10 agosto - GIANFRANCO MIGLIO: il federalismo dimenticato.
Autore: Restelli Silvio. Curatore: Mangiarotti don Gabriele.Gianfranco Miglio, (Como, 11 gennaio 1918 – 10 agosto 2001) costituzionalista e scienziato della politica, fu senatore della Repubblica Italiana nella XI, XII e XIII legislatura.
In forza della connessione fortissima tra pensiero diffuso dominante e ricostruzione storiografica e istituzionale è stato emarginato dalla cultura italiana insieme ad altri grandi intellettuali capaci di mettere in crisi con le loro ricerche tale ricostruzione. Da sempre sostenitore di ipotesi di trasformazione dello Stato italiano in senso federale o, addirittura, confederale, fra gli anni ottanta e novanta è stato considerato l'ideologo della Lega Nord, in rappresentanza della quale fu anche senatore, prima di "rompere" con Umberto Bossi e dar vita alla breve stagione del Partito Federalista.
Ha insegnato presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ove fu preside della Facoltà di Scienze politiche dal 1959 al 1988. È stato allievo di Alessandro Passerin d'Entrèves e Giorgio Balladore Pallieri, sotto la cui docenza si è formato sui classici del pensiero giuridico e politologico.
I primi anni
Laureatosi in Giurisprudenza nel 1939 con una tesi sulle "Origini e i primi sviluppi delle dottrine giuridiche internazionali pubbliche nell'età moderna", fu assistente volontario nella cattedra di Storia delle dottrine politiche, che d'Entreves tenne sino alla fine degli anni quaranta.
Libero docente nel 1948, Miglio si dedicò negli anni cinquanta allo studio delle opere di storici e giuristi, soprattutto tedeschi: dai quattro volumi del "Deutsche Genossenschaftsrecht" che Otto Von Gierke scrisse tra il 1869 e il 1913, ai saggi di storia amministrativa di Otto Hintze, alcuni dei quali, negli anni seguenti, vennero tradotti in italiano dal suo allievo e ferrato germanista Pierangelo Schiera (O. Hintze, Stato e società, Zanichelli 1980).
Fu di quegli anni l'incontro del giovane Miglio con l'immensa produzione scientifica di Max Weber: il professore comasco fu uno dei primi ad aver studiato a fondo "Economia e Società", l'opera più importante del sociologo tedesco che era stata completamente trascurata in Italia.
Sviluppo del lavoro scientifico: Miglio storico dell'amministrazione
Alla fine degli anni cinquanta, Miglio fondò con il giurista Feliciano Benvenuti l'ISAP Milano Istituto per la Scienza dell'Amministrazione Pubblica, ente pubblico partecipato da Comune e Provincia di Milano, di cui ricopri per alcuni anni la carica di vicedirettore.
In un saggio memorabile intitolato "Le origini della scienza dell'amministrazione" (1957), il professore comasco descriveva con elegante chiarezza le radici storiche della disciplina. L'interesse per il campo dell'amministrazione era dovuto in quegli anni alle politiche pianificatrici che gli stati andavano conducendo per l'incremento della crescita economica.
La Fondazione italiana per la storia amministrativa
Ben presto Miglio sentì tuttavia l'esigenza di studiare in modo più sistematico la storia dei poteri pubblici europei e, negli anni sessanta, costituì la Fondazione italiana per la storia amministrativa: un istituto le cui ricerche vennero condotte con rigoroso metodo scientifico.
A tal proposito, il professore aveva appositamente preparato per i collaboratori della fondazione uno schema di istruzioni divenuto famoso per chiarezza e organicità.
In realtà, fondando la F.I.S.A. Miglio si era posto l'ambizioso obiettivo di scrivere una storia costituzionale che prendesse in esame le amministrazioni pubbliche esistite in luoghi e tempi diversi: in tal modo egli sarebbe riuscito a tracciare una vera e propria tipologia delle istituzioni dal medioevo all'età contemporanea, al cui interno sarebbero stati indicati i tratti distintivi o, viceversa, gli elementi comuni di ogni potere pubblico.
Ma v'era un'altra ragione che aveva indotto Miglio a studiare i poteri pubblici in un'ottica, come scriveva lui stesso, analogico-comparativa. Servendosi di un metodo scientifico che Hintze aveva parzialmente seguito nella prima metà del novecento, il professore comasco intendeva definire l'evoluzione storica dello stato moderno, storicizzando in tal modo le stesse istituzioni contemporanee.
Gli Acta italica
La fondazione pubblicava tre collezioni: gli Acta italica, l'Archivio (diviso in due collane: la prima riguardante ricerche e opere strumentali, la seconda dedicata alle opere dei maggiori storici dell'amministrazione) e gli Annali.
