Il Papa a Toronto
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FESTA DI ACCOGLIENZA DEI GIOVANI
Toronto, Exhibition Place - Giovedì, 25 luglio 2002
Carissimi giovani!
1. Quella che abbiamo or ora ascoltato è la Magna charta del cristianesimo: la pagina delle Beatitudini. Abbiamo rivisto con gli occhi del cuore la scena di allora. Una folla di persone attornia Gesù sulla montagna: uomini e donne, giovani e anziani, sani e ammalati, venuti dalla Galilea, ma anche da Gerusalemme, dalla Giudea, dalle città della Decapoli, da Tiro e Sidone. Sono tutti in attesa di una parola, di un gesto che possa dare loro conforto e speranza.
Anche noi siamo qui raccolti, stasera, per metterci in ascolto del Signore. Vi guardo con grande affetto: venite da varie regioni del Canada, degli Stati Uniti, dell'America centrale e meridionale, dell'Europa, dell'Africa, dell'Asia, dell'Oceania. Ho ascoltato le vostre voci festose, le vostre grida, i vostri canti ed ho percepito l'attesa profonda che pulsa nei vostri cuori: voi volete essere felici!
Cari giovani, numerose e allettanti sono le proposte che vi sollecitano da ogni parte: molti vi parlano di una gioia che si può ottenere con il denaro, con il successo, con il potere. Soprattutto vi dicono di una gioia che coincide con il piacere superficiale ed effimero dei sensi.
2. Cari amici, alla vostra giovane voglia di essere felici il vecchio Papa, carico di anni ma ancora giovane dentro, risponde con una parola che non è sua. E' una parola risuonata duemila anni or sono. L'abbiamo riascoltata stasera: "Beati...". La parola-chiave dell'insegnamento di Gesù è un annuncio di gioia: "Beati...".
L'uomo è fatto per la felicità. La vostra sete di felicità è dunque legittima. Per questa vostra attesa Cristo ha la risposta. Egli però vi chiede di fidarvi di Lui. La gioia vera è una conquista, che non si raggiunge senza una lotta lunga e difficile. Cristo possiede il segreto della vittoria.
Voi conoscete gli antefatti. Li narra il Libro della Genesi: Dio creò l'uomo e la donna in un paradiso, l'Eden, perché li voleva felici. Il peccato sconvolse purtroppo i suoi progetti iniziali. Dio non si rassegnò a questo scacco. Mandò il suo Figlio sulla terra per ridare all'uomo una prospettiva di cielo ancora più bella. Dio si fece uomo - i Padri della Chiesa lo hanno rilevato - perché l'uomo potesse diventare Dio. Questa è la svolta epocale, che l'Incarnazione ha impresso alla storia umana.
3. Dove sta la lotta? La risposta ce la dà Cristo stesso. "Pur essendo di natura divina", ha scritto san Paolo, Egli "non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma... assumendo la condizione di servo..., umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte" (Fil 2, 6-8). E' stata una lotta fino alla morte. Cristo l'ha combattuta non per sé ma per noi. Da quella morte è sbocciata la vita. La tomba del Calvario è diventata la culla dell'umanità nuova in cammino verso la felicità vera.
Il "Discorso della Montagna" traccia la mappa di questo cammino. Le otto Beatitudini sono i cartelli segnaletici, che indicano la direzione da seguire. E' un cammino in salita, ma Lui lo ha percorso per primo. Ed Egli è disposto a ripercorrerlo con voi. Ha detto un giorno: "Chi segue me, non cammina nelle tenebre" (Gv 8, 12). E in un'altra circostanza ha aggiunto: "Vi ho detto queste cose, perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena" (Gv 15, 11).
E' camminando con Cristo che si può conquistare la gioia, quella vera! Proprio per questa ragione Egli vi ha ripetuto anche oggi un annuncio di gioia: "Beati...".
Accogliendo ora la sua Croce gloriosa, quella Croce che ha percorso insieme ai giovani le strade del mondo, lasciate risuonare nel silenzio del vostro cuore questa parola consolante ed impegnativa: "Beati...".
(Processione con la Croce dell'Anno Santo)
4. Raccolti attorno alla Croce del Signore, guardiamo a Lui: Gesù non si è limitato a pronunciare le Beatitudini; le ha vissute. Ripercorrendo la sua vita, rileggendo il Vangelo, si rimane meravigliati: il più povero dei poveri, l'essere più dolce tra gli umili, la persona dal cuore più puro e misericordioso è proprio Lui, Gesù. Le Beatitudini non sono che la descrizione di un volto, il suo Volto!
