15 aprile - GENTILE, SARTRE e altri: LIBERTÀ, VIOLENZA E POTERE.

Oggi 15 aprile il tema del ricordo è quello della LIBERTÀ noi suoi rapporti con il potere, con la violenza e con il totalitarismo. Infatti LINCOLN (1865) e GENTILE (1944) furono assassinati, mentre SARTRE (1980) e la MACIOCCHI (2007) furono espulsi dai rispettivi Partiti Comunisti francese e italiano. GIANO ACCAME (2009) fu un intellettuale di destra scomodo che incontrò molte difficoltà all'interno delle formazioni politiche del suo tempo e POL POT (1998) è l'incarnazione della più efferata forma di totalitarismo comunista mai realizzata. In particolare le figure di GENTILE e SARTRE pongono il tema dell'impossibilità filosofica di realizzare l'ideale della libertà all'interno dell'orizzonte nichilistico ormai dominante.

Nel 1944 GIOVANNI GENTILE (Castelvetrano, 30 maggio 1875 – Firenze, 15 aprile 1944) filosofo e pedagogista italiano, con Benedetto Croce il maggior esponente dell'idealismo, e protagonista della cultura italiana nella prima metà del XX secolo, viene assassinato ad opera di Bruno Fanciullacci, partigiano comunista dei Gruppi di Azione Patriottica (GAP). Fu un episodio che divise lo stesso fronte antifascista, venendo disapprovato dal CLN toscano con la sola esclusione del Partito Comunista Italiano.

L'attualismo di GENTILE si esprime nella riforma della dialettica idealista, con l'aggiunta della teoria dell'atto puro e l'esplicazione del rapporto tra logica del pensare e logica del pensato.
Recuperando Fichte, il filosofo afferma che LO SPIRITO È FONDANTE IN QUANTO UNITÀ DI COSCIENZA ED AUTOCOSCIENZA, PENSIERO IN ATTO; L'ATTO DEL PENSIERO PENSANTE, O «ATTO PURO», È IL PRINCIPIO E LA FORMA DELLA REALTÀ DIVENIENTE.

Secondo Gentile la dialettica dell'atto puro si attua nella opposizione tra la soggettività rappresentata dall'arte (tesi) e l'oggettività rappresentata dalla religione (antitesi) cui fa da soluzione la filosofia (sintesi).
L'atto puro si fonda sull'opposizione della «logica del pensiero pensante» e la «logica del pensiero pensato» - come sottolinea EMANELE SEVERINO-; la prima è una logica filosofica e dialettica, la seconda una logica formale ed erronea.
La sua è una filosofia attivista, attualista. È insoddisfatto di fronte alla realtà; in Gentile troviamo il primato del futuro, ma, allo stesso tempo, una forte matrice anti-razionalistica.

Nel 1865 ABRAHAM LINCOLN (generalmente citato, nei testi in lingua italiana, come Abramo Lincoln; Hodgenville, 12 febbraio 1809 – Washington, 15 aprile 1865) 16º Presidente degli Stati Uniti d'America, e il primo ad appartenere al Partito Repubblicano, GRANDE PROTAGONISTA DELLA LOTTA PER ABOLIRE LA SCHIAVITÙ, che si conclude positivamente con la ratifica avvenuta l'8 aprile del 1864 del XIII Emendamento ("La schiavitù o altra forma di costrizione personale non potranno essere ammesse negli Stati Uniti, o in luogo alcuno soggetto alla loro giurisdizione, se non come punizione di un reato per il quale l'imputato sia stato dichiarato colpevole con la dovuta procedura.") viene assassinato mentre partecipa ad una rappresentazione teatrale.

