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Il disprezzo di Dio

Autore:
Oliosi, Gino
Fonte:
CulturaCattolica.it
Le popolazioni dell'Africa e dell'Asia ammirano, sì, le prestazioni tecniche dell'Occidente e la nostra scienza, ma si spaventano di fronte ad un tipo di ragione che esclude totalmente Dio dalla visione dell'uomo, ritenendo questa la forma più sublime della ragione, da insegnare anche alle loro culture. La vera minaccia per la loro identità non la vedono nella fede cristiana, ma invece nel disprezzo di Dio e nel cinismo che considera il dileggio del sacro un diritto della libertà ed eleva l’utilità a supremo criterio per i futuri successi della ricerca...

“Le popolazioni dell’Africa e dell’Asia ammirano, sì, le prestazioni tecniche dell’Occidente e la nostra scienza, ma si spaventano di fronte ad un tipo di ragione che esclude totalmente Dio dalla visione dell’uomo, ritenendo questa la forma più sublime della ragione, da insegnare anche alle loro culture. La vera minaccia per la loro identità non la vedono nella fede cristiana, ma invece nel disprezzo di Dio e nel cinismo che considera il dileggio del sacro un diritto della libertà ed eleva l’utilità a supremo criterio per i futuri successi della ricerca. Cari amici, questo cinismo non è il tipo di tolleranza e di apertura culturale che i popoli aspettano e che tutti noi desideriamo! La tolleranza di cui abbiamo urgente bisogno comprende il timor di Dio – il rispetto di ciò che per l’altro è cosa sacra. Ma questo rispetto per ciò che gli altri ritengono sacro presuppone che noi stessi impariamo nuovamente il timor di Dio. Questo senso di rispetto può essere rigenerato nel mondo occidentale soltanto se cresce di nuovo la fede in Dio, se Dio sarà di nuovo presente per noi e in noi”.
Oggi è urgente una stretta collaborazione tra teologi, pastori e reali esperienze di credenti, soprattutto nel mondo Occidentale che sta attraversando – come afferma Benedetto XVI nell’intervista televisiva del 14 agosto 2006 – “un’ondata di nuovo drastico illuminismo o laicismo, comunque lo si voglia chiamare. Credere è diventato difficile (sempre meno praticanti, sempre meno battesimi, in genere sempre meno influsso sulla vita sociale), poiché il mondo in cui ci troviamo è fatto completamente da noi stessi e in esso Dio, per così dire, non compare più direttamente. Non si beve alla fonte, ma da ciò che, già imbottigliato, vi viene offerto. Gli uomini si sono ricostruiti il mondo loro stessi, e trovare Lui dietro a questo mondo è diventato difficile. Questo è qualcosa che si verifica sempre più in tutto il mondo, in particolare in quello occidentale.
D’altra parte, però, l’Occidente oggi viene toccato fortemente da altre culture, in cui l’elemento religioso originario è molto forte, e che sono inorridite per la freddezza che riscontrano in Occidente nei confronti di Dio. E questa presenza del sacro in altre culture, anche se velata in molte maniere, tocca nuovamente il mondo occidentale, tocca noi, che ci troviamo al crocevia di tante culture.
E anche dal profondo dell’uomo in Occidente sale nuovamente la domanda di qualcosa “di più grande”. Lo vediamo nella gioventù, nella quale c’è la ricerca di un di “più”: in certo modo il fenomeno religione – come si dice ritorna, anche se si tratta di un movimento di ricerca piuttosto indeterminato. Ma con tutto ciò la Chiesa è di nuovo presente, la fede si offre come risposta… occorre che si veda che credere è bello, che la gioia di una grande comunità universale significa un sostegno, che dietro di essa c’è qualcosa di importante e che quindi insieme ai nuovi movimenti di ricerca vi sono nuovi sbocchi alla fede, che ci conducono gli uni verso gli altri e che sono anche positivi per la società nel suo insieme…” [...] “Dobbiamo riscoprire Dio e non un dio qualsiasi, ma il Dio con un volto umano, poiché quando vediamo Gesù Cristo vediamo Dio.
E a partire da questo dobbiamo trovare le vie per incontrarci a vicenda nella famiglia, fra le generazioni e poi anche fra le culture e i popoli, e le vie per la riconciliazione e la convivenza pacifica in questo mondo.
Le vie che conducono verso il futuro non le troviamo se non riceviamo, per così dire, luce dall’alto… (l’importanza del rapporto fra esperienze di credenti stupiti e teologi, fra filosofi, teologi e pastori)”.
Dal momento che l’alleanza instaurata da Dio è comprensibile, dicibile, si può riconoscere la capacità che possiede la ragione umana di raggiungere la verità come pure la sua capacità metafisica di conoscere Dio a partire dal creato. In un mondo che spesso ha perso anche la speranza di poter cercare e trovare la verità cioè la risposta alle domande di fondo che caratterizzano il percorso di ogni esistenza umana, il messaggio di Cristo testimonia la possibilità a disposizione della ragione umana. In tempi di grave crisi per la ragione, la fede viene in suo aiuto e si fa suo avvocato, perché la fede e la ragione sono come due ali con le quali lo spirito umano si innalza verso la realtà in tutti gli ambiti cioè verso la verità che libera dalla schiavitù dell’ignoranza. “Cari insegnanti di religione e cari educatori! – Benedetto XVI nella Celebrazione dei Vesperi nella Cattedrale di München – Vi prego di cuore di tener presente nella scuola la ricerca di Dio, di quel Dio che in Gesù Cristo si è reso a noi visibile”.
La liturgia guida ad esprimere il messaggio fondamentale della fede, che naturalmente si inserisce nell’attualità di oggi, in cui vogliamo anzitutto cercare la collaborazione dei popoli, e le vie possibili verso la riconciliazione e la pace”.
Solo così possiamo nuovamente sentire per amore il timor di Dio, crescendo la fede, la ragionevolezza della fede e la sua verificabilità in un di più di umanità.

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