Al tempo stesso, le Beatitudini descrivono il cristiano: esse sono il ritratto del discepolo di Gesù, la fotografia dell'uomo che ha accolto il regno di Dio e vuole sintonizzare la propria vita con le esigenze del Vangelo. A questo uomo Gesù si rivolge chiamandolo "beato".
La gioia che le Beatitudini promettono è la gioia stessa di Gesù: una gioia cercata e trovata nell'obbedienza al Padre e nel dono di sé ai fratelli.
5. Giovani del Canada, di America e di ogni parte del mondo! Guardando a Gesù voi potete imparare che cosa significhi essere poveri in spirito, umili e misericordiosi; che cosa voglia dire ricercare la giustizia, essere puri di cuore, operatori di pace.
Con lo sguardo fisso su di Lui, voi potete scoprire la via del perdono e della riconciliazione in un mondo spesso in preda alla violenza e al terrore. Abbiamo sperimentato con drammatica evidenza, nel corso dell'anno passato, il volto tragico della malizia umana. Abbiamo visto che cosa succede quando regnano l'odio, il peccato e la morte.
Ma oggi la voce di Gesù risuona in mezzo alla nostra assemblea. La sua è voce di vita, di speranza, di perdono; è voce di giustizia e di pace. Ascoltiamola!
6. Cari amici, la Chiesa oggi guarda a voi con fiducia e attende che diventiate il popolo delle beatitudini.
Beati voi, se sarete come Gesù poveri in spirito, buoni e misericordiosi; se saprete cercare ciò che è giusto e retto; se sarete puri di cuore, operatori di pace, amanti e servitori dei poveri. Beati voi!
Solo Gesù è il vero Maestro, solo Gesù presenta un messaggio che non muta, ma che risponde alle attese più profonde del cuore dell'uomo, perché Lui solo sa "quello che c'è in ogni uomo" (Gv 2,25). Oggi Egli vi chiama ad essere sale e luce del mondo, a scegliere la bontà, a vivere nella giustizia, a diventare strumenti di amore e di pace. La sua chiamata ha sempre richiesto una scelta tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre, tra la vita e la morte. Lo stesso invito è rivolto oggi a voi che siete qui, sulle rive del lago Ontario.
7. Quale chiamata sceglieranno di seguire le sentinelle del mattino? Credere in Gesù significa accogliere ciò che Egli dice, anche se è in contro-tendenza rispetto a ciò che dicono gli altri. Significa rifiutare le sollecitazioni del peccato, per quanto attraenti esse siano, e incamminarsi sulla strada esigente delle virtù evangeliche.
Giovani che mi ascoltate, rispondete al Signore con cuore forte e generoso! Egli conta su di voi. Non dimenticate: Cristo ha bisogno di voi per realizzare il suo progetto di salvezza! Cristo ha bisogno della vostra giovinezza e del vostro generoso entusiasmo per far echeggiare il suo annuncio di gioia nel nuovo millennio. Rispondete al suo appello ponendo la vostra vita a servizio di Lui nei fratelli! Fidatevi di Cristo, perché Egli si fida di voi.
8. Signore Gesù Cristo, pronuncia ancora una volta
le tue Beatitudini davanti a questi giovani,
convenuti a Toronto per la loro Giornata Mondiale.
Guarda con amore e ascolta questi giovani cuori,
che sono disposti a rischiare il loro futuro per Te.
Tu li hai chiamati ad essere "sale della terra e luce del mondo".
Continua ad insegnare loro la verità e la bellezza
delle prospettive da Te annunciate sulla Montagna.
Rendili uomini e donne delle Beatitudini!
Risplenda in loro la luce della tua sapienza,
così che con le parole e con le opere sappiano
diffondere nel mondo la luce ed il sale del Vangelo.
Fa' di tutta la loro vita un riflesso luminoso di Te,
che sei la Luce vera, venuta in questo mondo,
perché chiunque crede in Te non muoia,
ma abbia la vita eterna (cfr Gv 3, 16)!
VEGLIA CON I GIOVANI
Toronto, Downsview Park - Sabato, 27 luglio 2002
Carissimi giovani!
