17 Settembre. BELLARMINO E POPPER: stare per comprendere o conoscere per fare?
Oggi 17 Settembre si presentano uomini e donne molto importanti da ricordare: il cardinale san Roberto Bellarmino (1621) e il grande filosofo/scienziato Karl Popper (1994) da una parte e Ildegarda di Bingen (1179), Adrienne von Speyr (1967) e suor Leonetta Sgorbati (2006) dall’altra.I primi due, legati tra loro dal tema del valore da attribuire alla ricerca scientifica e filosofica, vivono in momenti completamente diversi culturalmente (il 600 e il 900), ma sono accomunati dalla riflessione sulla scienza moderna, grande strumento con il quale il pianeta vuole risolvere tutti i suoi problemi.
Santa Ildegarda e Adrienne von Speyr sono donne di grande cultura, anche scientifica, che trovano la loro realizzazione nel rapporto mistico con Dio. Suor Leonetta è testimonianza dell’amore totale agli ammalati della Somalia e vittima della violenza intollerante con la quale molti ambienti islamici accolsero il magistrale discorso di Ratisbona di Benedetto XVI.
«Ogni qualvolta una teoria ti sembra essere l’unica possibile, prendilo come un segno che non hai capito né la teoria né il problema che si intendeva risolvere.» (Karl Popper, Conoscenza oggettiva: un punto di vista evoluzionistico.)
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BELLARMINO E POPPER rappresentano una consapevolezza acuta della natura della ricerca scientifica.
Entrambi infatti vivono in un momento importante della scienza moderna: il primo quello della prima grande rottura epistemologica (Galileo), il secondo sta di fronte alla svolta più significativa del Novecento (quella della relatività di Einstein).
Il PRIMO, autorevole esponente della scuola dei gesuiti, sostiene, di fronte a Galileo, la necessità di considerare la teoria eliocentrica copernicana come una autorevole congettura di natura matematica, in grado di spiegare meglio delle altre teorie i movimenti degli astri, ma ancora priva di quelle conferme capaci di far sostenere che essa descrive la realtà delle cose in modo incontrovertibile.
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Il SECONDO è uno dei più grandi pensatori del novecento, padre del razionalismo critico contemporaneo e sostenitore di una visione della ricerca scientifica per la quale essa abbandona la sua presunzione di sapere incontrovertibile e si limita a tendere (unico ambito cui la verità è affidata) verso teorie sempre più capaci di spiegare settori sempre più ampi di realtà.
Popper ha coniato l'espressione razionalismo critico per descrivere il proprio approccio filosofico alla scienza.
L'espressione implica il RIFIUTO DELL'EMPIRISMO LOGICO, DELL'INDUTTIVISMO E DEL VERIFICAZIONISMO. Popper afferma che le teorie scientifiche sono proposizioni universali, espresse al modo indicativo, la cui verosimiglianza può essere controllata solo indirettamente a partire dalle loro conseguenze.
La conoscenza umana (scienza) è di natura congetturale e ipotetica, e trae origine dall'attitudine dell'uomo di risolvere i problemi in cui si imbatte, intendendo per problema LA CONTRADDIZIONE TRA QUANTO PREVISTO DA UNA TEORIA E I FATTI OSSERVATI.
Popper pone al centro dell'epistemologia la fondamentale asimmetria tra verificazione e falsificazione di una teoria scientifica: infatti, per quanto numerose possano essere, le osservazioni sperimentali a favore di una teoria non possono mai provarla definitivamente e basta anche solo una smentita sperimentale per confutarla. La falsificabilità è anche il criterio di demarcazione tra scienza e non scienza: una teoria è scientifica se e solo se essa è falsificabile. Ciò conduce Popper ad attaccare le pretese di scientificità della psicoanalisi e del materialismo dialettico del marxismo, dal momento che queste teorie non possono essere falsificate.
Ne “Il realismo e lo scopo della scienza” (1983), Popper sviluppa la sua concezione della metafisica introducendo il concetto di programma di ricerca metafisico. Queste sono le sue parole:
«l’atomismo è un eccellente esempio di teoria metafisica non controllabile la cui influenza sulla scienza è stata superiore a quella di molte altre teorie scientifiche controllabili».
Dopo aver presentato altri esempi di teorie metafisiche che hanno influenzato la scienza, continua:
«Ognuna di queste teorie servì, prima di diventare controllabile, come un programma di ricerca per la scienza. Indicò la direzione della ricerca, e il tipo di spiegazione che poteva soddisfarci; e rese possibile una sorta di valutazione della profondità di una teoria».
Questo passaggio è importante perché mostra il ruolo euristico della metafisica nel guidare la costruzione di ipotesi scientifiche, le quali nella maggior parte dei casi emergono nel corso dell’attività di uno scienziato o di un gruppo di scienziati al lavoro su un programma di ricerca. Tale programma è solitamente articolato alla luce di alcuni principi generali (o metafisici) e di idee che indicano la natura delle ipotesi specifiche che dovrebbero essere escogitate per interpretare fatti esistenti e per essere sottoposte a controllo sulla base di ulteriori osservazioni o esperimenti. Così le intuizioni generali sull’atomismo orientarono Dalton nell’elaborare un’ipotesi che spiegasse alcuni fatti della combinazione chimica, e Maxwell nel tentare di rendere conto delle relazioni osservate tra pressione, volume e temperatura dei gas. Senza le idee metafisiche dell’atomismo che guidassero i loro programmi di ricerca, è lecito dubitare che Maxwell e Dalton sarebbero arrivati a formulare le loro specifiche ipotesi scientifiche.
Quello che è avvenuto nei quattro secoli intermedi è L’AFFERMARSI DI UN ORIZZONTE TEORETICO PER IL QUALE LA VERITÀ DELLE COSE È AFFIDATA NON ALL’ESSERE MA AL FARE (dall’ens est verum di san Roberto Bellarmino al verum quia faciendum di Popper).
Lo scontro è tra due concezioni della realtà: nella prima lo “stare per comprendere” è necessario per il “conoscere per fare” per individuare le direzioni e i limiti della scienza stessa; nella seconda la scienza non ha al di fuori di sé alcun ambito conoscitivo capace di orientarla e determina con le sue procedure interne le modalità di trasformazione del mondo.
Approfondimenti
Voce su Karl Popper nella Stanford Encyclopedia.
Influence on Friesian Philosophy
Karl Popper
* L'antropologia del "mente-cervello" di Popper e Eccles.
- 3409.pdf 161KApprofondimento su Popper