Loreto: che siano una sola cosa perché il mondo veda

Autore:
Ezio, Cristina
Fonte:
CulturaCattolica.it
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Lunedì, il nostro pellegrinare si fa sentire un pochino nei muscoli, ma, vi assicuro che è niente al confronto con ciò che abbiamo visto, udito e vissuto.
Essere lì ci ha fatto sentire parte di un popolo con le idee chiare, di persone che vogliono essere i protagonisti della loro storia… e non subirla.
Ci è stato ricordato che siamo mendicanti di un significato e che solo Maria ci guida con il suo essersi resa disponibile al disegno di Dio su di noi. Anche noi ogni giorno dobbiamo fare memoria dell’incontro che ci ha cambiato la vita.
Il pellegrino è colui che si affida, una testimonianza commovente è stata quella di un sacerdote della fraternità di S. Carlo Borromeo, missionario a Novosibirsk.
In un paese lì vicino ha conosciuto una donna anziana che ai tempi di Stalin, era stata deportata in Siberia con il marito e i suoi 3 figli.
Erano stati abbandonati nella steppa a meno 30°, hanno costruito una buca nella neve per ripararsi dal freddo, ma dopo un pò la fame era insopportabile e il marito uscito in cerca di cibo, non è più ritornato, i figli sono morti di fame e lei si è salvata per l’aiuto dei vicini.
Il missionario le ha chiesto: “Come fai ad avere ancora la Fede?” Lei gli ha risposto, che ringraziava ancora il Signore del dono di suo marito e del tempo che avevano vissuto insieme, del dono dei figli e per il tempo che glieli aveva lasciati e che non odiava nessuno per quello che gli era successo, neanche Stalin.
Sta a noi riconoscere in questa testimonianza la grandezza della fede.
Anche le testimonianze di Eugenia Roccella e di Magdi Allam ci hanno richiamati al senso della “famiglia” e della sacralità della vita.

All’arrivo a Loreto la commozione appaga la tua stanchezza (non la elimina), la gente ti aspetta, c’è chi si commuove con te, chi ti saluta dal balcone, chi ti offre ospitalità a sua casa “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”
E’ andato tutto molto bene, eravamo convinti di trascorrere una notte in “ammollo” sotto la pioggia battente, invece no, e poi i canti, le preghiere, le intenzioni, gli incoraggiamenti del vescovo che dice di vedere “l’alba a mezzanotte” giusto per darti coraggio, le testimonianze, l’accoglienza della gente nei vari paesi che sembrava di entrare in una festa del paese, i fuochi artificiali, il popolo in cammino, la colazione a Chiarino... e poi è arrivata l’alba e il cielo ha cominciato a far vedere i suoi colori...i canti napoletani per festeggiare il nuovo giorno... o sole mio... sta lontano da sto core e altri ancora.
“Che siano una sola cosa perché il mondo veda che siano un solo amore perché il mondo creda”.
L’anno prossimo sarà il 30°anniversario e il pellegrinaggio si svolgerà il 7 giugno.

Se volete notizie più precise delle nostre andate su www.pellegrinaggio.org - info@pellegrinaggio.org