1. Quando, nell'ormai lontano 1985, ho voluto dare inizio alle Giornate Mondiali della Gioventù, avevo nel cuore le parole dell'Apostolo Giovanni che abbiamo ascoltato stasera: "Ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita... noi lo annunziamo anche a voi" (cfr 1 Gv 1, 1.3). E immaginavo le Giornate Mondiali come un momento forte nel quale i giovani del mondo avrebbero potuto incontrare Cristo, l'eternamente giovane, ed imparare da Lui a divenire gli evangelizzatori degli altri giovani.
Questa sera, insieme con voi, benedico e rendo grazie al Signore per il dono fatto alla Chiesa attraverso le Giornate Mondiali della Gioventù. Milioni di giovani vi hanno partecipato, traendone motivazioni di impegno e di testimonianza cristiana. Ringrazio in particolare voi, che accogliendo il mio invito vi siete raccolti qui a Toronto per "dire davanti al mondo la vostra gioia di aver incontrato Gesù Cristo, il vostro desiderio di conoscerlo sempre meglio, il vostro impegno di annunciare il Vangelo di salvezza fino agli estremi confini della terra" (Messaggio per la XVII Giornata Mondiale della Gioventù, 5).
2. Il nuovo millennio si è inaugurato con due scenari contrastanti: quello della moltitudine di pellegrini venuti a Roma nel Grande Giubileo per varcare la Porta Santa che è Cristo, Salvatore e Redentore dell'uomo; e quello del terribile attentato terroristico di New York, icona di un mondo nel quale sembra prevalere la dialettica dell'inimicizia e dell'odio.
La domanda che si impone è drammatica: su quali fondamenta bisogna costruire la nuova epoca storica che emerge dalle grandi trasformazioni del secolo XX? Sarà sufficiente scommettere sulla rivoluzione tecnologica in corso, che sembra essere regolata unicamente da criteri di produttività e di efficienza, senza un riferimento alla dimensione religiosa dell'uomo e senza un discernimento etico universalmente condiviso? E' giusto accontentarsi di risposte provvisorie ai problemi di fondo e lasciare che la vita resti in balia di pulsioni istintive, di sensazioni effimere, di entusiasmi passeggeri?
La domanda ritorna: su quali basi, su quali certezze edificare la propria esistenza e quella della comunità cui s'appartiene?
3. Cari amici, voi lo sentite istintivamente dentro di voi, nell'entusiasmo dei vostri giovani anni, e lo affermate con la vostra presenza qui stasera: solo Cristo è la "pietra angolare" su cui è possibile costruire saldamente l'edificio della propria esistenza. Solo Cristo, conosciuto, contemplato e amato, è l'amico fedele che non delude, che si fa compagno di strada e le cui parole riscaldano il cuore (cfr Lc 24, 13-35).
Il XX secolo ha spesso preteso di fare a meno di quella "pietra angolare", tentando di costruire la città dell'uomo senza fare riferimento a Lui ed ha finito per edificarla di fatto contro l'uomo! Ma i cristiani lo sanno: non si può rifiutare o emarginare Dio, senza esporsi al rischio di umiliare l'uomo.
4. L'attesa, che l'umanità va coltivando tra tante ingiustizie e sofferenze, è quella di una nuova civiltà all'insegna della libertà e della pace. Ma per una simile impresa si richiede una nuova generazione di costruttori che, mossi non dalla paura o dalla violenza ma dall'urgenza di un autentico amore, sappiano porre pietra su pietra per edificare, nella città dell'uomo, la città di Dio.
Lasciate, cari giovani, che vi confidi la mia speranza: questi "costruttori" dovete essere voi! Voi siete gli uomini e le donne di domani; nei vostri cuori e nelle vostre mani è racchiuso il futuro. A voi Dio affida il compito, difficile ma esaltante, di collaborare con Lui nell'edificazione della civiltà dell'amore.
5. Abbiamo ascoltato dalla lettera di Giovanni - l'apostolo più giovane e forse per questo più amato dal Signore - che "Dio è luce e in lui non ci sono tenebre" (1 Gv 1, 5). Dio, però, nessuno l'ha mai visto, osserva san Giovanni. E' Gesù, il Figlio unigenito del Padre, che ce l'ha rivelato (cfr Gv 1, 18). Ma se Gesù ha rivelato Dio, ha rivelato la luce. Con Cristo, infatti, è venuta nel mondo "la luce vera, quella che illumina ogni uomo" (Gv 1, 9).
