A piedi... 5 - In cammino verso Nazareth

III giorno di viaggio – 30/12/2008 – Acri – Nazareth
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Stanco, distrutto, col ginocchio destro traballante, eccomi a vergare queste righe a Nazareth! Da non credere, veramente da non credere, sono a Nazareth!
- Stamattina dopo i primi due chilometri nella campagna, all'ingresso di un paesino, la polizia ci fa tornare indietro, facendoci prendere la trafficata statale: ci sono palestinesi in protesta. "They can hit you", dicono i poliziotti. Che strano, non pensavo proprio che ebrei e palestinesi fossero così mescolati. Anche in territorio pienamente israeliano. Forse è la tipica mentalità del luogo, che è palesemente prossima a quella presente nel meridione d'Italia, ma per strada, vedendo una comitiva muoversi, un sacco di persone in auto ci salutano a colpi di clacson… che strano paese!
Il paesaggio è verdeggiante, la temperatura mite, primaverile, quando il sole spunta alto tra nubi che vanno e vengono fa quasi caldo... tutto questo nel cuore dell'inverno, non oso pensare d'estate! Il susseguirsi di colline con piante e nodosi ulivi enormi ricorda un po' l'Italia centrale, forse più le Marche che la Toscana... un paesaggio meno bello e meno curato, però. Israele, ahimè, soprattutto lungo le strade, è una discarica a cielo aperto. È veramente impressionante, pattume ovunque, non si riescono a fare dieci metri che c'è schifezza in giro. Che peccato! Le cittadine agricole sono insignificanti, ci siamo passati ai margini. Da lontano intravediamo palazzi un po' più grossi abbarbicati sulle colline: è il primo contatto con Nazareth!
Qualche preghiera lungo il percorso, non molte, le intenzioni, l'Angelus... ogni tanto mi ricordo di affidare e mi sgorga quella che sta diventando la preghiera vera di questo pellegrinaggio, la mia: "Signore, che la mia fatica serva affinché le tue grazie sulla mia vita non muoiano... innanzi a tutto non per me, ma per esse stesse, perché esse sono belle, 'mirabile è l'opera delle Tue mani'. Ti prego, che questa bellezza non vada perduta!"
Ci infiliamo per uno sterrato in un bosco a pochi chilometri da Nazareth, mi piace immaginare che San Giuseppe ci venisse a cercare il legno per la sua bottega... rosario con Fabio, poi Vale e Barbara. I Misteri Dolorosi, è martedì... già, all'inizio del pellegrinaggio vero e proprio il richiamo al dolore e alla difficoltà, come sono giunto ora, dopo un periodo così difficile... chiamiamolo caso! Che cosa diceva don Beppe durante il pellegrinaggio a Czestochowa? "Il pellegrinaggio è la metafora della vita." Come è sempre, sempre vero!
Ci perdiamo nel bosco... gli alberi sono conifere, incredibile! Infine ci riagganciamo alla strada. Intorno alle quattro, quando già il sole sta declinando, siamo alle porte della città. Nazareth è disordinatamente abbarbicata sui colli, sempre verdeggianti. La cittadina ha un aspetto decisamente arabo-palestinese... la parte israeliana è stata ricostruita vicino, come sobborgo dal nome "Nazareth Illit". È impressionante questa mescolanza e separazione, contemporaneamente presente tra israeliani e palestinesi.
- Ci inerpichiamo per il versante della collina, la Basilica dell'Annunciazione, il cuore di Nazareth, è nella valle dall'altra parte. Il disordine e lo squallore sono sovrani. Un bambino ci spara con un fucile di plastica da un balcone... la madre, velata, compare sul balcone e glielo toglie, non l'avrei mai sperato. Molte scritte in arabo, sempre tra la confusione e il pattume, anche se la gente cui chiediamo dove sia la Basilica si mostra disponibile. Il sole è ormai tramontato e il centro di Nazareth si spande sotto di noi in un tappeto di luci, quando, poco dopo le cinque, vediamo la cupola a fiore del Santuario. Luci di Natale a parecchi balconi, grazie al Cielo sembra che ci siano parecchi cristiani. Scendiamo per vie molto ripide, strette e tortuose, passiamo per un grande mercato (chiuso), tra stretti vicoli di pietra bianca... in fondo non sono dissimili dalle strade che, esattamente qui, percorreva Nostro Signore. La discesa è molto dolorosa per la mia gamba destra, che ha iniziato a cedere dalla cima... in certi momenti mi sembra di non farcela. Offro, offro, chiedo, prego intensamente, accoratamente, semplicemente che attraverso questo sia salvata la bellezza che Lui mi ha dato... Tutto lo squallore mi intristisce, il disordine indescrivibile, la sporcizia, la parlata araba da me percepita "avversaria", dove ciascuna parola trovo abbia un sapore sinistro... eppure tutto questo è la dimostrazione chiara del metodo di Dio, che si è calato in mezzo allo schifo, tra bestiali bestemmiatori, nello squallore! "Welcome to Palestina" ci ha rivolto un attempato, gentile signore che abbiamo incrociato. Ospitale, ma considera questa terra Palestina, cioè, con ogni probabilità islam, ahimè.