11 giugno - CORRADO ALVARO , scrittore, giornalista e poeta italiano: un intellettuale che svolge il suo compito critico.
«La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile»(da Ultimo diario)"La borghesia e la democrazia vuote di ideali non hanno altro cemento che il nazionalismo. Perciò si affida ai condottieri" (da "Quasi una vita").
«Al mio paese, la piccola borghesia considera una grande prova di abilità arrivare a ingraziarsi con tutti i mezzi, anche i più bassi, chi comanda. La furberia al posto di ogni altra qualità umana. Chi non vi riesce è un imbecille, e chi non vi si adatta, un pazzo. 'Ha relazioni' è al mio paese dire molto».(da "Quasi una vita")
Queste affermazioni, insieme con tutta la sua produzione letteraria, stanno ad indicare la qualità della sua militanza culturale e la sua attualità straordinaria!
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Corrado Alvaro (San Luca, 15 aprile 1895 – Roma, 11 giugno 1956) nasce a San Luca, un piccolo paese sul versante jonico ai piedi dell'Aspromonte in provincia di Reggio Calabria. Primo di sei figli di Antonio, un maestro elementare, e di Antonia Giampaolo, figlia di piccoli proprietari.
Compì i sui studi liceali a Catanzaro dove nel 1913 conseguì la "licenza liceale" e dove rimase fino al gennaio del 1915, anno in cui partì militare per combattere la Prima guerra mondiale. Fu assegnato ad un reggimento di Fanteria a Firenze.
Ferito nei pressi di San Michele del Carso, nel settembre del 1916 è a Roma, dove comincia a collaborare al "Resto del Carlino" e, quando ne diventa redattore, si trasferisce a Bologna. L'8 aprile del 1918 sposa la bolognese Laura Babini.
Nel 1919 si trasferisce a Milano come collaboratore del "Corriere della Sera". Sempre nel 1919 consegue la laurea in Lettere all'Università di Milano. Nel 1921 diventa corrispondente da Parigi de Il Mondo di Giovanni Amendola. Nel 1925 è tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti di Benedetto Croce.
Si reca nel 1928 a Berlino, dove continua la sua attività di giornalista, collaborando con La Stampa e con L'Italia letteraria (per cui il 14 aprile 1929 intervistò Luigi Pirandello). Tornò in Italia nel 1930, in Turchia nel 1931 ed in Russia nel 1935. Quindi, nello stesso anno scrive, sulla rivista Omnibus di Longanesi, diversi articoli sulla Rivoluzione d'ottobre del 1917.
Nel gennaio del 1941 torna per l'ultima volta a San Luca per i funerali del padre. Tornerà invece più volte a Caraffa del Bianco a far visita alla madre e al fratello don Massimo, parroco del paese.
Dal 25 luglio all'8 settembre del 1943 assume la direzione del Popolo di Roma, del quale era già stato critico teatrale tra il 1940 e il 1942. Costretto alla fuga dall’occupazione tedesca di Roma si rifugia a Chieti sotto il falso nome di Guido Giorgi. A Chieti si guadagna da vivere impartendo lezioni d’inglese.
Nel 1945 fonda il Sindacato Nazionale Scrittori, insieme a Libero Bigiaretti e Francesco Jovine, nel quale ricopre la carica di segretario fino alla sua morte, e la Cassa Nazionale Scrittori.
Nel 1947 assume la direzione del "Risorgimento" di Napoli, ma si dimette subito dopo per divergenze politiche; dichiarandosi politicamente schierato a sinistra, non riteneva di poter dirigere un giornale liberale.
Nel 1951 vince il premio Strega con "Quasi una vita". Da sottolineare che il 1951 fu l'anno della cosiddetta "grande cinquina" nella quale figuravano, oltre a Quasi una vita di Alvaro, L'orologio di Carlo Levi, Il conformista di Alberto Moravia, A cena col commendatore di Mario Soldati e Gesù, fate luce di Domenico Rea.
Nel 1954, colpito da un tumore addominale, si sottopone ad un delicato intervento chirurgico. La malattia colpisce anche i polmoni e muore nella sua casa di Roma l'11 giugno del 1956, lasciando incompiuti alcuni romanzi.
È storia recente l'acquisto dei manoscritti conservati a Roma da parte della Regione Calabria e donati alla Fondazione Corrado Alvaro che ha sede a San Luca (RC). Corrado Alvaro è sepolto nel piccolo cimitero di Vallerano (Viterbo), dove aveva acquistato nel 1939 una grande casa in mezzo alla campagna, casa che gli eredi di Alvaro vendettero poi allo scrittore Libero Bigiaretti.
Presso la Biblioteca Pietro De Nava di Reggio Calabria in sua memoria è stata istituita la Sala Corrado Alvaro, che contiene gli arredi, i tappeti, i quadri e i libri dello studio dello scrittore, donati alla Biblioteca dalla moglie Laura e dal figlio Massimo.