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Un libro dalla forza profetica - di Bat Ye’Or

Autore:
Bat Ye’Or
Fonte:
CulturaCattolica.it
Riporto le profonda introduzione al libro (tragicamente profetico, visti questi tempi e questi giorni) di Giulio Meotti: «La Mezzaluna sulla Croce - L'Islam di Erdogan, l'Armenia e l'Europa» che ci aiuta a comprendere quanto sta accadendo, nel presente, al popolo armeno, nella speranza di scuotere i cuori degli uomini

Ci sono autori che, come i politici, nascondono i loro volti, distolgono lo sguardo e costruiscono teorie per celare la realtà e fuggire nelle strade dell’immaginazione. Giulio Meotti non è uno di loro.
Strappa le finzioni e mette il lettore al centro dei confronti del nostro tempo, dove la sua consapevolezza di un’umanità comune lo attende nel suo ultimo radicamento. In un libro molto forte, ricco e sostenuto, Meotti non teme di esaminare gli aspetti peggiori degli ultimi quarant’anni in cui è in gioco la sopravvivenza dei valori giudaico-cristiani della libertà e dei diritti umani. Non è certo la prima volta che lo scivolare nella bestialità abbia tentato l’uomo. Ieri era lo sterminio planetario degli ebrei pianificato dall’alleanza euro-araba nazifascista-islamica, oggi è l’abbandono dell’Armenia alla disumanità jihadista. Questa Armenia alla quale la geografia e la storia hanno assegnato un ruolo preponderante nella difesa dell’Oriente cristiano. «Pensiamo», scrive l’autore, «che l’Armenia sia Oriente. Ma no, è la torre di guardia dell’Occidente che fu cristiano e che sta cadendo, e questo contribuisce al nostro silenzio sul Karabakh».

Fu a Manzikert, una città a nord del lago Van, che nel 1071 la caduta e l’islamizzazione dell’Impero Bizantino avvenne attraverso la defezione e il tradimento dei soldati bizantini che erano passati ai turchi. Uno scenario che si è ripetuto nei secoli e che ha mobilitato le persone fino ad oggi. Questa vittoria turca a Manzikert ha aperto le porte dell’Anatolia greca e dell’Europa centrale all’imperialismo islamico. Fu celebrata nel 2017 da Recep Tayyip Erdogan con un orgoglio militaristico e conquistatore di cui l’Europa pacifica sarebbe dovuta arrossire dalla vergogna, avendo sciolto i propri eserciti e rivolgendo l’ira dei suoi ventotto Stati solo contro il minuscolo Stato di Israele, colpevole di essersi ribellato alla sua condanna e a un perpetuo e ignominioso esilio.

Come si può paragonare l’attuale orgoglio turco per le sue conquiste barbariche, che ha accumulato una grande quantità di teste e innumerevoli sacchetti per le orecchie inviati trionfalmente ai khan turchi, alla politica europea di autoflagellazione verso l’Islam? Inaugurato sotto il trio Prodi-Solana-Patten all’inizio degli anni Duemila, il senso di colpa europeo per i cento anni di colonizzazione, compresi i decenni di mandati o protettorati, sembra eterno. L’umiltà sottolineata dalle genuflessioni che implorano il perdono per aver creato gli Stati moderni, ha introdotto l’educazione nelle colonie dove regnava l’anarchia, il caos tribale e il bigottismo arcaico. Mali ricorrenti ancora presenti nelle ex colonie.

Il deliberato occultamento dei tredici secoli di jihad, che ha praticamente eliminato le civiltà e i popoli indigeni cristiani ed ebraici dei Paesi islamici, ha permesso all’Europa di adottare la versione islamica della storia. Questa versione attribuisce alle crociate, alla colonizzazione e alla restaurazione dello Stato di Israele le attuali incomprensioni con l’Islam, che promuove una civiltà della tolleranza e una pace esemplare. Il libro di Meotti, con la sua terrificante lucidità, ci riporta al cuore di queste strategie di conquista e di pulizia etnica e religiosa, ancora oggi in atto, che fanno parte della jihad dal VII secolo e che sono incoraggiate dalla pusillanimità europea e dall’impotenza dei partiti nazionali europei, etichettati come “razzisti” e combattuti dalla politica globalista dell’UE.
Meotti illumina senza sosta l’imperialismo islamico di Erdogan, orgogliosamente assunto e proclamato, che fa avanzare le sue pedine e le bandiere conquistatrici delle sue gigantesche moschee sulla carta geografica europea, mentre estorceva tributi rovinosi all’Europa senile. Di fronte a questo dispiegamento, TUE è ancora aggrappata ai suoi bastioni ideologici di quarant’anni fa, costruiti nel dopoguerra sull’alleanza nazi-islamica contro l’America e Israele attraverso i protocolli dell’Eurabia del novembre 1973.

