Maria Santissima in Luisa Piccarreta
Maria santissima, dopo aver dato inizio, cooperando, all’opera eccelsa della discesa dell’Uomo-Dio, «compirà anche le più grandi cose che avverranno negli ultimi tempi. La formazione e l’educazione dei grandi santi, che vivranno verso la fine del mondo, sono riservate a lei, perché soltanto questa Vergine singolare e miracolosa può produrre, insieme allo Spirito Santo, le cose singolari e straordinarie- Autore:
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Ci siamo mai chiesti perché san Luigi Maria Grignion de Montfort ha scritto queste parole: «Chi vuol avere il frutto di vita, deve avere l’albero di vita, che è Maria. Chi vuol avere in sé l’operazione dello Spirito Santo, deve avere la sua Sposa fedele e indissolubile, la divina Maria, che lo rende fertile e fecondo» (Trattato della vera devozione a Maria, P. II, c. II)?
Forse sarà difficile comprendere appieno queste espressioni ricchissime, ben radicate nella sacra Scrittura, senza tener conto anche di quanto Luisa Piccarreta ci manifesta riguardo alla vita vissuta nella divina Volontà, che, cioè «la mia [di Dio] Volontà è principio, mezzo e fine d’ogni virtù… l’albero della mia Volontà, essendo il più prezioso, il più nobile e divino, il più alto, ci voleva il tempo per crescere e far conoscere i suoi frutti, sicché la Chiesa ha conosciuto il germe, e non c’è santità senza di esso; … ora deve conoscere i frutti per nutrirsi e goderseli, e questo sarà tutta la mia gloria, la mia corona» (vol. 16, 15 luglio 1923). Da queste parole comprendiamo che, col procedere dei secoli, con l’approfondirsi della vita di grazia, con lo sviluppo pieno dei doni dello Spirito santo nelle anime, si deve formare in esse quel “frutto” che l’“agricoltore divino, il Padre, desidera, perché, come dice Gesù a Luisa, «solo in quell’anima che fa in tutto il nostro Volere … godiamo il frutto completo della Creazione» (vol. 11, 8 febbraio 1915).
E’ ancora il Montfort che ci spiega che Maria santissima, dopo aver dato inizio, cooperando, all’opera eccelsa della discesa dell’Uomo-Dio, «compirà anche le più grandi cose che avverranno negli ultimi tempi. La formazione e l’educazione dei grandi santi, che vivranno verso la fine del mondo, sono riservate a lei, perché soltanto questa Vergine singolare e miracolosa può produrre, insieme allo Spirito Santo, le cose singolari e straordinarie… Infine, Dio vuole che la sua santa Madre sia conosciuta, amata e onorata ora più che mai. Ciò accadrà sicuramente se con la grazia e la luce dello Spirito Santo, i predestinati … si consacreranno interamente al suo servizio in qualità di sudditi e schiavi d’amore. … Ma chi saranno questi servi, schiavi e figli di Maria? … metteranno dappertutto il fuoco del divino amore … molto purificati dal fuoco di grandi tribolazioni e molto uniti a Dio … saranno veri apostoli degli ultimi tempi» (Trattato, P. I, c. III).
Tra questi rifulge la figura di Luisa Piccarreta. Infatti, il suo cammino spirituale, descritto nei minimi particolari nel suo Diario, presenta delle caratteristiche straordinarie, segnate da una profonda azione dello Spirito santo e da tribolazioni continue, insostenibili da creatura umana, se non sorretta da forza divina; un’unione con Dio che oltrepassa di gran lunga quella che san Giovanni della Croce indicava come il vertice raggiungibile in terra, il matrimonio mistico, da lei ricevuto in giovane età; una devozione mariana a tutta prova fin dalla più tenera età. Entrò tra le “Figlie di Maria” a 11 anni e tutta la vita meditò i misteri della sua vita, la amò, la glorificò, colloquiò con lei, sempre stretta alla corona del Rosario. A Luisa, dunque, fu spiegato che «una semplice creatura ruppe i rapporti che c’erano tra la Volontà Divina e la creatura, questa rottura distrusse i piani che la Divinità teneva nella Creazione dell’uomo, ora, ad un’altra semplice creatura … fu dato l’ufficio di dover rannodare, cimentare e mettersi in rapporti con la Volontà del suo Creatore, per riparare la prima rottura di quella prima creatura; donna la prima, donna la seconda» (Diario, vol. 16, 13 agosto 1923). La Vita divina di cui fu ricolma la Madonna crebbe in lei fino a diventare un grande “albero”, fino a che “il Verbo Eterno si sentì rapito a riposarsi sotto all’ombra del suo Eterno Volere, e restò concepito, formando la sua Umanità in quel seno verginale, in cui regnava come Re dominante il suo Supremo Volere” (ibidem). In tal modo, Ella “fu l’inizio, l’origine, il germe del Fiat Voluntas tua come in Cielo così in terra”, vale a dire, preparò la realizzazione del Regno di Dio, secondo l’invocazione del Padre Nostro.
