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13 agosto - MARCO D'AVIANO: la Lega della Nazioni cristiane salva l'Europa dai Turchi.

Autore: Restelli Silvio. Curatore: Mangiarotti don Gabriele.

MARCO D'AVIANO (Aviano, 17 novembre 1631 – Vienna, 13 agosto 1699), sacerdote, religioso e predicatore italiano, oggi venerato come beato dalla Chiesa cattolica, fu caratterizzato da un forte impegno nella preghiera e nella vita comune, vissuta nell'umiltà e nel nascondimento e animata da zelo e osservanza della regola e delle costituzioni dell'Ordine.

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Dal settembre 1664, anno in cui ottenne la “patente di predicazione”, padre Marco profuse le sue migliori energie nell'apostolato della parola, annunziata in tutta Italia, soprattutto nei tempi forti della Quaresima e dell'Avvento. Non mancarono impegni di responsabilità e di governo: nel 1672 infatti fu eletto superiore del convento di Belluno, e nel 1674 fu chiamato a dirigere la fraternità di Oderzo.

Se il messaggio di Marco d'Aviano, a livello personale, è costituito da un vigoroso invito, rivolto a ogni cristiano, a percorrere un costante itinerario di conversione e di fede, a livello più ampio esso RICHIAMA E SOTTOLINEA L'IDENTITÀ CRISTIANA DELL'EUROPA, che va salvaguardata e perseguita con l'apostolato e la preghiera: in questa prospettiva egli stesso si attribuiva l'appellativo, che fu il programma della sua vita ed è tuttora attuale, di “medico spirituale dell'Europa”.

Fu protagonista nel 1683 della vittoria di Vienna sulle truppe turche da parte della Lega Santa delle nazioni cristiane da lui coalizzate su invito di papa Innocenzo XI.
Nel 1683 papa Innocenzo XI affidò appunto a Marco un incarico diplomatico molto delicato: ricreare la Lega Santa delle nazioni cristiane. L'espansione dell'Impero Ottomano procedeva in Europa senza freni: in quell'anno i turchi prendevano Belgrado. Vienna, dal canto suo, non aveva mai potenziato il suo confine orientale, che restava pericolosamente sguarnito. I turchi, dopo aver invaso l'Ungheria, avanzarono verso Vienna proprio da oriente.

Padre Marco, nel frattempo, era riuscito nella missione di coalizzare le potenze cristiane, superando i dissidi esistenti al loro interno.
Le sue perorazioni e le sue amicizie con i potenti avevano indotto i regni di Spagna, Portogallo e Polonia e le Repubbliche di Firenze, Genova e Venezia a inviare aiuti e cospicui contingenti militari.
Il frate cappuccino non poté invece fare nulla presso la corte francese: Luigi XIV, che pure si vantava del titolo di "Re cristianissimo", si tenne alla larga dall'alleanza, anzi cercò di farla fallire nella speranza che la probabile sconfitta dell'Austria ad opera dei Turchi potesse accrescere il prestigio della Francia in Europa. Nonostante ciò molti francesi si armarono e raggiunsero Vienna come volontari.

L'unico sovrano ad aderire in persona fu il re di Polonia, Giovanni III Sobieski. Marco racconta di aver faticato non poco a convincerlo data la rivalità, e antipatia personale, esistente tra Giovanni e Leopoldo d'Asburgo.
Giovanni si mosse verso Vienna alla testa della cavalleria polacca. Non era ancora stato scelto il comandante supremo dell'esercito cristiano. Per lignaggio, sarebbe spettato all'imperatore. Ma questo avrebbe significato la defezione di Giovanni. Padre Marco, compiendo un vero capolavoro diplomatico, convinse Leopoldo a rimanere fuori dalla scena. In linea gerarchica, il comando dell'esercito dell'imperatore spettava al duca Carlo V di Lorena, che era un devoto di padre Marco. Per cui fu facile persuaderlo ad accettare di sottoporsi agli ordini del re di Polonia.

