15 settembre - ORIANA FALLACI, la rabbia e l'orgoglio..

Oriana Fallaci, (Firenze, 29 giugno 1929 – Firenze, 15 settembre 2006) scrittrice e giornalista italiana, fu la prima donna in Italia ad andare al fronte in qualità di inviata speciale. Come scrittrice, con i suoi dodici libri ha venduto venti milioni di copie in tutto il mondo.

"Il re è nudo e la mia arma di soldato è l’arma della verità"

«Dall’Afghanistan al Sudan, dall’Indonesia al Pakistan, dalla Malesia all’Iran, dall’Egitto all’Iraq, dall’Algeria al Senegal, dalla Siria al Kenia, dalla Libia al Ciad, dal Libano al Marocco, dalla Palestina allo Yemen, dall’Arabia Saudita alla Somalia, l’odio per l’Occidente cresce.
Si gonfia come un fuoco alimentato dal vento, e i seguaci del fondamentalismo islamico si moltiplicano come i protozoi d’una cellula che si scinde per diventare due cellule poi quattro poi otto poi sedici all’infinito. Chi non se n’è accorto, guardi le immagini che ogni giorno ci vengono dalla televisione.
Le moltitudini che inzuppano le strade di Islamabad, le piazze di Nairobi, le moschee di Teheran. I volti inferociti, i pugni minacciosi, i cartelli col ritratto di Bin Laden, i falò che bruciano la bandiera americana e il fantoccio coi lineamenti di Bush. Chi non ci crede ascolti i loro osanna al Dio-Misericordioso-e-Iracondo, i loro berci Allah-Akbar, Allah-Akbar, Jihad-Jihad. Altro che frange di estremisti! Altro che minoranze di fanatici! Sono milioni e milioni gli estremisti, sono milioni e milioni i fanatici. I milioni e milioni per cui, vivo o morto, Ousama Bin Laden è una leggenda uguale alla leggenda di Khomeini. I milioni e milioni che, morto Khomeini, hanno ravvisato in lui il nuovo leader, il nuovo eroe. Sere fa vidi quelli di Nairobi, luogo di cui non si parla mai. Gremivano la piazza più che a Gaza o Islamabad, e a un certo punto il telecronista chiese a un vecchio: «Chi è per te Ousama Bin Laden?». «Un eroe, il nostro eroe!» rispose il vecchio, felice. «E se muore?». «Ne troviamo un altro» rispose il vecchio, sempre felice. In altre parole l’uomo che di volta in volta li guida non è che la punta dell’iceberg: la parte della montagna che emerge dagli abissi, e il vero protagonista di questa guerra non è lui. È la Montagna. Quella Montagna che da millequattrocento anni non si muove, non esce dagli abissi della sua cecità. Non apre le porte alle conquiste della civiltà, non vuol saperne di libertà e giustizia e democrazia e progresso. Quella Montagna che nonostante le scandalose ricchezze dei suoi padroni, dei suoi re, dei suoi principi, dei suoi sceicchi, dei suoi banchieri, (pensa all’Arabia Saudita), vive ancora in una miseria da Medioevo. Vegeta ancora nell’oscurantismo e nel puritanesimo d’una religione che sa produrre solo religione. Quella Montagna che affoga nell’analfabetismo. Quella Montagna che essendo segretamente gelosa di noi, segretamente attratta dal nostro sistema di vita, attribuisce a noi la colpa delle sue povertà materiali e intellettuali...».

