Condividi:

Caro Papa Francesco insegnaci a Sperare

Autore:
Alfredo Corticelli
Fonte:
CulturaCattolica.it ©
Ricevo da un amico e collaboratore di CulturaCattolica.it questa riflessione su Papa Francesco, segno di amore e rispetto e gratitudine. E ricordo quanto s. Tommaso ha scritto a proposito del Papa: «Accanto a tale ostacolo [il Kathekon] vi è un custode [il Papa]. Finché il custode sarà riconosciuto, rispettato, ubbidito, l'ostacolo sussisterà, la società rimarrà fedele all'impero spirituale romano e alla fede cattolica. Ma se questo custode, il Papa, viene ad essere disconosciuto, messo da parte, rigettato, con lui sparirà anche l'ostacolo e l'Anticristo sarà libero di comparire». S. TOMMASO, Opusc. LXVIII, De Antichristo

“Corriamo incontro a Gesù, riscopriamo la grazia inestimabile di essere suoi amici. Lasciamo che la sua Parola di vita e di verità illumini il nostro cammino. Come ebbe a dire il grande teologo Henri de Lubac, «dovrà esserci sufficiente di comprendere questo: il cristianesimo è Cristo. No, veramente, non c’è nient’altro che questo. In Cristo noi abbiamo tutto» (Les responsabilités doctrinales des catholiques dans le monde d’aujourd’hui, Paris 2010, 276).”
Domenica di Pasqua 2025, dall’omelia del Santo Padre Francesco, letta dal cardinale Angelo Comastri.

Ascoltando queste parole scritte dal papa per l’omelia di Pasqua viene alla mente il “Racconto dell’Anticristo” di Vladimir Solov’ëv, il grande teologo ortodosso, quando per bocca dello starets Giovanni sintetizza così il cuore del cristianesimo stesso: “Quello che noi abbiamo di più caro nel cristianesimo è Cristo stesso. Lui Stesso e tutto ciò che viene da Lui, giacché noi sappiamo che in Lui dimora corporalmente tutta la pienezza della Divinità”.
I grandi uomini nella storia della chiesa – i santi – hanno sempre avuto questa caratteristica: essere tutti rivolti a Cristo, ciascuno secondo la sua declinazione, il suo “carisma”, la sua particolare flessione, anche il suo limite, ma sempre con lo sguardo rivolto a Lui.
Così il nostro amato papa Francesco.

E ci ha insegnato a guardare Cristo nella sua relazione con il Padre con una cifra particolare.
La Misericordia.
“Miserando atque eligendo”, lo sguardo misericordioso di Gesù che chiama Matteo, scelto come motto del suo pontificato, che come il papa stesso ha raccontato è stata l’origine della sua chiamata (1)
Il grande giubileo della Misericordia del 2015: “Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. Essa è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth.” (2) come ci diceva nella Misericordiae Vultus.

Quella Misericordia che arriva ad ogni uomo e che la Chiesa deve portare a tutti.
Una chiesa in uscita, verso le periferie esistenziali, gli emarginati, gli esclusi. Tutti degni di benedizione, perché raggiunti dall’Amore di Dio (3).
Il creato stesso espressione dell’amore di Dio: “La nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: «Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba»”. (4)

Nell’ultima fase del pontificato la sofferenza è entrata con prepotenza e non ha risparmiato il nostro amato papa: unito a Gesù che sale sulla croce.
Si sono moltiplicati i suoi appelli alla pace, forse percependo più di tutti la sofferenza del mondo, di un’umanità che, anziché riscoprire una fratellanza universale, continua ad erigere barriere ed a combattersi in inutili e feroci guerre. (5)
Proprio in quest’ultima fase del cammino il papa ci ha riportato all’origine, il cuore dell’uomo (6). Ed all’unica cosa che può accendere nuovamente il nostro cuore in un mondo attraversato dalla miseria e dall’odio, in un mondo dove sembra che il denaro e le armi prevalgano su tutto il resto.
La speranza: la speranza che non delude perché si fonda su Cristo stesso, sulla MISERICORDIA che il Padre ha manifestato in Gesù: “La speranza, infatti, nasce dall’amore e si fonda sull’amore che scaturisce dal Cuore di Gesù trafitto sulla croce” (7).

Caro papa Francesco,
hai incontrato la Misericordia di Dio nel segno della Speranza, in questo giubileo in cui ci hai chiesto di farci pellegrini, testimoni di un mondo migliore.
Nel cuore della settimana santa ci hai lasciati…
Tante volte hai chiesto di pregare per te.
Ed un’ultima volta ci hai rivelato a chi ti affidavi giorno per giorno, viaggio per viaggio.
“La mia vita e il ministero sacerdotale ed episcopale ho sempre affidato alla Madre del Nostro Signore, Maria Santissima.” (8)

Così ora ti preghiamo,
insegnaci ad essere
segno di Speranza.

Grazie

NOTE
1)
https://www.vatican.va/content/francesco/it/elezione/stemma-papa-francesco.html
2) https://www.vatican.va/content/francesco/it/bulls/documents/papa-francesco_bolla_20150411_misericordiae-vultus.html
3) “Qualsiasi benedizione sarà l’occasione per un rinnovato annuncio del kerygma, un invito ad avvicinarsi sempre di più all’amore di Cristo. Papa Benedetto XVI insegnava: «Come Maria, la Chiesa è mediatrice della benedizione di Dio per il mondo: la riceve accogliendo Gesù e la trasmette portando Gesù. È Lui la misericordia e la pace che il mondo da sé non può darsi e di cui ha bisogno sempre, come e più del pane».” (Fiducia Supplicans, 44).
4) https://www.vatican.va/content/francesco/it/encyclicals/documents/papa-francesco_20150524_enciclica-laudato-si.html
5) “La storia sta dando segni di un ritorno all’indietro. Si accendono conflitti anacronistici che si ritenevano superati, risorgono nazionalismi chiusi, esasperati, risentiti e aggressivi. In vari Paesi un’idea dell’unità del popolo e della nazione, impregnata di diverse ideologie, crea nuove forme di egoismo e di perdita del senso sociale mascherate da una presunta difesa degli interessi nazionali” (Fratelli Tutti, 11).
6) “Per esprimere l’amore di Gesù si usa spesso il simbolo del cuore. Alcuni si domandano se esso abbia un significato tuttora valido. Ma quando siamo tentati di navigare in superficie, di vivere di corsa senza sapere alla fine perché, di diventare consumisti insaziabili e schiavi degli ingranaggi di un mercato a cui non interessa il senso della nostra esistenza, abbiamo bisogno di recuperare l’importanza del cuore.” (Dilexit Nos, 2).
7) Spes Non Confundit (Bolla di indizione del Giubileo Ordinario dell’Anno 2025), numero 3.
8) https://www.vatican.va/content/francesco/it/events/event.dir.html/content/vaticanevents/it/2025/4/21/testamento-francesco.html

Vai a "Ultime news"