12 agosto - THOMAS MANN: la crisi della civiltà europea.

Thomas Mann (Lubecca, 6 giugno 1875 – Zurigo, 12 agosto 1955), scrittore e saggista tedesco, premio Nobel nel 1929, considerato una delle figure di maggior rilievo della letteratura europea, è senza dubbio uno dei più geniali interpreti della crisi della civiltà europea del primo novecento.

“La felicità non sta nell'essere amati: questa non è che una soddisfazione di vanità mista a disgusto. La felicità sta nell'amare, e nel carpire tutt'al più qualche illusorio istante di vicinanza all'oggetto amato”. (da Tonio Kröger)

“L'uomo non vive soltanto la sua vita personale come individuo, ma – cosciente o incosciente – anche quella della sua epoca e dei suoi contemporanei, e qualora dovesse considerare dati in modo assoluto e ovvio i fondamenti generali e obiettivi della sua esistenza ed essere altrettanto lontano dall'idea di volerli criticare quanto lo era in realtà il buon Castorp, è pur sempre possibile che senta vagamente compromesso dai loro difetti il proprio benessere morale.
Il singolo può avere di mira parecchi fini, mete, speranze, previsioni, donde attinge l'impulso ad elevate fatiche e attività; se il suo ambiente impersonale, se l'epoca stessa, nonostante l'operosità interiore, è in fondo priva di speranze e prospettive, se furtivamente gli si rivela disperata, vana, disorientata e al quesito formulato, coscientemente o no, ma pur sempre formulato, di un ultimo significato, ultrapersonale, assoluto, di ogni fatica e attività, oppone un vacuo silenzio, ecco che proprio nel caso di uomini dabbene sarà quasi inevitabile un'azione paralizzante di questo stato di cose, la quale, passando attraverso il senso morale psichico, finisce con l'estendersi addirittura alla parte fisica e organica dell'individuo. Per aver voglia di svolgere un'attività notevole che sorpassi la misura di ciò che è soltanto imposto, senza che l'epoca sappia dare una risposta sufficiente alla domanda "a qual fine?", occorre o una solitudine e intimità morale che si trova di rado ed è di natura eroica o una ben robusta vitalità.” (da La montagna incantata)

[A Tony Buddenbrook, in una lettera] ”Mia cara figlia, noi non siam nati per quella che con vista miope consideriamo la nostra piccola, personale felicità, perché non siamo esseri staccati, indipendenti e autonomi, ma anelli di una catena; e, cosí come siamo, non saremmo pensabili senza la serie di coloro che ci hanno preceduti e ci hanno indicato la strada, seguendo da parte loro rigidamente e senza guardare a destra o a sinistra, una tradizione provata e veneranda. La tua via, a mio parere, è già chiaramente e nettamente tracciata da parecchie settimane, e non saresti mia figlia, non saresti nipote di tuo nonno che riposa in Dio, non saresti addirittura un degno membro della nostra famiglia se pensassi sul serio, tu sola, di seguire con caparbietà e sventatezza una tua strada irregolare e arbitraria”. (Johann Buddenbrook: III, X; 2002, p. 134)

Paul Thomas Mann nasce a Lubecca, in Germania, secondogenito di Thomas Johann Heinrich Mann, senatore e facoltoso commerciante, e di Júlia da Silva Bruhns, nata in Brasile ma emigrata in Germania all'età di sette anni. Nonostante la confessione cattolica della madre, Mann viene battezzato secondo la fede luterana del padre. Nel 1892 il padre muore, la ditta di famiglia è liquidata e la madre si trasferisce con i figli a Monaco di Baviera, dove Mann risiederà fino al 1933. Fratello minore di Heinrich Mann, anch'egli scrittore, si dedica fin da giovanissimo al giornalismo e alla letteratura, scrivendo nel 1893 schizzi di prosa e saggi per la rivista Der Frühlingssturm (La Tempesta Primaverile) da lui coedita.
Dal 1894 lavora in una compagnia di assicurazioni per poi rinunciare, nel 1895, alla professione borghese e diventare scrittore a tempo pieno. Il primo racconto breve, Il piccolo signor Friedemann (Der Kleine Herr Friedemann), sarà pubblicato nel 1898. Intanto, durante un lungo soggiorno con il fratello Heinrich, a Palestrina e Roma tra il 1896 e il 1898, inizia a lavorare al suo romanzo più famoso, I Buddenbrook che, pubblicato poi nel 1901, riceverà un notevole successo. L'11 febbraio 1905 sposa Katharina (Katja), nipote della propugnatrice dei diritti della donna Hedwig Dohm, dalla quale avrà sei figli.
Nel 1929 gli viene conferito il Premio Nobel per la letteratura.
Nel gennaio del 1933 Thomas Mann tiene una celebre conferenza all'Università di Monaco, che costituisce la sua ultima apparizione pubblica in Germania: Dolore e grandezza di Richard Wagner. In quell'occasione lo scrittore - grande appassionato wagneriano - critica i legami tra il Nazismo e l'arte tedesca, dei quali la musica di Wagner sembra il simbolo più autentico. La conferenza infastidisce non poco i nazionalisti presenti in sala, proprio in quei giorni che vedono l'ascesa di Hitler al potere. Mann si trasferisce immediatamente all'estero, stabilendosi prima a Küsnacht, presso Zurigo, poi negli Stati Uniti, a Pacific Palisades Los Angeles, località che già ospita una nutrita comunità di esuli tedeschi.
Nel 1952 fa ritorno in Svizzera, ma non in Germania, nonostante sia stato proposto come primo Presidente della Repubblica. Muore di arteriosclerosi a Kilchberg, presso Zurigo, il 12 agosto del 1955.
Fra i numerosi riconoscimenti ottenuti, oltre al Premio Nobel, ricordiamo il "Goethe-Preis" della città di Francoforte e la cittadinanza onoraria della sua città natale.