L'assedio di Vienna era cominciato il 14 luglio 1683. L'8 settembre le armate cristiane erano pronte a ingaggiare battaglia con i turchi. Padre Marco celebrò la messa nel campo allestito sul Kahlenberg (Monte Calvo), la collina che sovrasta Vienna. Al suo fianco sull'altare erano Giovanni III e Carlo di Lorena. Terminato il rito, il frate tenne uno dei suoi più fervidi sermoni in quel misto di italiano, latino e tedesco, caratteristico delle sue prediche.
La battaglia si svolse l'11 e il 12 settembre e si concluse con la vittoria della Lega Santa e la ritirata dell'esercito turco.
Papa Innocenzo XI proclamò la giornata "Festa del Santissimo Nome di Maria", poi inviò la sua benedizione a padre Marco.
Il frate non ebbe altre ricompense. A Vienna padre Marco fu il personaggio più festeggiato. Attorno alla sua figura cominciarono a nascere racconti di miracoli e prodigi.
L'anno dopo Marco ricevette un'altra chiamata dal papa. Innocenzo XI voleva che i sovrani europei si coalizzassero per cacciare, questa volta definitivamente, gli ottomani dall'Europa. Marco si adoperò per coordinare l'alleanza cristiana contro l'Islam. La sua popolarità era enorme, e così la sua autorevolezza. Il frate cappuccino partecipò assieme ai comandanti militari alla pianificazione dell'attacco. Il primo obiettivo raggiunto fu la riconquista di Buda, avvenuta nel 1685. Marco era immancabilmente presente.

Nel 1689 morì papa Innocenzo XI. A Vienna i consiglieri dell'Imperatore si mostrarono disponibili a trattare la pace con i turchi. Il risultato fu che l'avanzata cristiana si fermò. Per otto lunghi anni il fronte non oltrepassò i confini dell'Ungheria. Solo nel 1697 l'avanzata riprese, grazie al duca Eugenio di Savoia, che conseguì la vittoria definitiva contro l'esercito turco sul fiume Tibisco (Serbia), nei pressi di Zenta. La pace venne firmata il 26 gennaio 1699 a Carlowitz.
Il 13 agosto dello stesso anno, assistito personalmente dall'imperatore e dalla moglie Eleonora, moriva padre Marco.

Per permettere alla numerosa popolazione, accorsa da ogni dove, di rendere l'ultimo saluto al cappuccino, il sovrano diede ordine che le esequie si celebrassero il 17, e che il frate venisse seppellito in una tomba separata dagli altri confratelli. Quattro anni dopo le spoglie di Marco d'Aviano, anche in previsione di una causa di beatificazione, furono spostate all'interno della chiesa dei Cappuccini di Vienna, dove si trovano ancor oggi, nello stesso edificio che ospita la Cripta Imperiale.
Dopo un lungo processo di beatificazione, Marco d'Aviano è stato proclamato beato da papa Giovanni Paolo II il 27 aprile 2003.

Ecco il testo dell'omelia di san Giovanni Paoli II per la sua beatificazione il 27 aprile 2003.

"In un'epoca e in un contesto diversi rifulse per santità il beato Marco d'Aviano, nel cui animo ardeva il desiderio di preghiera, di silenzio e di adorazione del mistero di Dio. Questo contemplativo itinerante per le strade dell'Europa fu al centro di un vasto rinnovamento spirituale grazie ad una coraggiosa predicazione accompagnata da numerosi prodigi. Profeta disarmato della misericordia divina, fu spinto dalle circostanze ad impegnarsi attivamente per difendere la libertà e l'unità dell'Europa cristiana. Al continente europeo, che si apre in questi anni a nuove prospettive di cooperazione, il beato Marco d'Aviano ricorda che la sua unità sarà più salda se basata sulle comuni radici cristiane."