi Samuel Una vita per la medicina. Ambrosoli accettò questi premi con molta riluttanza, affermando che non li meritava.
Con l’ascesa al potere di Idi Amin Dada che temeva il predominio degli acioli e dei langi nell'esercito e ne aveva iniziato la persecuzione, con uccisioni in massa, l’attività di padre Ambrosoli cominciò a subire impedimenti e persecuzioni. L’ospedale di Kalongo durante la seguente guerra ugandese-tanzaniana si prodigò per assistere i feriti di tutte le parti. Il lungo periodo di instabilità che seguì a questa guerra, culminò poi il 13 febbraio 1987 nell’evacuazione forzata dell’ospedale di Kalongo. Le truppe governative, per paura che i ribelli si impadronissero di esso, costrinsero padre Ambrosoli a chiuderlo e a trasferire i pazienti e tutto il personale a Lira. Egli riuscì a mettere tutti in salvo, sottoponendosi a sforzi e sacrifici enormi, che colpendo gravemente il suo organismo già minato da una grave insufficienza renale, causarono la sua morte, avvenuta il 27 marzo 1987.

Preghiera per la canonízzazione di padre Giuseppe Ambrosoli

O Padre, tu guardi compassionevole
ogni uomo piagato
nel corpo e nello spirito
e mostri la tua benevolenza
nell'opera di chi si dedica ad alleviare l'altrui sofferenza.

Ti ringraziamo per aver suscitato la vocazione missionaria
nel cuore dei giovane medico Giuseppe Ambrosoli.
Egli riconobbe la vera ricchezza dell'uomo
nell'amicizia con Cristo e ha fatto dono
della sua professione ai fratelli più poveri.

Ci uniamo con tutti coloro che in terra di Uganda
lo invocano e riconoscono in lui
un umile e accogliente servo del Signore.

Concedi a noi, per sua intercessione,
la grazia che ti chiediamo...
Maria SS., Madre della vita, ci ottenga dal Figlio suo
la gioia di vedere Padre Giuseppe beatificato.
Così nella Chiesa brillerà il suo esempio
di fedeltà al Maestro e la sua professione apparirà,
come fu, amore supremo verso i fratelli. Amen.
Tre Gloria alla SS.ma Trinità

Con approvazione ecclesiastica
+Alessandro Maggiolini, Vescovo di Como