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Contro il mantra del 77%, diamo le ragioni!

Fonte:
CulturaCattolica.it
A San Marino si sta discutendo della legge sull'aborto. Vorremmo che il confronto si aprisse alle ragioni della vita, senza ripetere ossessivamente che, siccome il 77% dei votanti al Referendum ha espresso il suo sì, la politica, dimenticando ragioni e coscienza, si facesse "notaio" delle scelte. Qualcuno ha detto, mi pare ragionevolmente, che in una democrazia si sanno anche rispettare le posizioni della minoranza.
Riporto l'intervento di Adolfo Morganti alla Conferenza stampa del 29 agosto, chiedendo che le questioni poste trovino risposta
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Sono evidentemente solo APPUNTI, nel video la loro esposizione.

Esprimiamo la nostra massima preoccupazione per quanto emerso nella bozza di PDL in questione; la logica della spartizione fra partiti (un emendamento per uno…) ha partorito un mostro (nota del 22 agosto). La bozza non è solo scritta male (Art.4,c.1b: “psicologica o psichica”), con ripetute contraddizioni interne: ignora completamente l’ottima legislazione sammarinese vigente sulla famiglia, il cauto parere del nostro Comitato di Bioetica ed anche i frutti della discussione europea più recente sull’argomento: appare un contentino dato in fretta e furia ad una parte della maggioranza per togliersi dai piedi un tema imbarazzante e divisivo, quello dell’aborto, e dedicarsi a cose ritenute più importanti, il tutto entro la scadenza del 1 ottobre prossimo.
Inoltre, della annunciata Legge a tutela della famiglia non c’è traccia: e la politica aveva promesso più volte che le due leggi sarebbero state approvate assieme… CVD.

QUESTI SONO I NODI PEGGIORI, che vogliamo ancora indicare alle forze politiche in Consiglio come ultima occasione per migliorare un PDL veramente imbarazzante ed inadeguato.

1) Cancellazione della famiglia: il PDL cancella la responsabilità giuridica e il ruolo educativo della famiglia verso i figli minorenni, sequestrandone la gestione da parte di istituzioni statali (Art. 2, c.2d; Art. 13, c.1) la cui ideologia di fondo viene precisata in modo chiaro: i minori sono proprietà dello Stato, e la famiglia non è considerata un interlocutore da parte dello Stato e quindi viene negata. Uno statalismo totalitario, leninista ed inquietante, che lede diritti dell’uomo ampiamente riconosciuti in sede internazionale.

2) Cancellazione della responsabilità del padre/marito: il PDL semplicemente ha rimosso ogni potestà e ruolo della figura paterna, in omaggio ad una concezione della “lotta fra i sessi” vecchia di 50 anni. Alla faccia dell’“eguaglianza” fra i coniugi che la nostra legge riconosce e tutela, quando si parla di figli, nascituri e minorenni, all’uomo resta solo il ruolo di fuco/donatore di sperma e bancomat. Il risultato di tutto ciò è da tempo chiaro, guardando in Italia: è un incentivo alla deresponsabilizzazione totale dell’uomo. Ma in tal modo la donna non è più libera ma solo più sola, in balia dell’ideologia che il PDL vuole imporre: quella dell’aborto come unica risposta.

3) Cancellazione delle proposte alternative all’aborto: a tutti i partiti sono stati presentate meditate proposte di emendamenti per limitare ed umanizzare la pratica dell’aborto a San Marino, anche attivando buone pratiche che consentano alla donna di lasciare in vita il proprio figlio affidandolo a strutture pubbliche di garanzia, come il “parto in anonimato”, pratica in Europa largamente diffusa che viene incontro alla sempre crescente domanda di adozione di bambini da parte di moltissime famiglie sammarinesi. Ci sembra incredibile che in questo PDL tutti siano stati d’accordo nel cancellare completamente questa possibilità, lasciando alla donna in difficoltà, al di là di belle parole che non costano nulla (Art.4 c.11) solamente l’alternativa dell’aborto di Stato. Qui speriamo veramente in un sussulto di dignità dei partiti in sede di discussione consiliare.

4) Cancellazione di ogni attività di educazione alla gestione del proprio corpo rispettosa della vita: anche di fronte a ripetuti ricorsi all’aborto, evidente segno di difficoltà personale della donna che vi ricorre, quello che nel PDL si riesce a prevedere è un debole ed inutile “suggerimento” da parte del medico di recarsi al Consultorio di Stato, lasciando la donna di fatto sola col proprio dramma (Art.2, c.8). Poi si parla del rifiuto dell’aborto come metodo di regolamentazione delle nascite ed extrema ratio! Così lo si facilita e banalizza, e si lasciano le donne in difficoltà alla loro solitudine: nuovamente, si vuol ripercorrere la strada del fallimento della 194 italiana mezzo secolo dopo!

