Manuel Cifuentes e il suo viaggio in Italia 2 - Altri incontri nel segno di san Riccardo
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MANUEL E LA FAMIGLIA D'AMBROSIO
Da cinque anni il desiderio di una visita a S. Riccardo, per pregare per la secondogenita Michela, affetta da Artrite Idiopatica Giovanile.
Invece Angela e Gino, e Pietro (il figlio più piccolo, di undici anni), arrivano a Trivolzio solo domenica 29 Aprile 2012, per la prima volta. C'era la coincidenza di data e giorno della settimana della prematura morte, il 29 Agosto 2009, della loro Rosangela, di soli 23 anni, la maggiore dei tre figli, e da quel giorno ancor più era nato il desiderio di andare a visitare S. Riccardo. Finalmente era stata decisa la data.
In realtà piccoli intoppi non avevano permesso loro di essere a Trivolzio la domenica precedente, così c'era stato il rinvio a Domenica 29. Non sapevano né della festa di S. Riccardo, né del passaggio di Manuel, che dopo trent'anni dalla sua guarigione doveva capitare lì proprio quel giorno?
Ma seguendo la coincidenza e una traccia leggera di Rosangela: un'immaginetta di S. Riccardo ritrovata tra le sue cose, segno di un'amicizia cominciata con lui, e con l'intenzione di pregare per Michela, ormai prossima ai 18 anni, arrivano a Trivolzio.
Per conoscere meglio Rosangela, la sua vitalità e il suo affetto per i minori in difficoltà, il consiglio e' di visitare il sito www.fondazionerosangeladambrosio.org dove è raccontata la sua storia, e quella della sua famiglia rinata da quel grande dolore.
Un loro lungo pensiero sul libro di S. Riccardo: "Carissimo San Riccardo oggi siamo qui per affidarti la nostra famiglia.
Poco più di due anni fa, nostra figlia Rosangela è volata in cielo improvvisamente a soli 23 anni, in tutto il suo splendore; il Signore aveva bisogno di un Angelo e l'ha scelto dalla nostra famiglia.
Fra le cose preziose della nostra Rosangela abbiamo trovato una tua immaginetta, santo Riccardo Pampuri, che per noi è un invito a venire qui da te, ti chiediamo con tutto il nostro cuore e con tutto
il nostro Amore, di intercedere presso Dio per la guarigione di Michela, la nostra seconda figlia, affetta da una malattia unica: AIG.
Ti chiediamo la sua guarigione totale, poi ti chiediamo anche per lei, il dono della FEDE in Dio. Ti affidiamo anche il nostro piccolo Pietro, il nostro terzo figlio; intercedi presso Dio affinché cresca in età, sapienza e Grazia, come Gesù.
Ed infine, carissimo e devotissimo S. Riccardo, ti affidiamo tutta la nostra vita, affinché sia orientata verso l'AMORE DI DIO.
Intercedi presso Dio per la nostra Fede.
29-04-2012 Angela e Gino
Al termine della S. Messa delle 11.00, con sorpresa ascoltano, come tanti altri, il racconto di Manuel, dalla sua stessa voce.
E' una sorpresa grande, il cielo per un attimo si apre, e desiderano incontrarlo di persona, per raccontare la loro storia, il cambiamento della loro vita.
Con pazienza aspettano il loro momento, ed è grande la loro sorpresa: Manuel trasmette loro un grande messaggio di fede, di speranza e di amore.
Si fermeranno fino al pomeriggio, avendo saputo del libro su questo nuovo amico.
Lo incontrano di nuovo, seguendo il desiderio di fare amicizia con quest'uomo che mai avrebbero immaginato di conoscere, e che sentono già come un familiare.
MANUEL E LA FAMIGLIA DI LIA
Mentre si definivano i dettagli della cena con Manuel a Gorgonzola, mi raggiunge, inoltratami da amici di..., questa mail che Franco A. aveva scritto alcune settimane prima ad alcuni suoi amici e confratelli dopo quanto accaduto il 18 marzo a Trivolzio alla presenza di sua figlia Lia, di sua moglie Cristina e di alcuni loro confratelli.
(Nota: Lia, 15 anni, è affetta da una patologia grave, che peraltro non ha intaccato né una vivezza né una sua ben precisa consapevolezza nelle relazioni e nel rapporto con il reale).
La mail, a sua insaputa, aveva infatti cominciato a girare di gruppetto in gruppetto, di persona in persona.
Ciao amici e fratelli.
Voglio condividere con voi quanto ci è successo.
Eravamo a Trivolzio domenica 18 Marzo con il nostro gruppo di Fraternità. Trivolzio è un piccolo paese di campagna fra Milano e Pavia dove è presente il corpo di un Santo - San Riccardo Pampuri - che operò in quelle zone all'inizio del '900 curando come dottore la gente di campagna. Trivolzio è oggi meta continua di pellegrinaggi.
Eravamo alla S. Messa delle 11.00. La Chiesa era abbastanza gremita ma il corridoio centrale era sgombro.
