12 gennaio - TULLIO TENTORI, un antropologo per la cultura popolare.

Uno dei maggiori antropologi italiani, Tullio Tentori, (Napoli, 11 aprile 1920 – Roma, 12 gennaio 2003) ci offre strumenti importanti per il superamento dei pregiudizi sociali senza essere subordinati al pensiero diffuso dominante e al politicamente corretto. Si inserisce nel dibattito antropologico internazionale sul rapporto cultura/civiltà.
PER LUI CULTURA (SISTEMA DI VALORI E CONCEZIONI DEL MONDO A VARI LIVELLI: LA WELTANSHAUUNG TEDESCA) E CIVILTÀ (TOTALITÀ DELLE MODALITÀ DI VITA DI UN POPOLO) SONO DISTINTE.

Tullio Tentori si laurea nel 1942 alla Sapienza di Roma, con Raffaele Pettazzoni, con una tesi sulla Religione degli Indiani della California.
Si inserisce nel dibattito antropologico internazionale sul rapporto cultura/civiltà. PER LUI CULTURA E CIVILTÀ SONO DISTINTE.

Durante la sua ricerca (che riprende l'insegnamento di Pettazzoni suo maestro e quello di Ernesto De Martino) inizia una collaborazione con l'antropologo americano Friz Friedmann, che lo porterà ad impegnarsi per imporre nella realtà accademica italiana l'approccio dell'antropologia culturale di tradizione americana.

Momento culminante di questa battaglia fu il 1° CONVEGNO ITALIANO DI SCIENZE SOCIALI A MILANO NEL 1958, dove assieme a Liliana Bonacini Seppilli, Romano Calisi, Guido Cantalamessa Carboni, Tullio Seppilli, Amalia Signorelli, presentò il documento APPUNTI PER UN MEMORANDUM SULL’ANTROPOLOGIA CULTURALE, dove veniva delineato l'impianto teorico e la collocazione nel quadro scientifico della disciplina che si proponeva di inserire negli ordinamenti universitari.

In tale documento, si definisce per la prima volta in Italia la CULTURA COME INSIEME DIALETTICO DI PATRIMONI COMPORTAMENTALI ED ESPERIENZIALI COSTITUITI- ATTRAVERSO RAPPORTI SOCIALMENTE INTEGRATI TRA CIASCUN INDIVIDUO E IL SUO AMBIENTE SOCIALE ED ECOLOGICO – NEL QUADRO DI UNA SOCIETÀ STORICAMENTE DETERMINATA.

In tale quadro le componenti della cultura - conoscenze, credenze, ideologie, norme valori e atteggiamenti derivati – interagiscono direttamente e indirettamente sia tra di loro sia con il resto della società.
Nel Memorandum si poneva anche la distinzione tra etnologia e antropologia culturale e si abbracciava un concetto di cultura elaborato già dal grande poeta Sofocle come IL LINGUAGGIO E IL PENSIERO CHE È COME IL VENTO e i sentimenti che creano la comunità, quelli che l’uomo da sé e per sé ha creato e che tengono insieme la comunità.

Tentori si propone di superare ogni pregiudizio sociale, criticando il concetto illuminista di tolleranza (per il quale c'è un tollerante superiore e un tollerato inferiore) e sostituendolo con quello di rispetto (per il quale il dialogo tra le culture è tra pari) e il concetto di razza applicato all'uomo per il quale esiste una sola specie e perciò una sola razza, appunto quella umana. Il rispetto richiama alla mente il problema del relativismo culturale con i suoi pregi (pochi) e i suoi limiti (molti).

Nel 1968 Tentori diviene soprintendente al Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari. Nel 1969 gli viene conferita una delle due prime due cattedre italiane in "Antropologia culturale".

Lo studioso imposta la direzione del Museo verso un avvicinamento alle discipline demo-etnoantropologiche, con attenzione alla ricerca etnografica più che alla semplice catalogazione di oggetti materiali.

Per quasi dieci anni è stato presidente della Federazione Italiana dei Club e Centri Unesco a cui ha dato una grande impronta di carattere morale e culturale. Tentori viene nominato Medaglia d’oro per la Cultura dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il 19 aprile 2002.