18 maggio - ALFREDO CATTABIANI, grande intellettuale emarginato che valorizza la cultura popolare
Oggi 18 maggio ricordiamo uno degli intellettuali italiani che maggiormente ha contribuito alla valorizzazione della cultura popolare, spesso in contrasto con il pensiero diffuso dominante del suo tempo, ALFREDO CATTABIANI (Torino, 26 maggio 1937 – Santa Marinella, 18 maggio 2003) scrittore, direttore editoriale e giornalista italiano. Molto interessante per il nostro discorso contro il pensiero diffuso dominante il suo articolo sulla politica culturale in Italia.
Nacque da Leonildo, musicista, e Anna Maria Borletto, maestra sarta. Studiò dalla prima elementare alla terza liceo all'Istituto Sociale dei Padri Gesuiti e si laureò con Luigi Firpo alla facoltà di Scienze politiche con una tesi sul pensiero politico del conte Joseph de Maistre.
Determinante per la sua formazione spirituale e politica fu l'incontro con scrittori come Mircea Eliade, Augusto del Noce, Simone Weil, René Guénon, Joseph de Maistre. Ma non meno determinante è l'aver vissuto in una Torino la cui temperie culturale Cattabiani percepiva egemonizzata «dalle contraddizioni totalitarie della cultura marxista-leninista» e dall'«intolleranza di quelle neo-illuminista e neo-positivista». Nel 1962 fondò a Torino, con altri amici che gravitavano intorno ad Augusto del Noce, le Edizioni dell'Albero, per opporsi a quello che riteneva essere il monopolio della cultura allora dominante. Contemporaneamente collaborò a quotidiani e riviste letterarie e pubblicò un'antologia degli scritti politici di Georges Bernanos con un ampio saggio introduttivo.
Nel 1965 è relatore al convegno dell'Hotel Parco dei Principi sulla guerra rivoluzionaria.
Nel 1966 assunse la direzione editoriale della casa editrice "Borla" di Torino dove restò fino al 1969 creando nuove collane fra cui "Documenti di cultura moderna", a cura di Augusto del Noce ed Elémire Zolla, dove pubblicò autori allora "dimenticati" come Hans Sedlmayr, Abraham Joshua Heschel, Simone Weil, Mircea Eliade o Chogyam Trungpa.
Nel 1969 si trasferì a Milano dove Edilio Rusconi gli affidò la direzione editoriale della neonata Rusconi Libri, che in breve tempo s'impose sul mercato con opere letterarie quali "Il Signore degli anelli" di J.R.R. Tolkien, "Difesa della luna" di Guido Ceronetti, che segnò l'esordio dello scrittore, "Il flauto e il tappeto" di Cristina Campo, poi ripubblicato con grande successo da Adelphi negli anni ottanta con il titolo "Gli imperdonabili", "Heliopolis e Eumeswil" di Ernst Jünger e "Il quinto evangelio" di Mario Pomilio.
Ma è soprattutto nelle collane saggistiche che la Rusconi, sotto la direzione di Cattabiani, propose una cultura di ispirazione metafisica e sapienziale con autori come il teologo Hans Urs von Balthasar, il filosofo Augusto del Noce, di cui pubblicò "Il suicidio della rivoluzione" e "Il cattolico comunista", gli storici delle religioni Mircea Eliade, Seyyed Hossein Nasr, Ananda Coomaraswamy, René Guénon, l'etno-musicologo Marius Schneider, lo storico dell'arte Hans Sedlmayr, il biologo Giuseppe Sermonti, Simone Weil, Abraham Heschel, Seyyed Hossein Nasr, Titus Burckhardt, Fausto Gianfranceschi. A sua volta Giuseppe Prezzolini iniziò l'ultima sua intensa attività come scrittore pubblicando vari libri presso la Rusconi, dal Manifesto dei conservatori alla ormai celeberrima antologia della "Voce". Vennero anche riproposti classici del pensiero tradizionale, da Joseph de Maistre a Pavel Florenskij, a Donoso Cortes.
Cattabiani impostò anche una fortunata collana musicale diretta da Piero Buscaroli e Paolo Isotta e un'altra di classici di filosofia, diretta da Vittorio Mathieu, Giovanni Reale, Giovanni Santinello e Adriano Bausola, che continua ancora oggi presso la Bompiani col nuovo titolo di "Il pensiero occidentale" e ha pubblicato con successo commerciale i classici da Platone a Plotino, da Filone d'Alessandria a Dionigi Areopagita a Maestro Eckart.
Contemporaneamente tradusse opere di Simone Weil, Jules Barbey d'Aurevilly, Pierre Drieu La Rochelle; e collaborò alle pagine culturali di vari giornali.
Nel 1979 abbandonò l'editoria e cambiò professione: si trasferì a Roma, dove divenne giornalista professionista dirigendo fino all'autunno del 1981 le pagine culturali e degli spettacoli del Settimanale e collaborando contemporaneamente alle terza pagina de Il Tempo, curata da Fausto Gianfranceschi.
Con la chiusura del Settimanale lasciò il giornalismo attivo, limitandosi soltanto a collaborazioni a quotidiani e settimanali, preferendo rimanere indipendente da qualunque partito ed orientamento politico.
