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19 febbraio - ANDRÉ GIDE: un padre del nichilismo poco riconosciuto

Autore: Restelli Silvio. Curatore: Mangiarotti don Gabriele.

Scrittore francese, premio Nobel per la letteratura nel 1947.
Il suo manifesto filosofico può così essere riassunto: affermare la libertà come allontanamento dai vincoli morali e puritani, ricercare l’onestà intellettuale che permette di essere pienamente sé stessi, accettando la propria omosessualità senza venir meno ai propri valori.

André Gide nasce il 22 novembre 1869 a Parigi, figlio di Paul Gide, professore di diritto all'Università di Parigi, e di Juliette Rondeaux. Il padre, originario di Uzès, discende da un'austera famiglia protestante. Suo zio era l'economista politico Charles Gide. La madre appartiene a un'agiata famiglia borghese di Rouen, un tempo cattolica ma convertita al protestantesimo da diverse generazioni.
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Dopo il 1947, non scrive più nulla. Sempre affermando che non rinnega nulla di quello che ha fatto, Gide, lo scrittore che ha dato scandalo con opere come Corydon, nel 1947 accetta l'omaggio più importante delle istituzioni conservatrici, il Premio Nobel per la letteratura. Adesso la sua preoccupazione principale è quella di pubblicare le sue ultime opere, in particolare il Diario (il primo tomo nel 1939, il secondo nel 1950). Nel 1950 comincia a fatica il suo ultimo quaderno autobiografico Così sia o I giochi sono fatti.

Muore a 81 anni di congestione polmonare nella sua residenza parigina all'1 bis di Rue Vaneau il 19 febbraio 1951 e viene sepolto vicino a Madeleine nel piccolo cimitero di Cuverville, nel dipartimento della Senna Marittima.

Questi i temi centrali della sua vita e della sua opera, che ANTICIPANO IN MODO LUCIDO LA CULTURA CHE OGGI SI È DIFFUSA A LIVELLO DEL PENSIERO DOMINANTE.


Ecco alcune sue affermazioni in quella linea.
Da wikiquote.

1) Contro la ragione

- "Ciò che sfugge alla logica è quanto v'è di più prezioso in noi stessi". (dai Diari)
- Non ricerco la complicazione; essa è in me. Ogni gesto nel quale non riconosca tutte le contraddizioni che mi abitano, mi tradisce. (da "Se il grano non muore")

2) Contro la famiglia naturale

- "Famiglie! Vi odio! Focolari chiusi; porte serrate; geloso possesso della felicità". (da "I nutrimenti terrestri")

- Lungi dall'essere l'unico 'naturale', l'atto procreativo, in natura, fra la più sconcertante profusione, il più delle volte non è che un caso fortuito. [...] la voluttà che l'atto di fecondazione porta seco, nell'un sesso e nell'altro, non è necessariamente ed esclusivamente legata a quest'atto. [...] Non è la fecondazione che l'animale cerca, è semplicemente la voluttà. Cerca la voluttà – e trova la fecondazione per caso fortuito. (da Corydon)

3) Contro la religione e per l'umanesimo che esclude la dimensione metafisica

- La fede solleva delle montagne; sì: delle montagne d'assurdità. (dai Diari)
- La responsabilità dell'uomo aumenta col diminuire di quella di Dio. (dai Diari)

4) Per l'immediatezza e l'emotività

- Non esistono problemi; ci sono soltanto soluzioni. Lo spirito dell'uomo crea il problema dopo. Vede problemi dappertutto. (dai Diari)

5) Contro il moralismo

- Peccato è tutto ciò che oscura l'anima. (da La sinfonia pastorale)