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La compagnia dei «violenti integralisti»

41 Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. 42 Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; 43 ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.

Dopo i volti inespressivi di coloro che pregano il Santo Rosario davanti alle cliniche abortiste, ora, per Peloso, siamo alle “violentissime contestazioni nel caso di Eluana Englaro da parte di alcuni vescovi e gruppi integralisti”, che volevano salvarla.
A porre rimedio a questi violenti gruppi integralisti, ci hanno pensato i gesuiti di Aggiornamenti Sociali e gli appartenenti, ed ex, alla Comunità di Sant’Egidio: Paglia in primis. Ma procediamo con ordine. La “commissione di mors-etica” di Aggiornamenti sociali, presieduta dall’immancabile don Maurizio Chiodi di fresca nomina a membro della pontificia accademia per l’aborto (QUI), ha stabilito che:

«si è spesso affermato che questi mezzi sono sempre doverosi; in realtà la Nia [NUTRIZIONE E IDRATAZIONE ARTIFICIALE] è un intervento medico e tecnico e come tale non sfugge al giudizio di proporzionalità. Né si può escludere che talvolta essa non sia più in grado di raggiungere lo scopo di procurare nutrimento al paziente o di lenirne le sofferenze. Il primo caso può verificarsi nella malattia oncologica terminale; il secondo in uno stato vegetativo che si prolunga indefinitamente, qualora il paziente abbia in precedenza dichiarato tale prospettiva non accettabile. Poiché non si può escludere che in casi come questi la Nia divenga un trattamento sproporzionato, la sua inclusione fra i trattamenti rifiutabili è corretta»


OSSIA BEPPINO HA FATTO BENE A TERMINARE LA VITA DI SUA FIGLIA ELUANA.
Già scrivere lo “stato vegetativo che si prolunga indefinitamente” è una castroneria medica fuori di misura. Il termine indefinitamente è sinonimo di senza limiti, senza fine, permanentemente. Il termine corretto è stato vegetativo persistente: grazie al cielo una tosse persistente non significa che non ti passerà mai! Attenzione a quanto scrivono questi teologastri e moralisti da strapazzo:

Né si può escludere che talvolta essa (la NIA) non sia più in grado di raggiungere lo scopo di procurare nutrimento al paziente o di lenirne le sofferenze”.


Il primo caso (non sia più in grado di raggiungere lo scopo di procurare nutrimento) è vero, ma tautologico: chi non assimila più nulla cessa di nutrirsi sia che mangi, sia che non mangi! Dal punto di vista medico, la questione è chiarissima e ribadita dal prof. Massimo Gandolfini nell’audizione al Senato:

Ovviamente, qualora il medico si trovasse di fronte ad una condizione di malassorbimento, di rigetto, di non assimilazione, di stasi di circolo per deficit di pompa cardiaca, sarà il primo garante dell’interruzione in quanto presidio “non appropriato” e dannoso.
Ancora una volta, è compito (dovere) del medico valutare e verificare, secondo “scienza e coscienza”, se vi sono o meno i requisiti di appropriatezza e disporre la propria azione coerente.


Il secondo caso (non sia più in grado di raggiungere lo scopo di lenirne le sofferenze) è palesemente falso! Mettere una cosa vera vicino ad una falsa si chiama “specchietto per le allodole”!
Se una persona, sia pure gravemente disabile, si trova in una situazione stabile e riesce ad assimilare cibo ed acqua allora è evidente che la NIA è in grado di raggiungere lo scopo di di lenirne le sofferenze di tale persona. Proprio l’opposto di quello sancito da Chiodi & Co, secondo i quali, evidentemente, stare senza mangiare e bere non lenisce le sofferenze: provino, lor signori, a digiunare in modo coatto fino alla loro morte!
Già, perché la sospensione della DIA a chi si trova in condizioni indefinitamente stabili ha uno e un solo nome: EUTANASIA!
Oltretutto di una persona innocente, incapace di intendere e di volere proprio come il piccolo Charlie in Inghilterra (leggete qui)…
A Chiodi, Paglia & Co ricordo queste parole del cap. 25 del Vangelo di Matteo, ammesso che gliene importi qualcosa:

31 Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. 32 E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, 33 e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. […] 41 Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. 42 Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; 43 ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. 44 Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? 45 Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me. 46 E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».


Ed ora chiamatemi pure violento integralista
San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia

Andrea Mondinelli