Cari giovani, lasciatevi conquistare dalla luce di Cristo e fatevene propagatori nell'ambiente in cui vivete. "La luce dello sguardo di Gesù - è scritto nel Catechismo della Chiesa Cattolica - illumina gli occhi del nostro cuore; ci insegna a vedere tutto nella luce della sua verità e della sua compassione per tutti gli uomini" (n. 2715).
Nella misura in cui la vostra amicizia con Cristo, la vostra conoscenza del suo mistero, la vostra donazione a Lui saranno autentiche e profonde, voi sarete "figli della luce", e diventerete a vostra volta "luce del mondo". Perciò io vi ripeto la parola del Vangelo: "Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli" (Mt 5,16).
6. Questa sera il Papa insieme con voi, giovani dei vari continenti, riafferma davanti al mondo la fede che sostiene la vita della Chiesa: Cristo è luce delle genti, Egli è morto ed è risorto per ridare agli uomini, che camminano nel tempo, la speranza dell'eternità. Il suo Vangelo non mortifica l'umano: ogni valore autentico, in qualunque cultura si manifesti, è da Cristo accolto e sublimato. Consapevole di ciò, il cristiano non può non sentir vibrare in sé la fierezza e la responsabilità di farsi testimone della luce del Vangelo.
Proprio per questo io dico a voi questa sera: fate risplendere la luce di Cristo nella vostra vita! Non aspettate di avere più anni per avventurarvi sulla via della santità! La santità è sempre giovane, così come eterna è la giovinezza di Dio.
Comunicate a tutti la bellezza dell'incontro con Dio che dà senso alla vostra vita. Nella ricerca della giustizia, nella promozione della pace, nell'impegno di fratellanza e di solidarietà non siate secondi a nessuno!
Quanto è bello il canto che è risuonato in questi giorni:
"Lumière du monde! Sel de la terre!
Soyez pour le monde visage de l'amour!
Soyez pour la terre le reflet de sa lumière!".
E' il dono più bello e prezioso che potrete fare alla Chiesa e al mondo. Il Papa vi accompagna - lo sapete - con la sua preghiera e con un'affettuosa benedizione.
OMELIA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
Toronto, Downsview Park - Domenica, 28 luglio 2002
"Voi siete il sale della terra... Voi siete la luce del mondo" (Mt 5, 13.14)
Carissimi Giovani della 17a Giornata Mondiale della Gioventù,
carissimi Fratelli e Sorelle!
1. Su una montagna vicino al lago di Galilea, i discepoli di Gesù erano in ascolto della sua voce soave e pressante: soave come il paesaggio stesso della Galilea, pressante come un appello a scegliere tra la vita e la morte, fra la verità e la menzogna. Il Signore pronunciò allora parole di vita che sarebbero risuonate per sempre nel cuore dei discepoli.
Oggi Egli dice le stesse parole a voi, giovani di Toronto e dell'Ontario, e di tutto il Canada, degli Stati Uniti, dei Caraibi, dell'America di lingua spagnola e portoghese, dell'Europa, dell'Africa, dell'Asia e dell'Oceania. Ascoltate la voce di Gesù nel profondo dei vostri cuori! Le sue parole vi dicono chi siete in quanto cristiani. Vi insegnano che cosa dovete fare per rimanere nel suo amore.
2. Gesù offre una cosa; lo "spirito del mondo" ne offre un'altra. Nella lettura odierna, tratta dalla Lettera agli Efesini, san Paolo afferma che Gesù ci conduce dalle tenebre alla luce (cfr Ef 5, 8). Forse il grande Apostolo stava pensando alla luce che lo aveva accecato, lui il persecutore dei cristiani, sulla via di Damasco. Quando aveva riacquistato la vista, niente era rimasto come prima. Paolo era rinato e ormai nulla avrebbe potuto sottrargli la gioia che gli aveva inondato l'anima.
Anche voi, cari giovani, siete chiamati ad essere trasformati."Svegliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà" (Ef 5, 14): è ancora Paolo che parla.
