10 Febbraio (bis) - GIORNATA DEL RICORDO DELLE FOIBE.
Oggi 10 Febbraio (1755 - Charles-Louis de Secondat, barone de La Brède et de Montesquieu; 1837 - Aleksandr Sergeevic Puškin; 1923 - Wilhelm Conrad Röntgen; 1939 - Papa Pio XI,; 1950 - Marcel Mauss; 1968 - Mario Pannunzio; 1983 - Vittorio Sereni; 2005 - Arthur Asher Miller; 2006 - Severino Citaristi) è stata istituita nel 2004 (legge 30 marzo 2004 n. 92) dal Parlamento la GIORNATA DEL RICORDO PER LE FOIBE.- Autore:
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Seguiamo il ben documentato e impressionante servizio de “la Storia siamo noi”
Le foibe sono cavità carsiche di origine naturale con un ingresso a strapiombo. È in quelle voragini dell’Istria che fra il 1943 e il 1947 sono gettati, vivi e morti, quasi diecimila italiani.
LA PRIMA ONDATA DI VIOLENZA esplode subito dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943: in Istria e in Dalmazia I PARTIGIANI SLAVI CON L'APPOGGIO ESPLICITO DEI PARTIGIANI COMUNISTI E DEL PCI SI VENDICANO CONTRO I FASCISTI E GLI ITALIANI NON COMUNISTI. Torturano, massacrano, affamano e poi gettano nelle foibe circa un migliaio di persone. Li considerano “nemici del popolo”.
Ma LA VIOLENZA AUMENTA NELLA PRIMAVERA DEL 1945, quando la Jugoslavia occupa Trieste, Gorizia e l’Istria. Le truppe del Maresciallo Tito si scatenano contro gli italiani.
A cadere dentro le foibe ci sono FASCISTI, CATTOLICI, LIBERALDEMOCRATICI, SOCIALISTI, UOMINI DI CHIESA, DONNE, ANZIANI E BAMBINI.
Lo racconta Graziano Udovisi, l’unica vittima del terrore titino che riuscì ad uscire da una foiba. È una carneficina che testimonia L’ODIO POLITICO-IDEOLOGICO E LA PULIZIA ETNICA VOLUTA DA TITO PER ELIMINARE DALLA FUTURA JUGOSLAVIA I NON COMUNISTI.
LA PERSECUZIONE PROSEGUE FINO ALLA PRIMAVERA DEL 1947, fino a quando, cioè, viene fissato il confine fra l’Italia e la Jugoslavia. Ma il dramma degli istriani e dei dalmati non finisce.
Nel febbraio del 1947 L’ITALIA RATIFICA IL TRATTATO DI PACE CHE PONE FINE ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE: L’ISTRIA E LA DALMAZIA VENGONO CEDUTE ALLA JUGOSLAVIA.
TRECENTOCINQUANTAMILA PERSONE SI TRASFORMANO IN ESULI.
Scappano dal terrore, non hanno nulla, sono bocche da sfamare che non trovano in Italia una grande accoglienza.
La sinistra italiana li ignora: non suscita solidarietà chi sta fuggendo dalla Jugoslavia, da un paese comunista alleato dell’URSS, in cui si è realizzato il sogno del socialismo reale. La vicinanza ideologica con Tito è, del resto, la ragione per cui il PCI non affronta il dramma, appena concluso, degli infoibati. Ma non è solo il PCI a lasciar cadere l’argomento nel disinteresse.
PER QUASI CINQUANT’ANNI IL SILENZIO DELLA STORIOGRAFIA E DELLA CLASSE POLITICA AVVOLGE LA VICENDA DEGLI ITALIANI UCCISI NELLE FOIBE ISTRIANE.
È una ferita ancora aperta “perché, ricorda ancora Sabbatucci, è stata ignorata per molto tempo”.
Il 10 febbraio del 2005 il Parlamento italiano ha dedicato LA GIORNATA DEL RICORDO AI MORTI NELLE FOIBE. Inizia oggi l’elaborazione di una delle pagine più angoscianti della nostra storia.
Oltre al link sopraindicato vedi anche il sito ufficiale della Lega Nazionale cliccando qui
Vedi inoltre l'intervento molto franco del presidente Napolitano nel febbraio 2007:
<< E va ricordata - torno alle parole del Professor Barbi - la "congiura del silenzio", "la fase meno drammatica ma ancor più amara e demoralizzante dell'oblio". Anche di quella non dobbiamo tacere, assumendoci la responsabilità DELL'AVER NEGATO, O TESO A IGNORARE, LA VERITÀ per pregiudiziali ideologiche e cecità politica, e dell'averla rimossa per calcoli diplomatici e convenienze internazionali.>>
- 3714.doc 32KNapolitano