Cristo nella letteratura 3 - Charles Péguy. Testimonianza e missione

Autore:
Fighera, Giovanni
Fonte:
CulturaCattolica.it
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L’esito naturale dell’esperienza di sentirsi abbracciati ed amati è l’impeto della testimonianza e della missione nei luoghi dove il Signore ci chiama a vivere e ad operare, la famiglia, il lavoro, la parrocchia, il paese o la città.
Cristo stesso inizia la sua missione a trent’anni, dopo aver vissuto come figlio, falegname, ebreo: amato fino a quel momento, quello della missione, ma poi odiato dal momento in cui testimonia la verità, Lui che è la verità.
Bene l’ha espresso Charles Péguy ne Il mistero della carità di Giovanna d’Arco:

Era generalmente amato.
Tutti gli volevano bene.
Fino al giorno in cui aveva iniziato la sua missione.
I colleghi carpentieri, gli amici, i compagni, le autorità
I cittadini,
Il padre e la madre
Trovavano tutto ciò molto positivo.
Fino al giorno in cui aveva iniziato la sua missione.
[…]
Fino al giorno in cui lui si era disturbato.
E disturbandosi aveva disturbato il mondo.
Fino al giorno in cui si rivelò
L’unico Governo del mondo.
E in cui lui si rivelò a tutti.
In cui gli eguali videro bene.
Che non aveva nessun eguale.
Allora il mondo iniziò a trovare che lui era troppo grande.
E a fargli dei problemi.


Il Maestro stesso manda i discepoli a due a due perché in tutto il mondo ammaestrino e portino la buona novella. Da allora in poi i testimoni e martiri del Vangelo andranno ovunque, sfidando fatiche, ostilità e persecuzioni perché il nome di Cristo sia noto in tutto il mondo. Gesù stesso predice che la predicazione nel suo nome sarà accompagnata da tribolazioni e persecuzioni. Il «mondo», infatti, non accetta Cristo e quelli che sono suoi. Quando la persecuzione non è fisica e materiale, come accade in molti paesi, è, però, più subdola o irrisoria, come in molte nazioni d’Europa. Nella cultura dominante l’affermazione ormai conclamata di una presunta élite intellettuale, organica al sistema del potere, apertamente o in maniera più sotterranea e in piccole dosi, ha portato alla diffusione di una mentalità scristianizzata. Vi sono autori che in maniera categorica, senza maschere e infingimenti, hanno deliberatamente vilipeso Cristo crocefisso. Si pensi ai casi dei poeti Carducci e di D’Annunzio.