Lo "spirito del mondo" offre molte illusioni, molte parodie della felicità. Non vi è forse tenebra più fitta di quella che si insinua nell'animo dei giovani quando falsi profeti estinguono in essi la luce della fede, della speranza, dell'amore. Il raggiro più grande, la maggiore fonte di infelicità è l'illusione di trovare la vita facendo a meno di Dio, di raggiungere la libertà escludendo le verità morali e la responsabilità personale.
3. Il Signore vi invita a scegliere tra queste due voci, che fanno a gara per accaparrarsi la vostra anima. Questa scelta è la sostanza e la sfida della Giornata Mondiale della Gioventù. Perché siete giunti qui da ogni parte del mondo? Per dire insieme a Cristo: "Signore, da chi andremo?". Chi, chi ha le parole di vita eterna? "Tu hai parole di vita eterna" (Gv 6,68). Gesù, l'amico intimo di ogni giovane, ha parole di vita.
Quello che voi erediterete è un mondo che ha un disperato bisogno di un rinnovato senso di fratellanza e di solidarietà umana. È un mondo che necessita di essere toccato e guarito dalla bellezza e dalla ricchezza dell'amore di Dio. Il mondo odierno ha bisogno di testimoni di quell'amore. Ha bisogno che voi siate il sale della terra e la luce del mondo. Il mondo ha bisogno di voi, il mondo ha bisogno di sale, voi come sale della Terra e luce del mondo.
4. Il sale viene usato per conservare e mantenere sano il cibo. Quali apostoli del terzo millennio, spetta a voi di conservare e mantenere viva la consapevolezza della presenza di Gesù Cristo, nostro Salvatore, specialmente nella celebrazione dell'Eucaristia, memoriale della sua morte redentrice e della sua gloriosa risurrezione. Dovete mantenere viva la memoria delle parole di vita da lui pronunciate, delle splendide opere di misericordia e di bontà da lui compiute. Dovete costantemente ricordare al mondo che "il Vangelo è potenza di Dio che salva" (cfr Rm 1, 16)!
Il sale condisce e dà sapore al cibo. Nel seguire Cristo, voi dovete cambiare e migliorare il "gusto" della storia umana. Con la vostra fede, speranza e amore, con la vostra intelligenza, coraggio e perseveranza, dovete umanizzare il mondo nel quale viviamo. Il modo per ottenere ciò lo indicava già il Profeta Isaia nella prima lettura di oggi: "Sciogliere le catene inique... dividere il pane con l'affamato... [togliere di mezzo] il puntare il dito e il parlare empio... Allora brillerà fra le tenebre la tua luce" (Is 58, 6-10).
5. Anche una fiamma leggera che s'inarca solleva il pesante coperchio della notte. Quanta più luce potrete fare voi, tutti insieme, se vi stringerete uniti nella comunione della Chiesa! Se amate Gesù, amate la Chiesa! Non scoraggiatevi per le colpe e le mancanze di qualche suo figlio. Il danno fatto da alcuni sacerdoti e religiosi a persone giovani o fragili riempie noi tutti di un profondo senso di tristezza e di vergogna. Ma pensate alla larga maggioranza di sacerdoti e di religiosi generosamente impegnati, il cui unico desiderio è di servire e di fare del bene!
Oggi, ci sono qui molti sacerdoti, seminaristi e persone consacrate: siate loro vicini e sosteneteli! E se, nel profondo del vostro cuore, sentite risuonare la stessa chiamata al sacerdozio o alla vita consacrata, non abbiate paura di seguire Cristo sulla strada regale della Croce. Nei momenti difficili della storia della Chiesa il dovere della santità diviene ancor più urgente. E la santità non è questione di età. La santità è vivere nello Spirito Santo, come hanno fatto Kateri Tekakwitha qui in America e moltissimi altri giovani.
Voi siete giovani, e il Papa è vecchio, avere 82 o 83 anni di vita non è come averne 22 o 23. Ma il Papa ancora si identifica con le vostre attese e con le vostre speranze. Anche se sono vissuto fra molte tenebre, sotto duri regimi totalitari, ho visto abbastanza per essere convinto in maniera incrollabile che nessuna difficoltà, nessuna paura è così grande da poter soffocare completamente la speranza che zampilla eterna nel cuore dei giovani.
Voi siete la nostra speranza, i giovani sono la nostra speranza. Non lasciate che quella speranza muoia! Scommettete la vostra vita su di essa! Noi non siamo la somma delle nostre debolezze e dei nostri fallimenti; al contrario, siamo la somma dell'amore del Padre per noi e della nostra reale capacità di divenire l'immagine del Figlio suo.
