15 ottobre - SANTA TERESA D'AVILA: la mistica cristiana è missionaria.
Oggi 15 ottobre ricordiamo la prima donna (con Caterina da Siena) ad ottenere il titolo di Dottore della Chiesa, SANTA TERESA D'AVILA (Ávila, 28 marzo 1515 – Alba de Tormes, 15 ottobre 1582) religiosa spagnola, amica di GIOVANNI DELLA CROCE e massima espressione con lui della mistica cattolica.La loro influenza sulla teologia, sulla spiritualità e sulla cultura occidentale è enorme, anche se non sempre e da tutti riconosciuta. Basti pensare che Giovanni della Croce fu uno dei punti di riferimento del giovane Karol Wojtyla e della sua tesi di dottorato.
Nella sua tesi Wojtyla – ci dice Weigel a pag. 108 della sua biografia, Testimone della speranza - metteva l'accento sulla natura personale dell'incontro dell'uomo con Dio, in cui i credenti trascendono i limiti della loro esistenza creaturale in modo tale da divenire più autenticamente se stessi. Tale incontro con il Dio vivente non è monopolio dei mistici. È il centro di ogni vita cristiana.
L'esperienza mistica rivela cose importanti sulla via che porta a Dio e sulla natura della nostra comunione con Lui.
Essa ci insegna, per esempio, che la più alta sapienza cui ci è possibile pervenire sta nel sapere che non possiamo «oggettivare» la nostra conoscenza di Dio, perché non si giunge a conoscere Dio come si giunge a conoscere un oggetto (un albero, una palla, un'automobile). SI GIUNGE A CONOSCERE DIO, PIUTTOSTO, COME SI GIUNGE A CONOSCERE UN'ALTRA PERSONA, ATTRAVERSO IL RECIPROCO DARSI.
Come due persone che si amano giungono a vivere l'una «dentro» l'altra senza perdere la propria inconfondibile identità, Dio giunge a vivere dentro di noi, e noi giungiamo ad abitare, in un certo senso, «dentro Dio», senza che la radicale differenza fra Creatore e creatura vada perduta.
Così Wojtyla interpretava lo sconvolgente insegnamento di san Giovanni della Croce, per il quale meta della vita cristiana è divenire Dio per partecipazione.
La tesi di Wojtyla traeva altre tre conclusioni.
PRIMO: poiché Dio non può essere conosciuto come si conosce un oggetto, ci sono limiti alla razionalità quale approccio al mistero di Dio. La ragione può sapere che Dio esiste, ma la ragione naturale non può dirci tutti gli attributi del Dio della Bibbia.
SECONDO: la fede è un incontro personale con Dio. La fede non ci permette di «afferrare» chi è Dio intellettualmente, perché questo significherebbe che essa gode di una posizione superiore a Dio. L'incontro con Dio nella fede ci insegna piuttosto che questa «non-oggettivabilità» di Dio è una dimensione di Dio-in-sé. È questa la ragione per cui possiamo parlare di Dio come «persona» e di un incontro personale con Dio.
TERZO: la comunione mistica - conclude Wojtyla, - è, piuttosto che un «culmine» emozionale, un'esperienza di comunione, di «essere-con», che trascende completamente le convenzioni della nostra esistenza creaturale.
Nella lunga intervista a Niels Christian Hvidt sul IL-PROBLEMA-DELLA-PROFEZIA-CRISTIANA anche Benedetto XVI rivela una consapevolezza simile dell’importanza del misticismo.
DOM. Spesso si nota che tra il misticismo puramente contemplativo e senza parole e il misticismo profetico con le parole, esiste una grande tensione. Karl Rahner ha fatto notare questa tensione tra i due tipi di mistica. Alcuni pretendono che la mistica contemplativa e senza parole sia quella più elevata, più pura e spirituale. In tale senso vengono spiegati certi passaggi in San Giovanni della Croce. Altri pensano che tale mistica senza parole in fondo sia estranea al cristianesimo perché la fede cristiana è essenzialmente la religione della Parola.
RATZ. Sì, direi che la mistica cristiana ha anche una dimensione missionaria. Essa non cerca solo di elevare l'individuo, ma gli conferisce una missione mettendolo in contatto con il Verbo, con il Cristo che parla attraverso lo Spirito Santo. Questo punto viene messo in forte rilievo da San Tommaso d'Aquino. Prima di san Tommaso si diceva: prima monaco e poi mistico; oppure prima prete e poi teologo. Tommaso non accetta questo, perché il dono mistico apre ad una missione. E la missione non è qualcosa di inferiore alla contemplazione, come invece pensava Aristotele che riteneva la contemplazione intellettuale il gradino più alto nella scala dei valori umani. Questo non è un concetto cristiano, dice San Tommaso, perché la forma più perfetta di vita è quella mista, cioè prima quella mistica e da questa poi quella apostolica a servizio del Vangelo.
SANTA TERESA D'AVILA HA ESPOSTO QUESTO CONCETTO IN MODO MOLTO CHIARO. ESSA METTE IN RELAZIONE LA MISTICA CON LA CRISTOLOGIA, OTTENENDO COSÌ UNA STRUTTURA MISSIONARIA. Con ciò non voglio escludere che il Signore possa suscitare mistici autenticamente cristiani in seno alla Chiesa, ma vorrei precisare che la cristologia come base e misura di ogni mistica cristiana, indica un'altra struttura (Cristo e lo Spirito Santo sono inscindibili). Il "faccia a faccia" di Gesù con il Padre, include "l'essere per gli altri" contiene in sé "l'essere per tutti". Se la mistica è essenzialmente un entrare in intimità con Cristo, questo "essere per gli altri" le verrà impresso nell'intimo.