10 Luglio - DISASTRO DIOSSINA a Seveso
Oggi. 10 luglio, a quasi cinquant'anni di distanza, ricordiamo nel 1976 il disastro diossina a Seveso.Si è verificato allora uno dei più gravi incidenti ambientali della storia italiana: una nube di diossina si è sprigionata dalla fabbrica di cosmetici dell’Icmesa a Seveso, in Brianza. La fabbrica produceva triclorofenolo, che sopra i 156 gradi si trasforma in 2,3,7,8-tetracloro-dibenzodiossina (Tcdd), una varietà di diossina particolarmente tossica. E quel giorno, per un incidente in un reattore, la temperatura era salita fino a 500 gradi.
Così l’area circostante è stata contaminata dal Tcdd, che può causare tumori e danni gravi al sistema nervoso, a quello cardiocircolatorio, al fegato e ai reni. Inoltre, riduce la fertilità e, nelle donne incinte, può provocare malformazioni al feto e aborti spontanei.
Che la diossina sia una sostanza cancerogena è stato affermato anche dall’International Agency for Research on Cancer. Il Tcdd in particolare è pericoloso anche in piccole dosi, e la quantità totale fuoriuscita dalla fabbrica di Seveso, che secondo le prime informazioni era di soli 300 grammi, oggi è stimata intorno ai 15 o anche 18 chili.
Gli effetti immediati sulla popolazione sono stati evidenti soprattutto da un punto di vista dermatologico: già dopo due giorni sono comparsi i primi casi di cloracne, una malattia di cui è documentata la correlazione con la diossina. Oggi in totale il numero di casi di cloracne è salito a 193.
L’epidemiologo Luigi Bisanti, che ha lavorato a Seveso negli anni immediatamente successivi all’incidente, racconta, a trent'anni di distanza, come in seguito all’incidente in Italia si sia arrivati alla nascita dell’epidemiologia e di una coscienza ambientalista. E soprattutto descrive come l’incidente ha segnato la vita di migliaia di persone.
Per approfondire leggi “Mi ricordo Seveso”, articolo pubblicato sul numero 22 di Janus, trimestrale di medical humanities e cultura medica
A quarant’anni dal disastro poi il prof. Pier Alberto Bertazzi, professore ordinario di Medicina del Lavoro presso la Clinica del lavoro dell’Università degli studi di Milano, ci offre un bilancio molto accurato (ammonimento e lezione) delle conseguenze.