Cominciò allora a ideare e condurre programmi radiofonici per la Rai e nello stesso tempo a scrivere vari libri sugli argomenti di cui fu studioso: storia delle religioni, tradizioni popolari e simbolismo. Esordì con una raccolta di racconti, "Bestiario", con protagonisti animali reali, simboli e incarnazioni di "energie cosmiche", e con un dialogo filosofico e teologico su alcune piante, "Erbario", ambientato sull'isola Bisentina del lago di Bolsena.
Sul simbolismo pubblicò:
* Bestiario di Roma, sugli animali dipinti e scolpiti nella capitale, scritto con Marina Cepeda Fuentes;
* Simboli, miti e misteri di Roma;
* Florario, dedicato al mondo delle piante e dei fiori;
* Planetario, dedicato alle stelle e ai pianeti,
* Volario sugli esseri alati, dagli uccelli agli insetti alle creature fantastiche;
* Acquario, sugli esseri delle acque: gli ultimi quattro, primi di una serie in preparazione, dedicata ai miti, simboli, leggende e tradizioni ispirate dai mondi vegetale, animale, minerale e astrale, che formerà, completata, una Storia dell'immaginario.
Alle tradizioni italiane dedicò una trilogia:
* Calendario, un viaggio nel calendario per spiegare l'origine, il significato e il simbolismo delle sue feste liturgiche e profane, delle tradizioni, delle usanze;
* Santi d'Italia;
* Lunario, un viaggio tra le varie feste e tradizioni dell'Italia, contributo alla memoria e conservazione della cultura popolare e tradizionale italiana.
Nel 2001 pubblicò una raccolta di alcuni suoi racconti-dialoghi sugli animali scritti tra il 1983 e il 2001 con cui vinse il premio Basilicata per la narrativa.
Nel 1991 si trasferì in una casa medievale del quartiere San Pellegrino a Viterbo. Dopo dieci anni, nel 2001, scelse come nuova residenza una cittadina sul litorale laziale, Santa Marinella. Visse con la moglie Marina Cepeda Fuentes, di origine spagnola, anche lei nota come conduttrice radiofonica e studiosa di tradizioni popolari.
Opere
- Bestiario (Editoriale Nuova 1984; De Agostini 1990)
- Erbario (Rusconi 1985)
- Bestiario di Roma, con Marina Cepeda Fuentes (Newton Compton 1986, premio Tevere 1986)
- Calendario (Rusconi 1988)
- Simboli, miti e misteri di Roma (Newton Compton 1990)
- Santi d'Italia (Rizzoli 1993, premio Estense 1993)
- Lunario (Mondadori 1994; nuova edizione riveduta e ampliata negli Oscar Mondadori 2002)
- Florario (Mondadori, 1996; Oscar Mondadori 1998; premio Scanno 1997)
- Planetario (Mondadori 1998; Oscar Mondadori 2001; premio Repubblica di San Marino 1999)
- Breve storia dei giubilei. 1300-2000, (Bompiani 1999)
- Volario (Mondadori 2000; Oscar Mondadori 2001)
- Zoario (Mondadori 2001, Premio Basilicata per la narrativa 2001)
- Acquario (Mondadori 2002)
- Santi del Novecento (Rizzoli 2005)
Ha curato un'antologia di scritti politici di Georges Bernanos (Bernanos, Volpe 1964), traducendola e scrivendo anche un saggio introduttivo: "Le serate di San Pietroburgo" (Rusconi 1972) con un suo saggio introduttivo; un'antologia del pensiero di Joseph de Maistre, Breviario della tradizione (Edizioni Il Cerchio 2000) con un saggio introduttivo.
Ha tradotto di Pierre Drieu La Rochelle "Racconto segreto" (Longanesi, 1965), con un saggio introduttivo di Carlo Bo; "Piccoli borghesi"(Longanesi 1969), "Che strano viaggio" (Rusconi, 1971) con un suo saggio introduttivo; di Jules Barbey d'Aurévilly "Le diaboliche" (Rusconi 1977) insieme con Anna Rosso, con un suo saggio introduttivo; di Simone Weil "L'amore di Dio" (Edizioni Borla 1979) insieme con Giulia Bissaca, con un saggio introduttivo di Augusto del Noce; di Antonio Rosmini "Frammenti di una storia della empietà" (con una nota di Marco Albertazzi, La Finestra editrice, 2002); "Arte della prudenza" di Baltasar Gracièn (ancora inedito), con un suo saggio introduttivo.
Centinaia di articoli sono sparsi in vari quotidiani e periodici fra i quali Il Tempo (dal 1963), "Il Nostro Tempo" (dal 1966 al 1970 e poi dal 1998), "L'Osservatore Romano" (dal 1966 al 1970); "Il Settimanale" (dal 1974 al 1981), "Il Sabato" (dal 1988 al 1991); "L'Italia settimanale" (dal 1993 al 1995), "Lo Stato" (dal 1997 al 1998), "Il Giornale" (dal 1994), "Avvenire" (dal 1999), "Il Sole 24 Ore" (dal 2002).
Ha lasciato decine di scritti inediti, fra cui il volume sugli animali terrestri, miti e leggende, intitolato "Terrario" da pubblicare con la Mondadori.