Tra i più autorevoli lavori storici pubblicati nell'Archivio, si ricordano il volume sui comuni italiani di Walter Goetz e il famoso saggio di Pietro Vaccari sulla territorialità del contado medievale.
Nella prima serie alcuni giovani studiosi poterono invece pubblicare le loro ricerche di storia delle istituzioni: Gabriella Rossetti, allieva dello storico Cinzio Violante, vi diede alle stampe un approfondito studio sulla società e sulle istituzioni nella Cologno Monzese dell'alto medioevo; Adriana Petracchi pubblicò la prima parte di un'interessante ricerca sullo sviluppo storico dell'istituto dell'intendente nella Francia dell'ancien règime; occorre inoltre ricordare il poderoso volume di Pierangelo Schiera sul cameralismo tedesco e sull'assolutismo nei maggiori stati germanici.
Su tutt'altro piano si poneva invece la collezione della F.I.S.A. denominata Acta italica: al suo interno dovevano essere pubblicati i documenti relativi all'amministrazione pubblica degli stati italiani preunitari: è probabile che l'ispirazione per quest'ultima serie fosse venuta a Miglio dallo studio delle opere di Hintze: verso la fine del XIX secolo, lo storico tedesco aveva infatti scritto alcuni saggi sull'amministrazione prussiana pubblicandoli negli Acta borussica, un'autorevole collana che raccoglieva le fonti storiche dello stato degli Hohenzollern.
L'edizione dei lavori della commissione Giulini
Tra i volumi degli Acta italica, occorre ricordare l'edizione dei lavori della Commissione Giulini curata da Nicola Raponi nel 1962, uno studio cui Miglio tenne molto e di cui si servì, molti anni dopo, per la stesura del celebre saggio su "Vocazione e destino dei lombardi" (in AA.VV. La Lombardia moderna, Electa 1989, ripubblicato in G. Miglio, Io, Bossi e la Lega, Mondadori 1994).
La commissione - i cui lavori avevano avuto luogo a Torino dal 10 al 26 maggio 1859 sotto la presidenza del nobile milanese Cesare Giulini della Porta - aveva il compito di elaborare progetti di legge che sarebbero entrati in vigore in Lombardia nel periodo immediatamente successivo alla guerra. Cavour, che in quegli anni ricopriva la carica di primo ministro, voleva che il governo, nel sancire l'annessione dei nuovi territori al Piemonte di Vittorio Emanuele, mantenesse separati gli ordinamenti amministrativi delle due regioni, lasciando che in Lombardia continuassero a sussistere una parte delle istituzioni austriache esistenti.
Il saggio "Le contraddizioni dello stato unitario"
Nel saggio magistrale "Le contraddizioni dello stato unitario" (1969) scritto in occasione del convegno per il centenario delle leggi di unificazione, Miglio prese in esame gli effetti devastanti che l'accentramento amministrativo aveva provocato nel sistema politico italiano.
Ricorrendo a una felice similitudine, il professore scrisse che la scelta di estendere le norme piemontesi a tutta Italia fu come "far indossare a un gigante il vestito di un nano": in altre parole, la classe politica italiana non fu capace di elaborare un ordinamento amministrativo che consentisse allo stato di governare adeguatamente un territorio esteso dalle Alpi alla Sicilia.
Spaventati dalle annessioni a cascata e dalle circostanze fortunose in cui era avvenuta l'unificazione, i nostri "padri della patria" preferirono quindi conservare ottusamente gli istituti piemontesi, costringendo la stragrande maggioranza degli italiani ad essere governati da istituzioni che, oltre ad essere percepite come "straniere", si rivelarono palesemente inefficienti.
Nel saggio che si è citato, Miglio aveva però messo in luce un altro dato fondamentale; il professore scrisse che il paese, quantunque fosse stato formalmente unito dalle norme piemontesi, continuò nei fatti a restare diviso ancora per molti anni: le leggi, che il Parlamento emanava dalle Alpi alla Sicilia, venivano infatti interpretate in cento modi diversi nelle regioni storiche in cui il Paese continuava, nonostante tutto, ad essere naturalmente articolato.
Era il federalismo che, negato alla radice dalla classe politica liberal-nazionale in nome dell'unità, si prendeva ora la rivincita traducendosi in forme evidenti di "criptofederalismo".
Miglio scienziato della politica e costituzionalista
Negli anni ottanta, il degenerarsi del clima politico in Italia indusse il professor Miglio ad occuparsi di riforme istituzionali; egli intendeva contribuire in tal modo alla modernizzazione del paese. Fu così che, nel 1983, raggruppando un gruppo di esperti di diritto costituzionale e amministrativo stese un organico progetto di riforma limitato alla seconda parte della costituzione.