Nel 1980 muore a Parigi JEAN-PAUL Charles Aymard SARTRE (Parigi, 21 giugno 1905 – 15 aprile 1980) filosofo, scrittore, drammaturgo e critico letterario francese. Protagonista indiscutibile della cultura europea del 900.
L'essere e il nulla, pubblicata nel 1943, rimane la sua opera principale a testimonianza del suo esistenzialismo ateo.
Il tema principale posto in essa è LA FONDAMENTALE LIBERTÀ DI REALIZZARSI DI OGNI UOMO COME UOMO-DIO E L'INELUDIBILITÀ DI RIMANERE SEMPRE UN DIO-FALLITO. Ciò che evidenzia il fallimento è L'ANGOSCIA che attanaglia l'uomo nel vivere il suo esistere come una libertà fasulla, basata sul nulla:
«Questa libertà, che si rivela nell'angoscia, può caratterizzarsi con l'esistenza di quel niente che si insinua tra i motivi e l'atto. Non già perché sono libero, il mio atto sfugge alla determinazione dei motivi, ma, al contrario, il carattere inefficiente dei motivi è condizione della mia libertà. E se si domanda qual è questo niente che fonda la libertà, risponderemo che non si può descriverlo perché non è, ma si può almeno indicarne il senso, in quanto questo niente è stato per l'essere umano nei suoi rapporti con se stesso. Corrisponde alla necessità per il motivo di non apparire come motivo altro che come correlazione di una coscienza "di" motivo. In una parola, poiché rinunciamo all'ipotesi dei contenuti di coscienza, dobbiamo riconoscere che non vi sono motivi "nella" coscienza ma solo "per" la coscienza. E per il fatto stesso che il motivo non può sorgere come apparizione, si costituisce da sé come inefficace.» (L'essere e il nulla, Il Saggiatore, Milano 1965, pp.69-70)

Nel 1998 infine si spegne in Cambogia SALOTH SAR (Prek Sbauv, 19 maggio 1928 – 15 aprile 1998) (POL POT) rivoluzionario cambogiano, capo dei guerriglieri Khmer Rossi e ufficialmente Primo Ministro della Cambogia, (Kampuchea Democratica) dal 1976 al 1979, quando la sua dittatura venne rovesciata dal vicino stato del Vietnam.
Fu diretto ispiratore e responsabile della tortura e del massacro di un totale stimato tra un milione e mezzo e due milioni, compresi bambini donne e vecchi, di suoi concittadini (1/3 dell'intera popolazione) solo durante il periodo dal 1975 al 1979.
Data la cifra dei decessi ed il rapporto degli stessi con la totalità degli abitanti, comprese la ferocia delle torture e delle esecuzioni, il breve periodo nel quale esse avvennero, nonché le motivazioni pressoché assurde che ne furono alla base, tali fatti vengono spesso additati come il crimine più orrendo mai verificatosi nella storia del genere umano.
Assunse svariati pseudonimi (Fratello Numero 1, Pouk e Hai sono solo alcuni tra quelli noti) ma è universalmente noto come Pol Pot.

Nel 2007 - MARIA ANTONIETTA MACCIOCCHI (Isola del Liri, 23 luglio 1922 – Roma, 15 aprile 2007) scrittrice, giornalista e politica italiana, esponente del Partito Radicale e membro del parlamento italiano ed europeo.

