16 febbraio - EZIO VANONI: un vero e competente riformatore.
Ezio_Vanoni (Morbegno, 3 agosto 1903 – Roma, 16 febbraio 1956) è un economista e politico italiano. È stato Ministro delle Finanze (1948-1954) e del Bilancio (1954-1956) in parecchi Governi De Gasperi. Nel 1956 è stato insignito della medaglia d'oro al valor civile con le seguenti parole.«Iniziata ancor giovanissimo la carriera universitaria, portò nella propria attività, interamente dedicata al progresso della scienza e del miglioramento sociale del popolo, tutto l'impegno ed il fervore del suo animo nobile. Entrato nella vita politica attiva, ricoprì per tredici anni delicati incarichi di governo, tenendo alto il prestigio dell'Italia anche in numerosi consessi internazionali, con una intensità ed una tenacia che dovevano portarlo, nel fiore della maturità, a chiudere, al posto di lavoro, la propria esistenza terrena. Da tempo sofferente di un grave male, rifiutò ogni consiglio di riposo, facendo così olocausto della sua ancora giovane vita, per compiere fino in fondo il suo arduo dovere al servizio della Patria. Esempio fulgidissimo di altissima dedizione alla società ed al Paese. Roma, 23 marzo 1956.»
Primogenito di quattro figli, nacque in Valtellina, a Morbegno in provincia di Sondrio il 3 agosto 1903. Cresciuto in una certa agiatezza familiare dovuta ai redditi da lavoro del padre (segretario comunale a San Martino Val Masino) e della madre (maestra), portò a termine gli studi elementari a Morbegno e quelli liceali a Sondrio. Si laureò in Giurisprudenza nel 1925 al Collegio Ghislieri di Pavia discutendo una tesi dal titolo “Natura ed interpretazione delle leggi tributarie”.
Divenne subito assistente volontario di Benvenuto Griziotti nell’Istituto Giuridico dell’Università di Pavia, lavorando tra il 1926 e il 1927 ad una ricerca dal titolo “La rivalutazione della lira e l’equilibrio economico” (era una ricerca che rientrava nel dibattito “quota novanta”).
Nel 1926 vinse la borsa di studio Lorenzo Ellero, per due anni di perfezionamento in scienze economiche all’Università Cattolica del Sacro Cuore, che però non portò a termine in quanto nel 1928 si vide assegnare una borsa di studio dalla Fondazione Rockefeller, per due anni di studio in Germania.
Nei due anni vissuti in Germania approfondì gli studi in scienza delle finanze e in diritto finanziario, acquisendo un ampio bagaglio scientifico nel ramo finanziario. IN QUEGLI ANNI MATURÒ ANCHE UNA CONCEZIONE DELLO STATO COME ENTITÀ MORALE PRIMA CHE POLITICA.
Nel 1930 ebbe l’incarico per l’insegnamento di Scienza delle Finanze e Diritto finanziario nella facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari.
Nel 1932 si vide assegnare l’incarico di libera docenza in scienza delle finanze e diritto finanziario.
Nello stesso anno, il 7 gennaio 1932, si sposò a Morbegno con Felicita Dell’Oro, dalla cui unione nacquero Marina (nel 1933) e Lucia (nel 1934). Dal 1932 Vanoni continuò ad inseguire la titolarità della cattedra in scienza delle finanze e diritto finanziario (di cui già possedeva la libera docenza), ma incorse in pesanti bocciature, nel 1932 quando si presentò per la cattedra dell’Università di Messina e nel 1935 allorquando sostenne l’esame per la cattedra dell’Università di Camerino.
Probabilmente Vanoni non si vide assegnare la cattedra perché non era iscritto al partito nazionale fascista, circostanza questa che lo relegò in uno stato di emarginazione e che gli precluse, per molti anni, qualsiasi ambizione di carriera.
Dal 1933 al 1936 Vanoni ricevette l’incarico per la cattedra di Scienza delle finanze e diritto finanziario alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Roma. Gli anni che visse a Roma furono molto importanti per la sua maturazione ideologica e politica.
Conobbe infatti il convalligiano, Sergio Paronetto, la cui amicizia venne facilitata da Pasquale Saraceno, docente all’Università di Roma, dirigente dell’Iri e cognato di Vanoni, e riprese a frequentare i vecchi compagni di lotta del Collegio Ghislieri.
Fu grazie a Paronetto che, a Roma, Vanoni entrò in contatto con esponenti del mondo cattolico quali De Gasperi e Gonella che contribuirono alla rinascita di una vocazione politica che Vanoni aveva accantonato da tempo. Fu sempre Paronetto l’ispiratore della trasformazione di Vanoni da uomo di studio a uomo di azione e che gli fece riscoprire la fede religiosa.
Conclusasi l’esperienza di insegnamento all’Università di Roma, dal 1937 al 1938 Vanoni insegnò su incarico all’Università di Padova (sempre scienza delle finanze e diritto finanziario) e fondò, insieme a Benvenuto Griziotti e Mario Pugliese, la “Rivista di scienza delle finanze e diritto finanziario”. Nel 1938 pubblicò “Il problema della codificazione tributaria”, in cui traspariva con evidenza l’influenza lasciata dagli incontri romani con Paronetto.
Nel 1951 è stato uno dei principali fautori della RIFORMA TRIBUTARIA ITALIANA (che porta il suo nome Riforma Vanoni o Legge Vanoni) introducendo anche l'obbligo della dichiarazione dei redditi.
Morì improvvisamente nel 1956 a causa di un collasso cardiaco, la morte lo colse mentre era sdraiato su un divano dell'ufficio di Cesare Merzagora dopo aver tenuto un discorso al Senato, dove aveva ricordato i motivi ispiratori della sua opera, sollecitando maggiore giustizia per gli umili ed i poveri.