5) Rifiuto di riconoscere dignità ai resti umani delle pratiche abortive: abbiamo proposto ai partiti che alle donne ed alle famiglie sia riconosciuta la possibilità di seppellire cristianamente quello che resta dell’embrione umano dopo l’aborto. Parrebbe che in Commissione nessuno si sia dimostrato interessato a questa proposta, che nel PDL è semplicemente rimossa. Si ritiene che la dignità della donna venga maggiormente tutelata buttando questi poveri resti fra i rifiuti ospedalieri? Chi viene danneggiato da un gesto di pietà? Anche qui speriamo in un sussulto di dignità da parte dei partiti in sede di discussione consiliare.

6) Sequestro ideologico delle Istituzioni di Stato: il PDL impone addirittura che per lavorare dentro il previsto Consultorio si debba dimostrare un’ortodossia ideologica di parte (Art.2c.4). Questo è contro le leggi vigenti in quanto discrimina chi non la pensa come la sinistra, ed è una deviazione già demolita da molteplici sentenze in tutta l’Unione Europea, Italia inclusa. Anche qui speriamo in un sussulto di dignità da parte dei partiti in sede di discussione consiliare.

7) Banalizzazione dell’uso di farmaci abortivi nei minorenni (“pillola del giorno dopo”): con notevole coraggio, dopo aver sostenuto (Art. 13, c.1) che questi “non devono sostituire un regolare metodo contraccettivo” due righe sotto si prescrive che “Per le donne minori di anni 18 [quindi dalla pubertà, dai 12-13 anni in poi] non è necessaria l’autorizzazione dei genitori per l’accesso alla contraccezione d’emergenza”, bastando un’autodichiarazione; per sovrappiù si dispone di fatto l’omertà di Stato su una condizione di oggettiva sofferenza come questa, soprattutto per una ragazzina minorenne: “Spetta al medico valutare la segnalazione al servizio minori”: nessun obbligo, un debole consiglio ed un implicito invito a lasciare la minore a sé stessa una volta soppresso l’embrione.

8) Cavallo di troia del gender: in modo del tutto scorretto si è inserito di straforo nel testo del PDL una colonizzazione della società e della scuola con la teoria gender (Art.2 c.2c). Così si cerca di sottrarsi da un dibattito invece indispensabile, dimostrando di avere paura di affrontarlo: una manovra destinata a fallire.

9) Vocazione “laica” di San Marino: si gioca sull’equivoco: “laico” significa Istituzioni RSM libere ed autonome dalla Chiesa (come avviene da sempre, con la partecipazione attiva di secoli di laicato cristiano); ma in questo PDL si bara sui termini e si intende “laicista”, ovvero ideologicamente contraria alla concezione dell’uomo, della famiglia e della società tradizionale e cristiana in favore di una concezione materialista e marxista sconfitta dalla storia del XX secolo. QUESTA “laicità” non è una vocazione, ma è un’allucinazione foriera di disgregazione e conflittualità sociale veramente fuori tempo massimo.

10) Obiezione di coscienza: parla l’esperienza della dott. Maria Prassede.

11) Un futuro di contestazioni e cause internazionali contro la Repubblica di San Marino? Già il numero di sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che ha condannato la Repubblica negli ultimi trent’anni è cospicua. Questo PDL apre alcuni fronti incandescenti: a) la discriminazione ideologica per i posti di lavoro statali, b) la compressione indebita della libertà di coscienza degli operatori, c) la cancellazione dei diritti delle famiglie ad educare i propri figli, d) la rimozione ideologica della figura del padre. Gli anni ‘70 sono passati, e le leggi vigenti in Europa vanno oramai in altra direzione, con sentenze in argomento ripetute e chiarissime; ma questo PDL non se ne è accorto. Quante volte la Repubblica di San Marino dovrà pagare in danni di immagine e pesantissimi risarcimenti il furore ideologico di una minoranza, e la disattenzione di buona parte del ceto politico attuale?

12) Oggi ci accontentiamo di rendere evidenti dei problemi che molti hanno interesse a nascondere sotto il tappeto; come cattolici saremo comunque sempre in prima fila nella tutela dei diritti non negoziabili della vita, delle famiglie e degli operatori sanitari, e nell’aiuto concreto alle persone e famiglie in difficoltà. Ma probabilmente saremo soli: fatto l’aborto, sulla donna si spegneranno i riflettori. Come in Italia.

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