Appare chiaro in questi scritti che l’eccellenza della figura della sempre Vergine fu dovuta, in modo fondamentale e primario, al fatto che nella sua anima ha sempre regnato Dio, poiché fin dal suo immacolato concepimento Ella non fece mai un solo atto mosso da una volontà ribelle al suo Dio. E questo a motivo del fatto che, dice Gesù a Luisa, «non appena fu formato il suo concepimento, le diedi l’uso di ragione, la dotai di tutte le scienze, le feci conoscere le nostre gioie ed i nostri dolori a riguardo della Creazione; e fin dal seno materno Lei veniva nel Cielo, ai piedi del nostro trono, per darci … il ricambio del suo amore, i suoi teneri baci ... Oh! Come era bello vedere questa innocente e privilegiata creatura, … tutta fiducia, senza paura, perché il solo peccato è quello che mette distanza tra Creatore e creatura, … e Noi … la costituimmo Regina del Cielo e della terra…. Lei conobbe che tutto il male dell’uomo era stato la rottura tra la volontà sua e quella del suo Creatore, … e senza frapporre tempo in mezzo legò la sua volontà ai piedi del mio trono, senza neppure volerla conoscere, e la mia Volontà si legò a Lei e si costituì centro di vita… Il secondo atto fu offrirsi a qualunque sacrificio per amore nostro. Il terzo, di restituirci l’onore, la gloria di tutta la Creazione, che l’uomo ci aveva tolto col fare la sua volontà» (vol. 15, 8 dicembre, 1922). Col nascere, la celeste Regina cominciò a chiedere con insistenza la venuta del Verbo sulla terra per la salvezza dei suoi fratelli e si dispose al grande sacrificio di accettare di vivere sulla terra per fare solo e sempre la Volontà di Dio. In questo modo la Mamma celeste si costituì modello per i suoi figli, coloro cioè che si disporranno a voler vivere immersi nella Volontà divina, attimo per attimo.
Se anche San Vincenzo Ferrer, San Bernardino da Siena, San Francesco di Sales, Sant’Alfonso, Suarez e con loro comunemente i teologi moderni confermano l’uso del libero arbitrio fin dal concepimento della Madonna, per scienza infusa, almeno in modo transitorio, tuttavia è chiaro che non in questo consisteva la sua santità che supera quella di tutti i santi in cielo. E’ la decisa “consegna” della sua volontà a Dio che ha attirato le compiacenze della Trinità, la quale le ha fatto dono della Sua stessa Vita divina, la grazia, in modo pieno, vale a dire nella forma della Vita della divina Volontà. Volontà per volontà, Vita per vita, Amore per amore: «tutto il valore degli atti della mia Mamma Celeste, fu perché uscivano dal seno immenso della mia Volontà Divina, cui Lei ne possedeva il suo regno, la sua Vita; non vi era moto, atto, respiro e palpito che non era pieno di Voler Supremo fino a sboccarne fuori; … così solo restai appagato, ché la mia Mamma possedendo la mia Volontà Divina, mi poteva dare baci, abbracci, amore e tutti i suoi atti che davano dell’infinito» (vol. 28, 18 ottobre 1930). Ecco, dunque, che il concepimento immacolato di Maria fu opera della Volontà divina in Lei, in questo modo: «non fece un altro germe umano, né lo distrusse, ma lo purificò, e col suo calore e luce gli tolse tutti gli umori che aveva contratto questo germe dal peccato d’Adamo, e fece ritornare il germe umano in Lei come aveva uscito dalle nostre mani creatrici» (vol. 24, 16 settembre 1928); «si schierarono intorno al suo concepimento tutti i miei meriti, le mie pene, il mio sangue, tutto ciò che conteneva la Vita d’un Uomo e Dio …. In virtù di essi restò Immacolata, bella e pura; al nemico sbarrato il passo dagli incalcolabili meriti miei e non potette recarle nessun nocumento. Era giusto che chi doveva concepire il Figlio d’un Dio, doveva essere prima Lei concepita nelle opere di questo Dio, per poter tenere virtù di concepire quel Verbo che doveva venire a redimere il genere umano» (vol. 16, 8 dicembre 1923). Alla domanda di Luisa, stupita del fatto che la Madonna era nata pura da una madre contaminata dal peccato di origine, Gesù rispose dicendo: «l’essere concepita in una creatura della razza umana non le recò nessun nocumento, perché la sua anima era immune da ogni colpa, tra la sua volontà e quella del suo Dio non c’era divisione, le correnti divine non trovavano intoppo né opposizione per riversarsi su di Lei, in ogni istante stava sotto la pioggia dirotta di nuove grazie… ed in virtù di questa Volontà Divina che agiva in Lei, si può dire che ciò che Dio è per natura, Lei è per grazia» (ibidem).