Dopo l'11 settembre
I suoi libri e articoli sulle tematiche dell'11 settembre hanno suscitato sia elogi sia contestazioni nel mondo politico e nell'opinione pubblica. Attraverso essi la scrittrice denuncia la decadenza della civiltà occidentale che, minacciata dal fondamentalismo islamico, ritiene incapace di difendersi.
La Fallaci riteneva che la crescente pressione esercitata negli ultimi anni dall'immigrazione islamica verso l'Europa, e l'Italia in particolare, unita a scelte politiche, a suo parere, discutibili e all'aumentare di atteggiamenti di reciproca intolleranza, fosse la dimostrazione della veridicità delle sue tesi.
Secondo la sua opinione, staremmo assistendo ad un pianificato tentativo del mondo musulmano di islamizzazione dell'Occidente, istigato e supportato dal Corano e testimoniato da oltre un millennio di conflitti e ostilità tra musulmani e cristiani, tentativo che dovrebbe inevitabilmente portare ad uno scontro di civiltà.
Nel 2004 la Fallaci si schierò contro l'eutanasia relativamente al caso di Terri Schiavo, presentando le sue posizioni con un articolo apparso su “Il Foglio”, e contro il referendum abrogativo della legge sulla procreazione medicalmente assistita, con un articolo pubblicato dal Corriere della sera.
Pur continuando ad esprimere opinioni anticlericali e dichiarandosi ne "La forza della ragione" "atea-cristiana", dichiarò pubblicamente la sua ammirazione verso papa Benedetto XVI, che l'ha ricevuta a Castel Gandolfo in udienza privata il 27 agosto 2005. L'incontro doveva rimanere segreto, ma la notizia è stata resa pubblica tre giorni dopo l'incontro, mentre i contenuti del colloquio non sono mai stati resi noti.
Nel marzo 2005 il quotidiano Libero lanciò una raccolta di firme affinché il Presidente della Repubblica conferisse alla Fallaci il titolo di senatore a vita. Vennero raccolte oltre 75.000 firme.

La morte
La Fallaci è deceduta il 15 settembre del 2006 a 77 anni, dopo un peggioramento delle sue condizioni di salute dovuto al tumore che da anni l'aveva colpita.
Aveva deciso di tornare a Firenze, con grande riserbo, per passarvi i suoi ultimi giorni.
È stata sepolta nel cimitero degli Allori, di rito evangelico, ma che ospita anche tombe di atei, musulmani e ebrei, a Firenze nel quartiere del Galluzzo, nella tomba di famiglia accanto ad un ceppo commemorativo di Alekos Panagulis, suo compagno di vita. Con la bara sono stati sepolti una copia del Corriere della Sera, tre rose gialle e un Fiorino d'Oro (premio che la città di Firenze, con grandi polemiche, non aveva voluto conferirle), donatole da Franco Zeffirelli.
Per sua espressa volontà larga parte del suo grande patrimonio librario è stato donato, insieme ad altri cimeli come lo zaino usato dalla scrittrice in Vietnam, alla Pontificia Università Lateranense di Roma, il cui rettore è monsignor Rino Fisichella, amico personale della scrittrice e persona che stette vicino in punto di morte alla giornalista fiorentina. Nell'annunciare la donazione Fisichella ha definito questo come l'ultimo regalo a papa Benedetto XVI per il quale la scrittrice nutriva «una autentica venerazione».
Il romanzo che la Fallaci aveva smesso di scrivere dopo gli attentati dell'11 settembre è stato pubblicato il 30 luglio 2008. Il libro, intitolato "Un cappello pieno di ciliege",[6] è una saga familiare che attraversa la storia italiana dal 1773 al 1889.[7]

Polemiche e controversie
Nel periodo 2002-2006 le sue forti prese di posizione provocarono diverse polemiche e reazioni in Italia ma non solo.
Nel novembre 2002 la scrittrice volò in Italia per opporsi alla autorizzazione della manifestazione organizzata dai no-global a Firenze per il timore che si potessero ripetere i fatti del G8 di Genova del 2001. Incontrò l'allora ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, l'allora segretario DS Piero Fassino e l'allora prefetto di Firenze Achille Serra. La Fallaci pubblicò una lettera aperta sul Corriere della Sera, nella quale chiese ai fiorentini di listare la città a lutto al passare dei manifestanti.[8] Il corteo dei no global non passò per le vie del centro storico (solo la manifestazione inaugurale si tenne in piazza Santa Croce) e si risolse senza incidenti di rilievo.[9] Secondo la Fallaci, la manifestazione si è svolta senza incidenti grazie al servizio d'ordine della CGIL che è riuscito a "narcotizzare i gruppi facinorosi del caotico movimento detto no-global".[10]

