Condividi:

Zawahiri, Bush e il Papa

Autore:
Salina, Giorgio
Fonte:
CulturaCattolica.it
Tentativamente qualche ragionamento sull'Islam.

I fatti sui quali varrebbe la pena soffermarsi e ragionare sono molti, ma una notizia di questa mattina, sabato 30 settembre, merita di essere commentata.

Nei giorni scorsi, con un’abile regia mediatica, era stato annunciato un intervento di Zawahiri, il medico egiziano numero due di Al Qaeda, il “vice” di Bin Laden, circa Presidente degli Stati Uniti George W. Bush e il Papa, e puntualmente l’intervento c’è stato, è stato diffuso da tutte le emittenti arabe, e ripreso da quelle occidentali.

Del Papa, ancora a seguito dell’ormai celeberrimo discorso di Regensburg (purtroppo non per il suo altissimo valore morale e culturale) Zawahiri ha detto: «Questo ciarlatano ha accusato l’Islam di essere incompatibile con la razionalità, quando si dimentica che il Cristianesimo è inaccettabile per una mente assennata.» Qualche fonte aggiunge che avrebbe qualificato il Santo Padre di “anticristo”.

Ormai è evidente a tutti che fraintendere il discorso di Regensburg, per ignoranza, [1] o molto più probabilmente in malafede [2], è dettato dal “creare” artificiosamente la circostanza per agitare il panorama politico e sociale. Con le famose “vignette”, il tentativo era stato fatto, ma poi si era spento, questa invece è un’occasione troppo importante, che vale la pena mantenere viva: poter additare come nemico addirittura il Papa.

Poco importa confutare nel merito le dichiarazioni di Zawahiri che si commentano da sole, e che, oltre all’oltraggio, mettono insieme il Papa, Bush e la situazione in Darfur, facendoli apparire come frutto di un’unica grande strategia contro l’Islam. Ciò che merita di essere sottolineato è il perché di questa insistenza, e quindi la pericolosità di tali affermazioni. Perché con queste espressioni e questi temi è facile accendere gli animi delle popolazioni mussulmane.

La constatazione che occorre sottolineare è che su questi temi – Israele, Stati Uniti, Occidente cristiano oppressore dell’Islam, soprattutto se fusi insieme – è facilissimo aggregare gli arabi in una vera e propria campagna di odio violento, come si usa dire in termini giornalistici: è facile incendiare le masse arabe. E perché questo? Certamente perché la creazione dello stato di Israele appare tuttora come una ferita bruciante per i diritti e la dignità araba; come sanno tutti quelli che sono stati nelle zone islamiche, posso testimoniare che visitando molti Paesi arabi questo sentimento, per altro spesso alimentato ad arte, è palpabile nell’aria [3]. Certamente però anche perché nel mondo arabo non si conoscono assolutamente cultura, pregi, difetti, errori ma anche conquiste di civiltà, dell’occidente; anzi l’occidente viene citato per essere irriso e commiserato, quando va bene (vedi episodio dei Taxisti di cui alla nota 1). Senz’altro meno di quanto si conosca l’Islam in occidente, dove pure c’è una notevole ignoranza, anche se, almeno recentemente si moltiplicano le pubblicazioni di articoli, saggi e libri sull’argomento; cosa che non avviene nel mondo arabo. Tutto ciò, vien da pensare che risponda ad una strategia precisa, probabilmente per tacitare gravi problemi interni.

A questo punto nei dibattiti in cui si cerca di ragionare su questo problema, regolarmente si dice che non tutto il mondo arabo è così, anzi questa è una minoranza, la maggioranza è moderata e non condivide queste posizioni estremiste. Non credo sia lecito negare del tutto quest’affermazione, anzi auspichiamo sia vera, non aspettiamo altro che di verificarla nella realtà, tuttavia due considerazioni:

  • Visitando molti Paesi arabi si constata che questa “maggioranza” che non possiamo escludere esista, probabilmente, per quanto detto prima, non è poi così schiacciante (i terroristi si sono un’esigua minoranza, ma qui non stiamo parlando di terroristi): è ben difficile credere che in concreto ovunque una sparuta minoranza detti le sorti e le strategie del Paese, anche se quasi tutti, se non tutti i Paesi arabi, sono delle dittature.
  • Dando per scontato che questa “maggioranza” ci sia, dov’è? Non la si vede, e non la si sente, neppure nei Paesi occidentali dove è significativa la presenza araba e mussulmana. In Italia, ad esempio, solo un uomo coraggioso e dignitoso, nel senso più nobile del termine, agisce come dovrebbe fare questa maggioranza moderata: Magdi Allam. E gli altri dove sono? Dove e come fanno sentire la loro voce? Questa non è una questione indifferente: vuol dire che gli obiettivi, la politica, le strategie ed i metodi sono decisi dalla “minoranza non moderata”, quindi il risultato non cambia.


Allora il problema si fa molto serio: come arginare questo tentativo di conquista pacifica della nostra casa? La domanda non è retorica ne teorica; forse il primo passo è rendersene conto. E il secondo è rivalutare l’importanza della nostra identità, consolidata nella storia, non per opporla ma per confrontarla schiettamente. Il terzo passo può essere la determinazione di far rispettare, non assumere, ma rispettare si, le nostre tradizioni i nostri usi, ed accettare le nostre leggi. (Altro che rimuovere i crocifissi, o trovare l’escamotage per consentire la poligamia! Ciò che è sorprende è che quest’ultima ipotesi sia sostenuta anche da chi dice di battersi per la “liberazione della donna” – sic! –). Tutto questo è molto meno di quello che è imposto agli occidentali nei Paesi islamici, quindi non è reciprocità, bensì normale regola di ordinata convivenza.

Mi sia permesso dire che gli episodi riportati nelle due note a fine testo, sono molto più indicativi di quanto non sembri a prima vista. Con riferimento alla seconda nota, ad esempio: sembra possibile che giornalisti laureati all’estero, già corrispondenti esteri a Parigi e Londra, possano scrivere in quel modo? Non potendosi citare l’ignoranza, occorre ammettere o la malafede o la paura.

Un’ultima notazione: come tutti sappiamo il Vice Presidente del Parlamento europeo, l’on. Mario Mauro, ha trasmesso a tutti gli Eurodeputati il testo integrale del discorso di Regensburg, suggerendo di leggerlo prima di commentarlo. Tranne una risposta in conferenza stampa da parte del Portavoce della Commissione esecutiva, che si richiamava alla libertà d’espressione, silenzio da parte delle Istituzioni europee, in particolare dei Parlamentari. Mentre da un lato forse anche la lettura del testo ha evitato commenti scomposti, è altresì vero che nessuno ha detto nulla in difesa del Papa, e se si paragona questo silenzio con il clamore delle prese di posizione a seguito delle “vignette” irriverenti, … beh la cosa è francamente triste.

Note

[1] Ricordo che mi aveva molto colpito la chiacchierata con due Taxisti durante il tragitto dall’aeroporto alla città, in due Paesi arabi lontani tra loro. Entrambi, praticamente con le stesse parole mi hanno detto: a) poiché Allah è il vero Dio è giusto e doveroso non ammettere altre religioni, b) come è possibile credere che Dio, che è uno ma anche tre, sia diventato un uomo nascendo da una donna che è anche sua figlia? Siamo proprio matti. Evidentemente è un’interpretazione, un atteggiamento studiato, propagandato e diffuso su larga scala con chiaro intento denigratorio.

[2] Un Funzionario di una Società nazionale in un Paese arabo si era laureato in ingegneria a Stoccolma, e aveva sposato una Svedese. Dopo, credo, un anno di lavoro in Svezia la coppia è tornata nel Paese originario del nostro ingegnere, il quale, passato un certo tempo, ha ritenuto opportuno acquisire una seconda moglie. La Signora svedese in mezza giornata ha preso l’aereo ed è ritornata a casa sua. La pubblica opinione ed i giornali locali hanno severamente stigmatizzato l’abbandono del tetto coniugale da parte della moglie.

[3] Sentimento alimentato anche da fatti solo apparentemente poco influenti: in alcuni Paesi arabi, come noto, è vietata l’importazione di Coca Cola perché commercializzata in Israele; è permessa la Pepsi Cola, e così per diversi altri prodotti o Aziende esportatrici.

Vai a "Regensburg: Il tutto nel frammento"