11 aprile - Giovanni XXIII pubblica la PACEM IN TERRIS, con la quale si rivolge per la prima volta non solo al clero e ai fedeli ma anche a tutti gli uomini di buona volontà.
"AL CLERO E AI FEDELI DI TUTTO IL MONDONONCHÉ A TUTTI GLI UOMINI
DI BUONA VOLONTÀ :
SULLA PACE FRA TUTTE LE GENTI
FONDATA NELLA VERITÀ, NELLA GIUSTIZIA,
NELL'AMORE, NELLA LIBERTÀ.
La pace in terra, anelito profondo degli esseri umani di tutti i tempi, può venire instaurata e consolidata solo nel pieno rispetto dell’ordine stabilito da Dio.
I progressi delle scienze e le invenzioni della tecnica attestano come negli esseri e nelle forze che compongono l’universo, regni un ordine stupendo; e attestano pure la grandezza dell’uomo, che scopre tale ordine e crea gli strumenti idonei per impadronirsi di quelle forze e volgerle a suo servizio..."
"Allontani egli dal cuore degli uomini ciò che la può mettere in pericolo; e li trasformi in testimoni di verità, di giustizia, di amore fraterno. Illumini i responsabili dei popoli, affinché accanto alle sollecitudini per il giusto benessere dei loro cittadini garantiscano e difendano il gran dono della pace; accenda le volontà di tutti a superare le barriere che dividono, ad accrescere i vincoli della mutua carità, a comprendere gli altri, a perdonare coloro che hanno recato ingiurie; in virtù della sua azione, si affratellino tutti i popoli della terra e fiorisca in essi e sempre regni la desideratissima pace".
Nel 61mo di pubblicazione dell’enciclica, l'11 aprile 1963, riproponiamo le parole che dal giorno della firma e in vari interventi e udienze successivi Papa Roncalli pronunciò mettendo in risalto le novità e gli aspetti del documento che più gli stavano a cuore: “Preghiamo tutti i governi di non rimanere sordi a questo grido di umanità”.
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Un grande spartito ha bisogno della sua prima nota per arrivare a essere un capolavoro. La prima nota della Pacem in terris - capolavoro di Giovanni XXIII - risuona in un radiomessaggio, 20 righe appena, imparagonabile all’enciclica che uscirà appena sei mesi dopo. Eppure è quel messaggio la prima nota. L’appunto, per così dire, che già contiene in embrione l’intero del documento destinato a suscitare grandi apprezzamenti internazionali, e critiche e dibattiti, e che resta a 61 anni dalla sua pubblicazione un caposaldo del magistero dei Papi sulla pace.
Ecco il breve discorso di sintesi tenuto dal pontefice il 9 aprile 1963, giorno della firma.
La lettera Enciclica «Pacem in terris» sta per prendere le vie ampie del mondo, e l'animo Nostro — lo si può ben immaginare — è tutto preso da profonda emozione. Anzitutto per il tema stesso del documento — la pace — che risponde all'anelito primo della famiglia umana; inoltre per la data che abbiamo voluto assegnargli, cioè il giovedì santo, in «Coena Domini».
Oh, come tornano soavi le espressioni di Gesù ai discepoli suoi prima della sua passione e morte, «pro mundi vita», per la redenzione e salvezza di tutti gli uomini!
Sulla fronte dell'Enciclica batte la luce della divina rivelazione, che dà la sostanza viva del pensiero. Ma le linee dottrinali scaturiscono altresì da esigenze intime della natura umana, e rientrano per lo più nella sfera del diritto naturale. Ciò spiega una innovazione propria di questo documento, indirizzato non solo all'Episcopato della Chiesa universale, al Clero e ai fedeli di tutto il mondo, ma anche « a tutti gli uomini di buona volontà ». La pace universale è un bene che interessa tutti indistintamente; a tutti quindi abbiamo aperto l'animo Nostro.
In tal modo non solo abbiamo inteso illustrare le basi dell'edificio della pace, cioè il rispetto dell'ordine stabilito da Dio e la tutela della dignità della persona umana; ma abbiamo altresì indicati i diversi piani su cui erigere l'edificio, e quasi le pietre stesse necessarie alla sua costruzione, nessuno escludendo dall'invito di recarvi personale contributo. Ma anzitutto ai figli della Chiesa in eco vibrante al comando di Cristo: «Andate e insegnate», diciamo con slancio apostolico: «Portate la pace, diffondetene i benefici».
Nutriamo fiducia che al messaggio della Enciclica «Pacem in terris», gli uomini vorranno fare lieta accoglienza e aprire il cuore. Noi frattanto seguiremo il suo tragitto con la Nostra preghiera e con l'affetto vivissimo che abbraccia tutte le genti.
Per il testo completo
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