Durante il corteo vennero anche esposti cartelli di insulti rivolti alla scrittrice. Dal palco Franca Rame la definì una terrorista:
«Aver seminato tutto il terrore che ha seminato con quell'articolo[8] è un'azione di terrorismo e come si chiamano coloro che fanno terrorismo? Terroristi! La signora Fallaci quindi è una terrorista»
Inoltre Sabina Guzzanti ne fece un'imitazione caricaturale:[11]
«Voi non conoscete la fatica di vivere a Manhattan al 38esimo piano, mentre, voi smidollati non avete avuto neppure il coraggio di sfasciare un bancomat. Amo la pace e l'amo tanto che sarei disposta a radere al suolo una città e a non fare prigionieri. Amo la guerra perché mi fa sentire viva »(Sabina Guzzanti - imitazione di Oriana Fallaci)

Dal pubblico arrivò la frase: «Ti venisse un cancro». E la Guzzanti rispose: «Ce l'ho già e ti venisse anche a te e alla tu' mamma».[12]
La Fallaci rispose alla Guzzanti dichiarando:
«Giovanotta, essendo una persona civile io le auguro che il cancro non le venga mai. Così non ha bisogno di quell'esperienza per capire che sul cancro non si può scherzare. Quanto alla guerra che lei ha visto soltanto al cinematografo, per odiarla non ho certo bisogno del suo presunto pacifismo. Infatti la conosco fin da ragazzina quando insieme ai miei genitori combattevo per dare a lei e ai suoi compari la libertà di cui vi approfittate[13]»
E sul libro "La forza della ragione" la definì «un'imitatrice senza intelligenza e senza civiltà» e un'«oca crudele che mi impersona con l'elmetto in testa e deride la mia malattia».

Sempre nel 2002 la scrittrice fiorentina venne citata in Svizzera dal Centro Islamico e dall'Associazione Somali di Ginevra, dalla sede di Losanna di SOS Racisme e da un cittadino privato per il contenuto ritenuto razzista di "La rabbia e l'orgoglio".
Nel novembre 2002 un giudice svizzero emise un mandato d'arresto per la violazione degli articoli 261 e 261bis del Codice Penale Svizzero e ne richiese l'estradizione o, in alternativa, il processo da parte della magistratura italiana. L'allora ministro della Giustizia Roberto Castelli respinse la richiesta ricordando loro che la Costituzione Italiana protegge la libertà di espressione. L'episodio è menzionato nel suo libro "La forza della ragione"[14][15][16]

Il 19 giugno 2004 viene pubblicato sulla Gazzetta dello Sport un breve commento della Fallaci all'episodio avvenuto durante il Campionato europeo di calcio 2004 in cui il calciatore italiano Francesco Totti sputa in direzione del danese Christian Poulsen. Nell'articolo la giornalista-scrittrice si rivolge a Totti dicendo: «capisco le necessità professionali, ma io non avrei chiesto scusa a nessuno. Erano tre ore che quel danese la prendeva a gomitate, pedate, stincate».[17]

In un'intervista pubblicata sul The New Yorker nel maggio 2006, la Fallaci si dichiarò indignata contro la costruzione di una moschea a Colle Val d'Elsa dichiarando:
«Se sarò ancora viva andrò dai miei amici di Carrara, la città dei marmi. Lì sono tutti anarchici; con loro prendo gli esplosivi e lo faccio saltare per aria. Non voglio vedere un minareto di 24 metri nel paesaggio di Giotto, quando io nei loro paesi non posso neppure indossare una croce o portare una Bibbia. Quindi, lo faccio saltare per aria!».[18][19]
La Federazione Anarchica Italiana si dissociò dalle parole della Fallaci dichiarando come fosse opportuno «non millantare amicizie o comunanza d'intenti con gli anarchici di Carrara o di qualunque altro posto nel mondo» e definendo la Fallaci «guerrafondaia».[20]

Nell'articolo la Fallaci espone la sua personale contrarietà all'aborto, («... a meno di non essere violentata e messa incinta da un Osama bin Laden o da un al-Zarqawi») e ai matrimoni gay («... come i mussulmani vorrebbero che tutti diventassimo mussulmani, loro vorrebbero che tutti diventassimo omosessuali»).[18][21]

La Fallaci nell'intervento dichiarò inoltre di non amare i messicani, ricordando il modo orribile con cui venne trattata dalla polizia messicana del 1968, quando, ferita durante la manifestazione di protesta contro le Olimpiadi, venne spedita in obitorio ancora viva. A tal proposito dichiarò: «Se mi puntassero una pistola e mi dicessero di scegliere chi è peggio tra i mussulmani e i messicani avrei un attimo di esitazione; poi sceglierei i mussulmani perché mi hanno rotto le palle».[18][22] L'articolo poi riporta l'ammirazione ed interviste ad Anna Magnani, Greta Garbo e Federico Fellini e molte altre.