Ne uscirono due volumi che, pubblicati nella collana "Arcana imperii", vennero completamente trascurati dalla classe politica democristiana e socialista.
Tra le proposte più interessanti avanzate dal "Gruppo di Milano" - così venne definito il pool di professori coordinati da Miglio - v'era il rafforzamento del governo guidato da un primo ministro dotato di maggiori poteri, la fine del bicameralismo perfetto con l'istituzione di un senato delle regioni sul modello del Bundesrat tedesco, ed infine l'elezione diretta del primo ministro da tenersi contemporaneamente a quella per la camera dei deputati.
Secondo il gruppo di Milano, queste e numerose altre riforme avrebbero garantito all'Italia una maggiore stabilità politica, cancellando lo strapotere dei partiti e salvaguardando la separazione dei poteri propria di uno stato di diritto.
L'impegno politico diretto e il federalismo
Eletto al Senato della Repubblica come indipendente nelle liste della Lega Nord-Lega Lombarda (da allora a Miglio fu attribuito l'appellativo lombardo di Profesùr), per quattro anni (dal 1990 al 1994) lavorò per il partito con l'intento di farne un'autentica forza di cambiamento. In questo periodo elaborò un progetto di riforma federale fondato sul ruolo costituzionale assegnato all'autorità federale e a quella delle macroregioni o cantoni (del Nord o Padania, del Centro o Etruria, del Sud o Mediterranea, oltre alle cinque regioni a statuto speciale).
La costituzione migliana prevedeva l'elezione di un governo direttoriale composto dai governatori delle tre macroregioni, da un rappresentante delle cinque regioni a statuto speciale e dal presidente federale. Quest'ultimo, eletto da tutti i cittadini in due tornate elettorali, avrebbe rappresentato l'unità del paese.
I punti salienti del progetto, esposti nel "decalogo di Assago" del 1993, vennero fatti propri dalla Lega Nord solo marginalmente: il segretario federale, Umberto Bossi, preferì infatti seguire una politica di contrattazione con lo stato centrale che mirasse al rafforzamento delle autonomie regionali.
Questo indusse Miglio a rompere con il partito, nonostante moltissimi militanti e sostenitori leghisti continuassero a provare grande simpatia e ammirazione per il professore e per le sue teorie. Alcuni dirigenti della Lega tennero comunque vivo il dialogo con Miglio, in particolar modo Giancarlo Pagliarini, Francesco Speroni e il presidente della Libera compagnia padana Gilberto Oneto, al quale il professore era particolarmente legato.
Bibliografia
Libri di Gianfranco Miglio
G. Miglio, I cattolici di fronte all'unità d'Italia, 1959.
G. Miglio, L'amministrazione nella dinamica storica, 1961 in Storia, amministrazione e costituzione, Annale ISAP 2004.
G. Miglio, Le trasformazioni dell'attuale regime politico, 1965.
G. Miglio, Il ruolo del partito nella trasformazione del tipo di ordinamento politico vigente: il punto di vista della scienza della politica, Milano, 1967.
G. Miglio, Le contraddizioni dello Stato unitario, in Miglio - Benvenuti, L'unificazione amministrativa e i suoi protagonisti, Pubblicazione ISAP, Neri Pozza, Vicenza, 1969.
G. Miglio, Rappresentanza e amministrazione nelle leggi del 1865 in Miglio - Benvenuti, L'unificazione amministrativa e i suoi protagonisti, Pubblicazione ISAP, Neri Pozza, Vicenza, 1969.
