Rivolto a Putin: «Ofelè fa el to mesté!»
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Il dialetto milanese ha una serie infinita di modi di dire, ricchi di arguzia e ironia, che esprimono idee che sarebbe difficile tradurre in italiano con la stessa immediatezza e incisività: “Ofelè fa el to mesté” è una di queste, è una frasetta che significa letteralmente “pasticciere fa’ il tuo mestiere” e viene usata per rimettere al loro posto quanti si credono esperti di lavori e materie che non sono in grado di affrontare.

La dichiarazione
In una recente intervista pubblica, il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che “i cattolici hanno cambiato la fede mille anni fa”, riferendosi all’aggiunta del Filioque al Credo niceno-costantinopolitano. La frase, pur pronunciata in un contesto politico-ideologico, si inserisce in una lunga tradizione di retorica religiosa ortodossa che accusa la Chiesa cattolica di aver deviato dalla fede apostolica.
Ma questa affermazione è storicamente riduttiva, teologicamente debole, e ecclesiologicamente problematica.
1. Il contesto storico dello scisma
La separazione tra la Chiesa di Roma e le Chiese d’Oriente, nota come Scisma d’Oriente, ha una data simbolica (1054), ma è in realtà il risultato di secoli di incomprensioni, divergenze culturali, tensioni politiche e dispute ecclesiologiche.
Le cause principali includono:
- Il primato del vescovo di Roma
- Differenze liturgiche e teologiche
- L’inserimento del Filioque nel Credo occidentale senza un concilio ecumenico condiviso
Ma ridurre tutta la rottura al Filioque è una semplificazione ideologica che ignora la complessità delle dinamiche storiche e teologiche.
2. Il Filioque: un problema teologico, non un cambiamento di fede
L’aggiunta del Filioque nel Credo occidentale ha suscitato tensioni legittime, ma accusare i cattolici di aver cambiato la fede è scorretto.
a) La dottrina trinitaria non è stata alterata
- Il Filioque non nega la monarchia del Padre.
- Padri della Chiesa greca parlano dello Spirito che “procede attraverso il Figlio”.
b) Il problema era disciplinare, non dogmatico
- L’inserimento unilaterale nel Credo è stato un errore procedurale.
- Giovanni Paolo II ha proposto di recitare il Credo senza il Filioque nei contesti ecumenici.
In sintesi: il Filioque non ha cambiato la fede, ma ha creato una divergenza di formulazione su una verità comune.
3. La cattolicità è indivisibile: anche l’Oriente ha una responsabilità
Nel Credo si professa la Chiesa “una, santa, cattolica e apostolica”. Separarsi da Roma significa perdere la piena visibilità dell’unità cattolica, pur conservando l’ortodossia.
La fedeltà alla Tradizione non giustifica la rottura della comunione. Difendere l’identità non autorizza ad accusare di eresia chi condivide lo stesso battesimo, gli stessi sacramenti e la stessa Scrittura.
4. Oggi: più apertura da parte cattolica che ortodossa
La Chiesa cattolica riconosce pienamente i sacramenti delle Chiese ortodosse e permette, in certi casi, la comunione agli ortodossi.
Le Chiese ortodosse in genere non fanno lo stesso con i cattolici. Questa asimmetria mostra che la Chiesa cattolica ha fatto passi sinceri verso l’unità, mentre alcune voci ortodosse continuano a usare un linguaggio esclusivo e polemico.
Conclusione
La frase di Putin è storicamente imprecisa, teologicamente infondata e ecclesialmente divisiva.
Lo scisma del 1054 fu una tragedia reciproca. La fede cattolica non era stata alterata. Chi chiude le porte alla comunione e si erge a giudice assoluto della purezza della fede, rischia di smentire il Vangelo stesso.
Se la Chiesa è “una, santa, cattolica e apostolica”, allora l’unità visibile è una vocazione da perseguire, non un optional da scartare in nome dell’identità nazionale.
Luca Costa