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10 novembre - MUSTAFA KEMAL ATATÜRK: esiste un islamismo laico?

Autore: Restelli Silvio. Curatore: Mangiarotti don Gabriele.

Mustafa_Kemal_Atatürk (Salonicco, 19 maggio 1881 – Istanbul, 10 novembre 1938), militare e politico turco, fu fondatore e primo presidente della Repubblica Turca (1923-1938).
Benché il genocidio degli Armeni, avvenuto in quegli anni, sembri imporsi come peccato originale e come condanna del suo tentativo, anche gli sviluppi attuali della Turchia portano a dubitare della validità del suo tentativo. Vedi qui.


Atatürk è tuttora oggetto in Turchia di una religione civile. L'insulto alla sua persona è un vero e proprio reato.
Questo riformatore ha lasciato una profonda e controversa eredità. La sua opera può essere considerata paradigmatica del problematico rapporto tra l'universalismo della civiltà occidentale e le altrui culture.
Samuel Huntington considera il kemalismo una ben precisa ed estrema visione del mondo, secondo la quale la completa occidentalizzazione di società intrinsecamente non occidentale è possibile, necessaria e in sé desiderabile.
Hamit Bozarslan invece sottolinea l'aspetto autoritario della politica kemalista che giunge alla completa identificazione tra Stato e persona, lasciando alle generazioni successive la missione di preservare la nazione, quale entità immodificabile definita una volta per tutte.

La nascita di una repubblica
"Giovane Turco" di media rilevanza prima della Grande Guerra, brillante generale durante il primo conflitto mondiale, fu promotore della Grande Assemblea Nazionale di Ankara (1920).
Sconfiggendo i greci (1919-22), ristabilì l'unità e l'indipendenza della Turchia, quindi depose il sultano Maometto VI (1922), fondò la Repubblica (1923) e diede vita a una serie di riforme fondamentali dell'ordinamento della nazione, sulla base di un'ideologia di chiaro stampo occidentalista, nazionalista e avversa al clero musulmano, che da lui prese il nome di kemalismo.

Abolì il califfato e pose le organizzazioni religiose sotto il controllo statale, laicizzò lo Stato, riconobbe la parità dei sessi, istituì il suffragio universale, la domenica come giorno festivo, proibì l'uso del velo islamico alle donne nei locali pubblici (legge abolita solo negli anni 2000, dal governo dell'AKP), adottò l'alfabeto latino, il calendario gregoriano, il sistema metrico decimale e proibì l'uso del Fez e del turbante, troppo legati al passato regime, così come la barba per i funzionari pubblici e i baffi alla turca per i militari.
Egli stesso prese a vestire in abiti occidentali, ma mantenne temporaneamente l'Islam come religione di Stato, per non turbare eccessivamente i turchi più religiosi.
In ambito giuridico, abrogò ogni norma e pena che poteva ricollegarsi alla legge islamica, promulgò un nuovo codice civile, che aveva come modello il codice civile svizzero, e un codice penale basato sul codice italiano dell'epoca, ma mantenne la pena di morte. Furono inoltre legalizzate le bevande alcoliche e fu depenalizzata l'omosessualità.
Al fine di garantire la stabilità e la sicurezza dello Stato, istituì tuttavia un sistema autoritario fondato sul partito unico.

ATATÜRK ("Padre dei Turchi") fu il cognome - assegnato esclusivamente a lui con apposito decreto - che nel 1934 il Parlamento della Repubblica attribuì a Mustafa Kemal quando egli impose l'adozione di regolari cognomi di famiglia come era uso nel mondo occidentale.
Membro della loggia massonica "Machedonia resorta et Veritas" di Salonicco, di costituzione italiana, nel corso della dittatura prese progressivamente le distanze dalla Massoneria.

Ma oggi la Turchia è guidata in modo forte da Erdogan che si propone come leader capace di sostituire il padre fondatore della repubblica nella direzione di un ritorno alla visione religiosa dello stato. Ecco come lo descrivono gli osservatori più attenti.

Il presidente Erdogan vuole sostituire Mustafa Kemal Ataturk come leader più popolare della Turchia
Erdogan ha preso il controllo delle istituzioni statali della Turchia per stabilire il suo controllo autoritario, dicono alcuni analisti.
Chiunque passi frequentemente attraverso la zona di Lutyens (India) deve essersi imbattuto in una strada intitolata a Mustafa Kemal Ataturk, il padre fondatore della Repubblica di Turchia.

In effetti, Ataturk è stato il leader turco più popolare in India, con una popolarità trasversale e il pilastro più forte dell'amicizia indo-turca.
Tuttavia, la sua eredità è stata messa a repentaglio nel suo stesso paese d'origine mentre Erdogan sta lavorando a un ambizioso programma di proiettarsi come il leader più alto della Turchia e minare l'eredità di Ataturk fa parte dello stesso piano.

Durante la cerimonia di apertura della moschea di Santa Sofia convertita, Ali Erbas, il capo della direzione religiosa turca Diyanet, ha attaccato Ataturk per aver convertito la proprietà islamica in un museo.

Inoltre, la più alta corte amministrativa della Turchia, il Consiglio degli Stati, nelle sue sentenze aveva criticato le decisioni di Ataturk per la conversione del monumento islamico in musei senza nominarlo, e alla fine ha ribaltato le decisioni di Ataturk.


La morte
«Il capo immortale e l'eroe senza rivali » (Preambolo della Costituzione della Repubblica Turca)
Mustafa Kemal morì di cirrosi epatica nel 1938 nel Palazzo Dolmabahçe, situato sulla riva del Bosforo, nel quartiere Besiktas di Istanbul e le sue spoglie riposano nell'Anitkabir, mausoleo appositamente costruito per lui ad Ankara, capitale dello Stato repubblicano che egli contribuì in modo decisivo a creare.

Quella che guidò è spesso citata come esempio di rivoluzione nazionalista che trasforma una monarchia in una repubblica.
Benché fosse lontanissimo dall'ideologia marxista, e anzi sostenesse l'inesistenza della questione di classe, i rapporti tra Mustafa Kemal e Lenin furono improntati a grande rispetto, e anche in seguito il buon vicinato con l'URSS fu tra i cardini della politica estera kemalista.
Le ragioni di questa scelta diplomatica sono da rintracciare, più che in affinità politiche, nel sostegno, anche economico, che l'Unione Sovietica concesse a Kemal durante la guerra di liberazione dall'occupazione degli Alleati.
A succedergli fu il suo braccio destro Ismet Inönü.
I rapporti tra i due si erano deteriorati, ma Atatürk non volle o non poté esprimere una chiara scelta alternativa e la burocrazia del partito-Stato, il CHP, vedeva in Inönü il suo massimo garante.
Con Inönü la Turchia continua la strada marcata da Mustafa Kemal, prima con un'accentuazione degli aspetti autoritari, poi, conclusasi la seconda guerra mondiale, con il passaggio al multipartitismo.
A Kemal Atatürk sono dedicati, fra gli altri, il nuovo stadio olimpico di Istanbul e il principale aeroporto di Istanbul.