Così, le strategie islamiste di penetrazione e controllo dell’immigrazione del passato sono in linea con quelle della UE, soprattutto nell’ambito dell’immigrazione arbitraria e della penalizzazione dei Paesi di Visegrad. Come se l’Ungheria cancellasse i duecento anni passati sotto il giogo ottomano e la Serbia distruggesse la memoria di secoli di dhimmitudine e la collezione istituzionalizzata di bambini cristiani ortodossi per la schiavitù e l’islamizzazione. Come se gli innumerevoli contadini radunati per secoli sulle coste italiane per rifornire i mercati degli schiavi dell’Impero Ottomano non meritassero nemmeno un ricordo. Ed è al campione della riconquista ottomana dell’Europa, che ha il merito di proclamare i suoi progetti, che una UE spaventata e tremante, sventolando la sua bandiera bianca della globalizzazione, affida la difesa della sua civiltà che non è in grado di assumere.

Meotti ha oggi la rara e preziosa qualità di possedere una solida conoscenza storica che gli permette di collegare il presente nel continuum del passato. Un processo mentale impossibile se il passato è solo un buco nero vuoto o è sovvertito dal politicamente corretto. Perciò, fa di questa Armenia, così spesso tradita e abbandonata, lo specchio dei nostri fallimenti e della nostra codardia, «è la nostra sottomissione all’Islam - la paura di offendere, di perdere i contratti, di essere attaccati o ricattati - che produce queste catastrofi nel silenzio di un Occidente vile, che ignora la sorte di cristiani uccisi ed esiliati in quanto cristiani e con essi le origini della propria civiltà», commenta l’autore.

In questo libro affascinante e appassionato, le lezioni di una storia costantemente repressa e proibita, ma sempre ricominciata e attuale; la conquista e l’umiliazione dell’Occidente cristiano, il cui tragico destino dell’Armenia e dei cristiani d’Oriente, martirizzati dal ritorno della dhimmitudine ci rimandano indietro - ingigantiti come da una lente di ingrandimento - i nostri ritiri, le nostre sconfitte, i nostri silenzi e le inevitabili conseguenze.
Attraverso la sua meticolosa analisi e la compilazione dei principali eventi del nostro tempo, questo libro è uno strumento indispensabile per comprendere la geopolitica attuale e per padroneggiare un futuro già oscuro di un’Europa fellona.

Meotti è uno dei pochi analisti, osservatori e giornalisti che comprendono il senso profondo delle tragedie umane e politiche del nostro tempo. Con coraggio e competenza analizza l’inferno in cui sono sprofondate le popolazioni cristiane dei Paesi musulmani. Descrive la pulizia etnica perpetrata dai jihadisti, il terrore esercitato contro pacifiche popolazioni civili e i rapimenti di giovani cristiani. Mette davanti ai nostri occhi la fuga e l’esodo delle popolazioni cristiane costrette a scegliere tra la conversione e la morte, costrette ad abbandonare le loro case, le loro chiese millenarie e tutti i loro averi per sfuggire alla fredda e implacabile crudeltà dei jihadisti nelle terre annaffiate di sangue cristiano durante i primi genocidi del XX secolo contro gli armeni, i siriaci, i caldei e i nestoriani, tutti membri delle prime chiese cristiane. Questi genocidi sono stati riconosciuti solo negli ultimi anni dalle nazioni occidentali. I discendenti delle vittime non avevano diritto ad alcun risarcimento per le uccisioni di massa e il saccheggio dei beni della loro famiglia nel 1915 e nel 1916, famiglie che venivano condotte a piedi o con carri bestiame nei campi di sterminio.

La moderna ripetizione di questi crimini contro l’umanità vengono denunciati dall’autore. Meotti evoca eventi simili che nei secoli passati hanno spazzato via le popolazioni autoctone ebree e cristiane della Mesopotamia. Per lui, queste moderne tragedie cataclismiche perpetrate contro i cristiani portano un doppio messaggio. L’indifferenza dell’Occidente, il suo silenzio di fronte ai crimini che violano l’umanità, rivela la tragedia morale e spirituale di un Occidente troppo codardo, troppo vile e materialista per intervenire.
Il silenzio degli organismi internazionali e degli Stati che li controllano, grandi cantori di moralità e diritti umani, dimostra ancora una volta il decadimento dei leader e la loro responsabilità per il crollo dell’Occidente di fronte ai barbari.

Con forza profetica, Meotti annuncia i futuri tsunami che attendono le nostre civiltà e i popoli affetti da cecità morale guidati da leader cinici verso abissi dai quali non possiamo tornare. Scritto con ardore e passione per la verità, in uno stile privo di concessioni al politicamente corretto, questo libro è un appello indimenticabile alla solidarietà umana, alla compassione e ai valori più forti della civiltà giudaico-cristiana.

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