Opere
Il primo romanzo di Mann, I Buddenbrook, pubblicato all'età di ventisei anni, riscosse immediatamente un notevole successo di pubblico in Germania. Opera dal forte carattere autobiografico, narra della ascesa e caduta di una ricca famiglia di mercanti, seguendone le vicende attraverso diverse generazioni. Anticipando alcuni tratti distintivi di tutta la produzione successiva, all'acuta analisi e descrizione psicologica dei personaggi si affianca una altrettanto attenta osservazione della società e dei suoi mutamenti nell'Europa dei primi anni del XX secolo.
A I Buddenbrook fecero seguito una serie di racconti e novelle, tra i quali si ricorda in particolare Tonio Kröger (1903) e La morte a Venezia (1912). Il romanzo La montagna incantata (1924), concepito anch'esso in un primo momento come racconto breve, poi elaborato in un lavoro di più ampio respiro, tratta della formazione umana e spirituale del giovane ingegnere Hans Castorp durante anni di permanenza in un sanatorio sulle Alpi svizzere.
Tra il 1933 e il 1942, Mann pubblicò la tetralogia Giuseppe e i suoi fratelli, ricca rielaborazione della storia di Giuseppe, tratta dalla Genesi, e considerata una dei suoi lavori più significativi. Con il romanzo Lotte a Weimar del 1939, Mann ritornò al mondo de I dolori del giovane Werther di Goethe, mentre Doctor Faustus, del 1947, narra la storia del compositore Adrian Leverkühn e della corruzione della cultura tedesca negli anni precedenti la seconda guerra mondiale. Un ultimo grande romanzo, Le confessioni del cavaliere d'industria Felix Krull, pubblicato incompleto nel 1954, rimase incompiuto alla morte dello scrittore.

Le opere di Mann sullo schermo
Diverse opere di Thomas Mann ebbero una trasposizione cinematografica o televisiva. Tra queste ricordiamo le versioni:
- del romanzo Confessioni del cavaliere d'industria Felix Krull:
* 1957 Le confessioni del filibustiere Felix Krull diretto dal regista Kurt Hoffmann, interpretato da Horst Buchholz (Felix), Liselotte Pulver (Zaza), Ingrid Andree (Zouzou), Paul Dahlke (professor Kuckuck). Vincitore nel 1958 del Golden Globe per il miglior film straniero in lingua straniera
* 1981 Bekenntnisse des Hochstaplers Felix Krull film tv diretto da Bernhard Sinkel ed interpetato da John Moulder-Brown, Magali Noël, Fernando Rey

- del romanzo I Buddenbrook:
* 1959 Buddenbrooks di Alfred Weidenmann, con Lil Dagover, Hansjörg Felmy, Hanns Lothar, Nadja Tiller, Werner Hinz, Lilo Pulver
* 1971 I Buddenbrook sceneggiato televisivo RAI di Edmo Fenoglio, con Nando Gazzolo, Ileana Ghione, Valentina Cortese, Paolo Stoppa
* 1979 Die Buddenbrooks film tv in undici puntate di Franz Peter Wirth
* 2008 Die Buddenbrooks film tv di Heinrich Breloer con Armin Mueller-Stahl, Mark Waschke, August Diehl, Jessica Schwarz.
- 1971 Morte a Venezia di Luchino Visconti, con Dirk Bogarde, Björn Andrésen, Silvana Mangano, Romolo Valli
- 1974 Lotte in Weimar di Egon Günther, protagonista Lilli Palmer
- 1982 La montagna incantata di Hans W. Geißendörfer, con Christoph Eichorn, Rod Steiger, Marie-France Pisier