"Nella mia esistenza di donna italiana, ho più volte cambiato "nazionalità", nel senso che mi sono sentita "cinese" a Pechino in rivolta contro il dominio di Mosca, spagnola a Madrid (dove una volta finii nelle prigioni di Franco), combattente per la libertà e contro il colonialismo in Algeria, "argentina" con le madri dei "desaparecidos" a Buenos Aires, cilena a Santiago sulla tomba di Allende, e "berlinese", attraversando avanti e indietro quel Muro, talora con il mio amico scrittore Peter Schneider, al cui crollo ho dedicato tante energie, insieme ai dissidenti più amati. E poi, mi sono sentita assolutamente, totalmente "francese" per una ventina di anni, insegnando in quelle università e condivendo le amicizie di grandi spiriti (ahimé, essi sono quasi tutti scomparsi), da Althusser a Sartre, a Foucault, agli anni delle nuove generazioni e di Cohn Bendit (che rivedo ora ogni tanto al parlamento europeo), la grande avventura indelebile della rinascita sessantottesca. Quanto alla mia vita personale ho tre punti di riferimento: Sabaudia, davanti al monte che fu di Circe; Roma, dove le vecchie pietre mi ricordano non solo la più eccezionale civiltà, ma anche il riso della storia; infine, come ho detto, Parigi, dove trovo talora conforto intellettuale e rifugio. La nazione di cui sono fondamentalmente figlia e di cui, anche attraversando tanta parte del pianeta, non ho perduto né le caratteristiche, né l'amore, né la lingua, ebbene questo paese mi ha talora sopportato di malanimo, per diffidenza ancestrale, misoginia cattolica, per una donna che agisce senza reti di protezioni politiche, senza appartenenza a gruppi, a clan, senza amicizie di boss.

Cosi le mie disavventure in politica sono state numerose. Cominciai giovanetta in una scuola di partito facendo la mia autocritica, che era lo scotto da pagare allora per essere ritenuti dei buoni comunisti, poi subii le critiche del Comitato federale napoletano per aver scritto un libro bellissimo che si chiamava "Lettere su Napoli dall'interno del PCI" a Louis Althusser e infine fui radiata dal partito nel 1977, per avere sostenuto e accompagnato la lotta degli universitari bolognesi che, come quelli di Parigi, volevano inventare una nuova cultura universitaria. Contro di loro erano schierati anche uomini come il nostro Umberto Eco, divenuto poi famosissimo scrittore. Contro di noi ci fu una censura e una persecuzione implacabili, di una Sinistra stremata, sull'orlo dell'allucinazione, con la paura costante di doversi misurare con chi pensava altrove, oppure contro il potere cieco degli apparati, dei governi, delle potenze stabilite. Oppure che scrivesse libri, articoli, la cui risonanza poteva toccare le giovani generazioni, bloccate dallo stalinismo mentale, da cui cercavano con una pratica costante di liberarsi senza posa."
.... 5 settembre 1996.

Nel 2009 - GIANO ACCAME (Stoccarda, 30 luglio 1928 – Roma, 15 aprile 2009) è stato un giornalista e scrittore italiano.
Nato in Germania, ma originario e cresciuto a Loano (SV), il 25 aprile 1945 si arruolò nella marina militare della Repubblica sociale italiana, venendo arrestato la sera stessa. Come dichiarò lui stesso in un'intervista a Claudio Sabelli Fioretti, riuscì a scappare grazie alla benevola neutralità dei partigiani e si dedicò alla politica: nel 1965 fu relatore al convegno dell'Hotel Parco dei Principi sulla guerra rivoluzionaria.

Citazioni
«La politica deve usare argomenti accessibili al grande pubblico, quindi argomenti ormai banalizzati. Mentre il compito dell'intellettuale è quello di spingersi oltre, di dire delle novità; il compito più difficile, insomma. Ma la normalità non è la vera rivoluzione. La vera rivoluzione è il cambiamento»; “Il Giornale” del 16/4/2009

«Sono uno scrittore di destra che ha dovuto conquistare la propria libertà faticosamente e giorno per giorno, vincendo pregiudizi, difficoltà e tentativi di discriminazione» “Il Giornale” del 16/4/2009

«Il maggior successo repubblicano è stato probabilmente l' annuncio, nel gennaio '87, sotto il governo Craxi, del quinto posto raggiunto tra i Paesi industrializzati del mondo, davanti alla Gran Bretagna. Ma ciò non cambia la sostanza del problema: la prevalenza dell' economia sulla politica rappresenta una forma di declino.[...] Craxi è stato l' ultimo cavallo di razza della politica prima che si sovrapponesse la sovranità del mercato». Il Corriere della Sera, 25 ottobre 2000.