Ora, come tutte le altre creature, anche la volontà dell’Immacolata fu messa alla prova «fin dal primo istante del suo Concepimento; non appena ebbe il suo primo atto di ragione, conobbe la sua volontà umana da una parte, e la Volontà Divina dall’altra, e fu lasciata libera a quale delle due volontà doveva aderire, e Lei, senza perdere un istante e conoscendo tutta l’entità del sacrificio che faceva, ci donò la sua volontà, senza volerla più conoscere, e Noi le facemmo dono della nostra, ed in questo scambio di donazione di volontà d’ambo le parti, affluirono tutti i pregi, le bellezze, i prodigi, i mari immensi di grazia nell’Immacolato Concepimento della più privilegiata di tutte le creature… ed il nostro più grande prodigio fu che in ogni suo pensiero, parola, respiro, palpito, moto e passo, il nostro Volere sboccava su di Lei e Lei ci offriva l’eroismo d’un pensiero, d’una parola, d’un respiro, d’un palpito divino ed eterno operante in Essa» (vol. 17, 8 dicembre 1924). Ecco perché la Vergine Maria ha partecipato perfettamente anche a tutto ciò che Cristo ha fatto nella Sua vita, comprese le riparazioni, e così ha acquisito la perfetta partecipazione alla Sua regalità, in questo modo: «come mi concepì prese l’ufficio di Corredentrice e prese parte, ed abbracciò insieme con Me tutte le pene, le soddisfazioni, le riparazioni, l’amore materno verso tutti; sicché nel cuore della Madre mia c’era una fibra d’amore materno verso ciascuna creatura» (vol. 17, 1 maggio 1925). Maria, così, costituì «l’anello di congiunzione tra il Creatore e la creatura, spezzato da Adamo … menoché qualcuno ingrato rifiuti di ricevere il cemento dell’amore della Mamma sua» (vol. 30, 8 dicembre 1931).
Ella così acquistò la Maternità divina volta, con amore universale, a tutti i figli del Padre suo, fino a consentirle di possedere «la sovranità su tutte le creature e su ciascuno degli atti e beni che possono fare, in modo che se esse pensano santamente, Lei è come canale dei santi pensieri, e quindi tiene la sovranità su di essi, se parlano, se operano, se camminano santamente, il principio di tutto ciò scende dalla Vergine, e … non c’è bene che si faccia che da Lei non discenda…. Ciò successe anche di Me, che dovendo essere il Redentore di tutti, dovevo contenere in Me tutti i beni della Redenzione, Io sono il canale, la fonte, il mare dove partono tutti i beni dei redenti e posseggo per natura il diritto di sovrano sopra di tutti gli atti e beni che fanno le creature; il nostro regnare non è come il regnare delle creature, che dominano e regnano sugli atti esterni di esse, … invece da Me esce la vita di tutto l’operato interno ed esterno delle creature» (vol. 23, 20 febbraio 1928). Viene qui con precisione delineata la struttura del Corpo mistico di Cristo, nel quale la grazia affluisce da Capo, quale sommo Principio e unico Mediatore, attraverso la Vergine che partecipa a questa mediazione, quasi “collo” del Capo del Corpo mistico. Ecco in che senso la regalità di Maria si esprime nelle nostre anime e perché è decreto che il Suo Cuore immacolato trionfi. Ella ha già trionfato nella Volontà di Dio, la quale, invincibile, ha già vinto sulla storia, sul male, sul demonio e sulla volontà umana ribelle, nella Croce. Noi, dunque, siamo chiamati ad imitare Maria santissima precisamente nell’atto di “consegna”, offerta totale, sacrificio completo della nostra volontà a Dio, così da lasciarci “vincere” da Dio e, nel contempo, da “vincerLo” per amore. Questo atto sarà più agevole e perfetto se compiuto in Maria, per Maria e con Maria, nella piena consacrazione di noi stessi a Lei.