G. Miglio, La trasformazione delle università e l'iniziativa privata, 1969.
G. Miglio e P. Schiera, Le categorie del politico. Saggi di teoria politica, Il Mulino, Bologna, 1972.
G. Miglio, La Valtellina: un modello possibile di integrazione economica e sociale, Quaderni Banca Piccolo Credito Valtellinese, n.1, Tipografia Bonazzi, Sondrio, 1978
G. Miglio, Ricominciare dalla montagna, Milano, Giuffrè, Milano, 1978
G. Miglio, Genesi e trasformazioni del termine-concetto Stato, Vita e Pensiero, Milano, 1981
G. Miglio, Guerra, pace, diritto: una ipotesi generale sulle regolarità del ciclo politico, Giuffrè, Milano, 1982
G. Miglio, Una repubblica migliore per gli italiani, 1983
G. Miglio, Le contraddizioni interne del sistema parlamentare integrale, 1984
G. Miglio, Il nerbo e le briglie del potere: scritti brevi di critica politica 1945-1988, Milano, 1988
G. Miglio, La regolarità della politica (2 vol.), Giuffrè, Milano, 1988
G. Miglio, Una costituzione per i prossimi trent'anni, intervista a cura di Marcello Staglieno , Laterza, Bari, 1990
A. Buchanan, Secessione. Quando e perché un paese ha il diritto di dividersi, introduzione di G. Miglio, Mondadori, Milano, 1991
G. Miglio, Come cambiare. Le mie riforme, Mondadori, Milano, 1992
U. Bossi, D. Vimercati, Vento dal Nord: La mia Lega la mia vita, prefazione di G. Miglio, Sperling & Kupfer, Milano, 1992
G. Oneto, Bandiere di libertà. Simboli e vessilli dei popoli dell'Italia settentrionale, introduzione di G. Miglio, Effedieffe Edizioni, Milano, 1992
U. Bossi, D. Vimercati, La Rivoluzione. La Lega: storia e idee, prefazione di G. Miglio, Sperling & Kupfer, Milano, 1993
G. Miglio, H.D. Thoreau, Disobbedienza civile, Mondadori, Milano 1993
G. Miglio (con Marcello Staglieno e Pierluigi Vercesi), Italia 1996: così è andata a finire, Mondadori, Milano, 1993
G. Miglio, Io, Bossi e la Lega, Mondadori, Milano 1994
G. Miglio, La Costituzione federale, Mondadori, collana Le Frecce, Milano, 1995
G. Miglio, M. Veneziani, Padania, Italia. Lo Stato nazionale è soltanto in crisi o non è mai esistito?, Le Lettere, Firenze, 1997
G. Miglio, A. Barbera, Federalismo e secessione. Un dialogo, Mondatori, Milano 1997
G. Miglio e Aa.Vv., Federalismi falsi e degenerati, Sperling & Kupfer, Milano, 1997
M. Gozzi, G. Miglio, G.A. Zanoletti, Le barche a remi del Lario da trasporto, da guerra, da pesca, e da diporto, Leonardo Arte, Milano, 1999
G. Miglio, L'asino di Buridano, Neri Pozza, Vicenza, 1999
Libri su Gianfranco Miglio
L. Ornaghi, A. Vitale, Multiformità e unità della politica. Atti del Convegno tenuto in occasione del 70° compleanno di *Gianfranco Miglio, 24-26 ottobre 1988, Giuffrè, Milano, 1992
G. Ferrari, Gianfranco Miglio: un giacobino nordista, Liber, Roma, 1993
A. Campi, Schmitt, Freud, Miglio: figure e temi del realismo politico europeo, Akropolis/La Roccia di Erec, Firenze, 1996
Aa.Vv., Gianfranco Miglio: un uomo libero, Quaderni Padani n. 37-38 della Libera Compagnia Padana, Novara, 2002
Aa.Vv., Un Miglio alla libertà, Audiolibro, Leonardo Facco Editore (collana Laissez Parler), Treviglio (Bg), 2005
D. Palano, Il cristallo dell'obbligazione politica in ID., Geometrie del potere, Vita e Pensiero, Milano, 2005.
G. Di Capua, Gianfranco Miglio, scienziato impolitico, Rubbettino, Catanzaro, 2006.
Aa.Vv., Gianfranco Miglio: gli articoli, Quaderni Padani n. 64-65 della Libera Compagnia Padana, Novara, 2006.
Aa.Vv., Gianfranco Miglio: le interviste, Quaderni Padani n. 69-70 della Libera Compagnia Padana, Novara, 2007.
Per un bel ricordo di Miglio con un bilancio della sua parentesi di impegno politico a cura de “La Voce del Nord”
Vedi qui.
Per capire meglio la proposta costituzionale federativa di Miglio vedi al link seguente gli interventi di Lorenzo Ornaghi e Andrea Spallino
Vedi qui.
Ottima l’analisi della prof. Cristina Bertolino sull’art.131 della Costituzione (Sono costituite le seguenti Regioni: Piemonte; Valle d’Aosta; Lombardia; Trentino-Alto Adige; Veneto; Friuli-Venezia Giulia; Liguria; Emilia-Romagna; Toscana; Umbria; Marche; Lazio; Abruzzi; Molise; Campania; Puglia; Basilicata; Calabria; Sicilia; Sardegna)
Vedi qui.
Sul “Decalogo di Assago" e l’intervento di Miglio al Senato di presentazione vedi il link seguente
Ecco infine la presentazione di Gilberto Oneto della sua proposta di macro-regioni.