Concludo con una preghiera.
6. Signore Gesù Cristo,
custodisci questi giovani nel tuo amore.
Fa' che odano la tua voce
e credano a ciò che tu dici,
poiché tu solo hai parole di vita eterna.
Insegna loro come professare la propria fede,
come donare il proprio amore,
come comunicare la propria speranza agli altri.
Rendili testimoni convincenti del tuo Vangelo,
in un mondo che ha tanto bisogno
della tua grazia che salva.
Fa' di loro il nuovo popolo delle Beatitudini,
perché siano sale della terra e luce del mondo
all'inizio del terzo millennio cristiano.
Maria, Madre della Chiesa, proteggi e guida
questi giovani uomini e giovani donne
del ventunesimo secolo.
Tienili tutti stretti al tuo materno cuore. Amen.
RECITA DELL'ANGELUS
Roma, 04.08.2002
1. Sono da poco ritornato dal viaggio, che mi ha condotto in Canada, in Guatemala e in Messico, e ringrazio la Divina Provvidenza per avermi permesso di portare a buon fine questo ulteriore impegno apostolico. Ringrazio quanti, in vario modo, hanno contribuito alla sua realizzazione, e coloro che hanno accompagnato i miei passi con la loro fervida preghiera.
Mi soffermerò nella catechesi di mercoledì prossimo sulle tappe in Guatemala ed in Messico, mentre desidero tornare quest'oggi con il pensiero a Toronto, dove la diciassettesima Giornata Mondiale della Gioventù ha visto confluire da ogni continente centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze, ospitati con cordiale amicizia dagli abitanti del Canada, Paese caratterizzato da un umanesimo ricco e variegato.
2. Sulle rive del lago Ontario sembrava di rivivere l'esperienza della gente di Galilea sulle sponde del lago di Tiberiade, quando Gesù, chiamate a sé le folle, consegnò loro lo splendido ed impegnativo "proclama" delle Beatitudini. I giovani radunati a Toronto hanno avvertito che nelle parole di Gesù c'era la risposta all'attesa di gioia e di speranza che pulsa nel loro cuore. Una risposta che convince, anche perché Gesù non si è limitato ad enunciare le Beatitudini, ma le ha vissute in prima persona sino al dono supremo di sé.
Egli è stato povero, mite, misericordioso, puro di cuore. Ha cercato la giustizia, ha consolato gli afflitti, ha costruito la pace, pagandone il prezzo con il sacrificio di se stesso sulla croce. Ecco perché al centro di ogni incontro vi è stata la Croce. È la Croce ad accompagnare il "popolo delle Beatitudini", il popolo dei giovani nel loro pellegrinaggio sulle strade del mondo.
3. "Beati voi!". Le Beatitudini sono la magna charta di coloro che vogliono introdurre nel mondo una nuova civiltà. I giovani lo hanno capito e sono ripartiti dal Canada decisi a fidarsi di Cristo, perché sanno che Lui "ha parole di vita eterna" (cfr Gv 6, 68). Un mondo senza riferimento a Cristo - è questo il messaggio di Toronto - è un mondo che, prima o dopo, finisce per essere contro l'uomo. La storia di un passato anche recente lo mostra. Non si respinge Dio senza ritrovarsi a rifiutare l'uomo.
Per questo i giovani convenuti da più di 170 Paesi hanno accolto l'invito di Cristo ad essere "il sale della terra e la luce del mondo" (Mt 5, 13.14). Essere innanzitutto sale e luce, per poi agire come sale e come luce. È stata questa la sfida della diciassettesima Giornata Mondiale della Gioventù. I giovani l'hanno accolta ed ora sono tornati nei loro Paesi per essere i costruttori della nuova "civiltà dell'amore".
Con questo impegno, dopo l'intensa esperienza vissuta in Canada, essi si sono rimessi in cammino verso la prossima tappa, che sarà a Colonia, in Germania, nel 2005.
Maria, Madre della Chiesa, accompagni i giovani del mondo intero in questo loro itinerario spirituale ed ecclesiale.
5. Maria Santissima, che invochiamo con la preghiera dell'Angelus Domini, ci aiuti a rispondere sempre più fedelmente alla vocazione alla santità che Cristo rivolge ad ogni cristiano.