Ecco che i richiami costanti fatti dalla Madre celeste in particolare dall’800 in poi, nelle varie apparizioni, trovano ampio eco negli scritti di Luisa, dove si ritrovano pressanti appelli alla conversione, alla frequenza ai Sacramenti, alla pratica delle virtù e dei doni, della penitenza, della preghiera perseverante. Pure in essi la centralità della figura di Maria santissima nel cammino di santità, la mediazione universale della Madre di Dio nella via della salvezza si collegano strettamente con il richiamo alla realizzazione del Regno di Dio in noi, secondo la preghiera del Padre nostro. E se la nostra Madre ha tanto sofferto ed impetrato la Redenzione, non farà lo stesso perché il suo Cuore regni in noi? Ora, se il suo Cuore è totalmente sottomesso a Quello di Dio, così che Ella non vuole se non quello che vuole Dio, il suo Regno potrà essere diverso dal Regno della Volontà divina nelle creature, così che la loro volontà non sia altro che Quella di Dio e, di conseguenza, quella di Maria? Il vero nemico dell’uomo non è, in definitiva, la sua volontà quando si allontana da Dio? Il demonio e il mondo potrebbero qualcosa sull’uomo se la sua volontà fosse strettamente legata e orientata a Quella di Dio?
Il Montfort ci conferma: «l’Altissimo e la sua santa Madre intendono plasmare dei santi così eccelsi, da superare in santità la maggior parte degli altri santi, quanto i cedri del Libano sorpassano gli arbusti» (Trattato, P. I, c. II, Conclusioni). Ecco che cosa scrisse, in proposito, Luisa Piccarreta in riferimento a quanto Gesù le insegnò: «voglio che venga a regnare la mia Volontà sulla terra. A questo si unisce la mia Mamma Celeste, la quale senza mai cessare mi dice… : “Figlio, fa presto, non più indugiare, usa i tuoi stratagemmi d’amore, fatelo da quel Dio Potente che siete, fa che il tuo Volere investa tutti, e con la sua Potenza e Maestà, uniti ad un Amore che nessuno li potrà resistere, prenda possesso di tutti e vi regni come in Cielo così in terra”. … “Figlio mio, Figlio del mio cuore, mi hai fatto Regina e Madre, ed il mio popolo, ed i miei figli, dove sono? … posseggo il mio regno e non ho il mio popolo che vivano della stessa Volontà della loro Regina, … dove troverò la gioia, la felicità della mia Maternità? Perciò fa che regni il Fiat Divino, e allora la Mamma tua sarà felice e avrò il popolo ed i figli miei che vivranno insieme con me, con la stessa Volontà della Madre loro”. Credi tu che a questo parlare della Madre mia che mi fa risuonare continuamente all’orecchio … io possa restare indifferente? Non lo posso, e neppure lo voglio. Molto più che Lei mai mi ha negato nulla …; tu unisciti con Noi e sospira e prega che la mia Volontà sia conosciuta e venga a regnare sulla terra”…. In questo mentre me la sono sentita vicina, che nascondendomi sotto il suo manto azzurro e prendendomi nel suo grembo materno, con un amore che non so dire mi ha detto: “Figlia del mio materno cuore, il regno della Divina Volontà sarà regno mio, a Me la Trinità Sacrosanta me lo ha affidato, … perciò i miei sospiri sono ardenti, le mie preghiere incessanti, … affinché il mio regno trionfi sulla faccia della terra … ognuno di questi figli che vivranno in esso, mi darà tanta gloria, da raddoppiarmi la gloria che posseggo … perciò nel mio cuore li chiamo sempre e vo’ ripetendo: “Figli miei, figli miei, venite alla Mamma vostra, amatemi da Madre come Io vi amo da figli, se non vivrete di quella stessa Volontà che Io visse, non possiate darmi l’amore di veri figli, né possiate conoscere dove giunge il mio amore per voi”» (vol. 34, 10 febbraio 1937).