2 settembre - MARGHERITA GUARDUCCI: la tomba di San Pietro.
Autore: Restelli Silvio. Curatore: Mangiarotti don Gabriele.Oggi 2 settembre ricordiamo tre persone in modo particolare, la grande archeologa MARGHERITA GUARDUCCI (Firenze, 20 dicembre 1902 – Roma, 2 settembre 1999) a cui dobbiamo - tra le altre cose - la scoperta definitiva della tomba di san Pietro; il leader del Vietnam HO-CHI-MINH (1969); e il grande chef VITTORIO PASTORI (1994) conosciuto come DON VITTORIONE, che si dedicò in modo efficace all'aiuto all'Africa (Uganda) dopo aver abbandonato la sua professione di chef affermato ed essersi fatto prima diacono e poi sacerdote.
Alla prima dobbiamo - tra le altre cose - la scoperta definitiva della tomba e delle reliquie di san Pietro.
Vedi qui.
Ecco come la ricorda un'altra grande studiosa del mondo antico recentemente scomparsa, Marta Sordi:
"È merito soprattutto di Margherita Guarducci la più grande, forse, epigrafista del nostri tempi, scomparsa da pochi anni, avere individuato, con un’indagine condotta per molti anni in mezzo a difficoltà e a polemiche, e attenta sempre ai dati risultanti dalle fonti e alle conferme emergenti da un lavoro interdisciplinare, LA TOMBA E LE RELIQUIE DI PIETRO.
I punti fondamentali della sua dimostrazione sono i seguenti:
1) Sotto la Basilica costantiniana e nelle sue immediate vicinanze esisteva un sepolcreto le cui tombe più antiche risalgono al I secolo d.C., all’epoca cioè del martirio dell’Apostolo.
2) Sotto il luogo nel quale, nell’attuale basilica, sorge l’altare papale, c’è un’edicola funeraria risalente al 160 circa d.C. e da identificare con il “trofeo” di cui parla Gaio.
3) Sul “muro rosso”, a cui l’edicola è addossata, c’è un graffito in greco databile alla stessa epoca dell’edicola, con le parole "Petros eni", “Pietro è qui dentro”.
4) Il cosiddetto “muro g”, vicinissimo all’edicola, é pieno di graffiti, risalenti al III e IV secolo, che invocano, con un singolare sistema di crittografia mistica (applicando valori simbolici ad alcune lettere, congiungendo due o più lettere per esprimere concetti religiosi, trasfigurando lettere in simboli cristiani) i nomi di Cristo, Maria e Pietro, e rivelano la devozione dei pellegrini.
5) Le ossa di Pietro si trovavano originariamente sotto l’edicola del II secolo, e furono poste, al tempo di Costantino, nel loculo marmoreo apprestato nello spessore del “muro g”, avvolte in un drappo di porpora intessuto d’oro di cui sono stati ritrovati, con le ossa, alcuni frammenti: esami merceologici e chimici hanno dimostrato che essi appartengono a una stoffa finissima, tinta di autentica porpora di murice, intessuta di oro purissimo. In quanto alle ossa, esse hanno rivelato un individuo adulto, di sesso maschile, di età senile fra i 60 e i 70anni.
Il 26 giugno 1968 Paolo VI annunziò pubblicamente l’avvenuto riconoscimento delle reliquie di Pietro".