Benedetto XVI a Marcello Pera 2: la multiculturalità

«Non meno impressionato sono stato dalla Sua analisi della libertà e dall’analisi della multiculturalità in cui Ella mostra la contraddittorietà interna di questo concetto e quindi la sua impossibilità politica e culturale».
Autore:
Oliosi, Don Gino
Fonte:
CulturaCattolica.it
Vai a "Magistero: Approfondimenti"

Pera affronta, nel capitolo terzo, il rapporto tra liberalismo e relativismo: “Se il relativismo è corretto, il liberalismo sbaglia con la sua pretesa di validità universale, con i suoi diritti di tutta l’umanità, con la sua idea di produrre un regime migliore degli altri”. Perciò il relativismo è incompatibile con il liberalismo, e a maggior ragione con il cristianesimo il cui Fondatore ha detto: “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14,6) cioè la via attraverso un volto umano al Dio vivente, Padre, Figlio, Spirito Santo da cui tutto proviene e verso cui tutto è destinato. Viene rovesciata così la tesi diffusa che un atteggiamento relativistico, non metafisico, non religioso, sia invece indispensabile per la realizzazione di una società libera, democratica.
Pera esamina il multi culturalismo dopo aver parlato del relativismo, con il quale il multi culturalismo ha un legame profondo. Non si tratta semplicemente del dato di fatto che le società moderne sono complesse e contengono al loro interno minoranze, comunità, gruppi di varie etnie e culture. Specifica e decisiva dell’approccio culturale è la convinzione che non possono esistere criteri per valutare se una cultura sia migliore o peggiore di un’altra: ogni forma di cultura avrebbe infatti caratteristiche proprie e irriducibili e meriterebbe il medesimo rispetto delle altre. Pera riconosce il contributo delle culture alla formazione dell’identità delle persone e alla stessa vita di una società libera, a condizione però che siano rispettati, e prevalgano su ogni differenza culturale, i diritti fondamentali e naturali delle persone attraverso un giudizio sulle culture. Proprio qui il multi culturalismo mostra il proprio limite, perché la sua logica interna lo conduce a misconoscere il carattere universale e inalienabile di tali diritti. Le sue conseguenze pratiche sono a loro volta spesso incresciose: esso rende la più ampia società insicura di sé e può condurla a ripudiare la propria identità sia culturale e sia religiosa, di altro canto non facilita ma ostacola una effettiva integrazione degli immigrati.