Lia, era al fondo della chiesa con la carrozzina adiacente alla fila di banchi che si trovano a destra entrando. Gigi (un nostro caro amico della fraternità) era seduto nel banco e le teneva la manina destra, io ero in piedi dietro di lei con le mani sulle sue spalle. Tutta la Messa si è svolta nella più assoluta normalità. Di particolare forse c'era solo il fatto che Lia mi appariva più chiacchierina del solito ma con un tono di voce che si percepiva solo da chi le era immediatamente accanto. Non la si poteva certo sentire nei banchi più avanti. Al momento della Comunione il parroco, prima di dare la Comunione a chiunque altro, si è diretto con passi decisi verso di noi e rivolgendosi a Lia le ha detto quanto segue: “Ciao Lia vuoi fare la Comunione ?” e poi rivolgendosi a me “Le devo dare la particola intera o spezzarla ?”
Poi le ha dato la Comunione.
Potete immaginare lo stupore.
Come faceva a sapere il suo nome ?
Come poteva sapere che Lia ha ricevuto il Sacramento e che normalmente fa la Comunione ?
Come poteva sapere di questa necessità di darle la particola spezzata ?
E perché è voluto venire subito da lei ?
Tuttavia mi dicevo “ … magari ho capito e sentito male, non ha pronunciato il suo nome...”
Poi al termine della Messa il parroco ha preso l’Ostensorio con la reliquia del Santo e nuovamente, prima di andare da chiunque altro, con passi decisi ha attraversato di getto il corridoio centrale ed è venuto da Lia porgendole l’Ostensorio vicino alle labbra e dicendo “Ecco Lia, bacia”. Dunque non avevamo capito male, la stava proprio chiamando per nome.
La stava cercando.
Ma anche qui: come faceva a sapere che Lia non vede portandole quindi l’Ostensorio non vicino al volto (come si fa di solito) ma proprio sulla bocca in modo che lei non potesse sbagliarsi ? Mi sono allora venute domande del tipo ... ma si ricorderà di quando siamo venuti altre volte in passato ? ... qualcuno gli avrà detto che saremmo venuti ?
Al termine della Messa sono quindi andato da lui con Cristina per capire e per chiedergli esattamente quelle cose.
Volevamo capire.
Abbiamo trovato dinanzi un uomo dallo sguardo buono e pieno di attenzione ma dalla memoria incerta, che non riusciva a dare spiegazioni del perché poco prima l’aveva chiamata per nome, del perché l’aveva cercata. Il parroco quasi faticava a spiegarsi quando gli chiedevamo … non abbiamo dunque forzato oltre con le domande.
Questo è quanto è successo.
Questi sono i fatti.
Io non so spiegare perché è successo e cosa vuole comunicarci questo evento.
Mi sento però di dire che, da subito e sempre più nei giorni successivi ripensando a freddo all’accaduto, ho avuto la netta percezione che il parroco fosse come “guidato” … che un altro - San Riccardo - fosse lì presente in carne ed ossa e stesse parlando direttamente a Lia e a tutti noi.
Un abbraccio.
In comunione, Franco
La mail era arrivata (tradotta) anche a Manuel.
Questo il commento di Manuel ricevendo lo scritto: "SIN PALABRAS. UN SALUDO MUY FUERTE PARA FRANCO Y CRISTINA Y, SOBRE TODO PARA LIA.
LO QUE MÁS ME HA ASOMBRADO ES QUE, NOSOTROS NO LE VEMOS, PERO ÉL SÍ NOS VE A NOSOTROS. YA TE DIJE UNA VEZ, QUE UNO NO ENCUENTRA A SAN RICARDO, ES ÉL EL QUE VIENE A TÍ".
Gli organizzatori dell’incontro del 29 a Gorgonzola, avendo letto anch’essi la mail, propongono quindi a Franco di essere presente anche lui quella sera a Gorgonzola per raccontare ai presenti quanto accaduto.
Franco accetta e viene a Gorgonzola con la sua famiglia ed i suoi amici della Fraternità di Parma.
La sera del 29 con un certo ritardo si arriva a Gorgonzola con Manuel. Ad aspettarci circa 70 persone tra cui Lia, Franco e Cristina.
Durante la testimonianza un silenzio attento, al quale partecipa anche Lia, seduta proprio di fronte a Manuel.
Durante la cena Manuel e Lia sono vicini; le voci dei presenti s'intrecciano dopo due canzoni spagnole in onore di Manuel.
Ad un certo punto, dal tavolo vicino, mi accorgo della voce di Lia che sembra richiamare l'attenzione di mamma Cristina.
Mi volto. E sorprendo Manuel tenere la mano di Lia, con tenerezza e familiarità. E' bello osservare che la piccola Lia, tranquilla, s'addormenta qualche minuto dopo, abbandonandosi a quell'amicizia.
Certo Qualcuno "tra le quinte" ha invitato questa famiglia, e sempre "tra le quinte" ha sorriso a loro.
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Gia' se ne erano andati il piccolo Pietro e il piccolo Luigi Karol Riccardo, con il libro MANOLO E IL DOTTOR PAMPURI - P.C.E. sotto il braccio, felici di aver conosciuto Manuel (che da piccolo era stato raggiunto da San Riccardo), ma anche il grande illustratore spagnolo Arcadio Lobato e il creativo scrittore Giampiero Pizzol; e nella chiesa, tornata silenziosa, dopo il rumore ininterrotto dei passi durante il giorno, i vari santi dagli altari guardavano l'ultimo saluto tra Manuel e S. Pampuri.
Il sole ancora alto ma era gia' ora di proseguire la strada per un altro incontro, accompagnando il Dott. Pampuri nelle sue visite a domicilio...