Tratta anche della visione e opinione della politica italiana. Affermò di non aver votato per le Elezioni politiche 2006 né in Italia, né per posta da New York. Dopo aver definito Romano Prodi e Silvio Berlusconi «due fottuti idioti» riguardo il voto ha detto: «Perché la gente si umilia votando? Io non ho votato. No! Perché ho una dignità. Se a un certo punto mi fossi turata il naso e avessi votato per uno di loro mi sarei sputata in faccia».[23][24]
Alcuni giorni prima delle elezioni politiche del 2006 era circolata in rete una dichiarazione di voto firmata con il nome Oriana Fallaci in cui l'autore dichiarava il proprio sostegno a Silvio Berlusconi. La giornalista ha smentito di esserne l'autore che ha invece "vigliaccamente usato il suo nome".[25]

Note

6. ^ Nel faldone che contiene il prologo del libro il titolo manoscritto dall'autrice riporta la parola "ciliege" che viene preferita in questo caso alla forma "ciliegie" con la "i" (Dal Corriere della Sera Magazine del 24 luglio 2008 pag. 51)
7. ^ [1] Libero, 18 luglio 2008
8. ^ a b Fiorentini, esprimiamo il nostro sdegno Corriere della Sera, 6 novembre 2002
9. ^ Social Forum. In Piazza Santa Croce è stata una festa RaiNews 24, 6 novembre 2002
10. ^ [2] Panorama
11. ^ "E Sabina Guzzanti si trasformò nella Fallaci" La Repubblica 8 novembre 2002
12. ^ "sabina guzzanti fallaci - Youtube"
13. ^ http://www.tempusfugit.it/Cultura/FallaciPanorama20021115.htm Panorama "La Fallaci risponde"
14. ^ Dipartimento di Stato USA, Country Reports on Human Rights Practices - 2002
15. ^ The Milli Gazette
16. ^ estratto da La forza e la ragione
17. ^ Oriana Fallaci. «Lo sdegno e il cazzotto». La Gazzetta dello Sport, 19-06-2004, p. 1. URL consultato in data 26-6-2010.
18. ^ a b c The Agitator, The New Yorker, 5 giugno 2006 (EN)
19. ^ Farò saltare la moschea di Colle Val d'Elsa, Corriere della Sera, 30 maggio 2006
20. ^ Comunicato sulle dichiarazioni di Oriana Fallaci, Federazione Anarchica Italiana, 30 maggio 2006
21. ^ Fallaci, l'ultima provocazione "Faccio saltare la moschea in Toscana", La Repubblica, 30 maggio 2006
22. ^ Fallaci, l'ultima provocazione "Faccio saltare la moschea in Toscana", la Repubblica, 30 maggio 2006
23. ^ (EN) The Agitator The New Yorker, 29 maggio 2006
24. ^ "Articolo new yorker "I reject them, and this is not only my duty toward my culture. Toward my values, my principles, my civilization. It is not only my duty toward my Christian roots. It is my duty toward freedom and toward the freedom fighter I am since I was a little girl fighting as a partisan against Nazi-Fascism. Islamism is the new Nazi-Fascism."
25. ^ Comunicato pubblicato sul sito di Forza Italia Giovani Milano
26. ^ La motivazione ufficiale per il Premiolino
27. ^ Come è noto, Maometto (che morì a 62 anni) sposò Aisha a 52 anni.
28. ^ In realtà non risulta alcun saggio di Cecco d'Ascoli con questo titolo, probabilmente è un riferimento a Tractatus in sphaerae, commento all'opera cosmografica Sphaera Mundi dell'inglese Giovanni Sacrobosco