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Gender, la senatrice Fedeli: “Amato blocca i cervelli”

Fonte:
CulturaCattolica.it

Gender, secondo la senatrice Fedeli: “Amato blocca i cervelli”. Allora la Senatrice può stare tranquilla. Pare che una impossibilità metafisica renda nel suo caso l’operazione irrealizzabile.
Già perché è facile fare affermazioni senza possibilità di confronto, presentando in maniera mostruosa l’avversario, descrivendolo in modo tale da giustificare ogni nostra critica. Questo è il modo (stalinista) per non impegnarsi a dare le proprie ragioni e per sentirsi tranquilli e vittoriosi per una auto-decisione.
Siamo troppo abituati a un metodo politico e di costume che consideri il diverso come portatore di interessi ignobili, contro la libertà di tutti. È il costante metodo (ho già detto, stalinista) di pensare a chi dissente come un «sabotatore».
Infatti chi avesse partecipato agli incontri con l’Avv. Amato non saprebbe ritrovare «nelle sue assemblee immagini violente, che prendono alla pancia è perché non vuole che si usi il cervello», a meno che – e qui si può dare ragione alla illustre senatrice – si consideri violenta l’immagine che mostra il giovane gay in mutande di pizzo e reggiseno (!) o la pagina del libro per bambini che spiega come signore «gentili» siano disposte a vendere il proprio corpo per una «maternità surrogata» (per intenderci, l’utero in affitto).
Quella che si fa nei confronti dei più piccoli è autentica violenza, e Papa Francesco lo ha con insistenza quasi ossessiva ricordato. Che sia anche lui tra coloro che «bloccano i cervelli»?
O forse anche lui, il Papa intendo, fa parte della schiera di coloro che – paragonando il gender e l’educazione imposta ai più piccoli con i «campi di rieducazione » o ai «balilla» o ai metodi hitleriani – si trova tra i cattolici, come Amato, in posizione minoritaria?
Se proprio si vuole rispondere alla domanda “Che genere di educazione?”, si abbia almeno il coraggio di non tradire la realtà dei fatti. Si potrà educare dicendo «pane al pane», e non fingendo che le critiche serie e documentate sono solo «reazioni conservatrici», «utilizzate per creare terrore».
L’educazione dei giovani e la libertà di parola hanno bisogno di interventi più seri e non mistificatori.

Comunque, con buona pace della Fedeli e dei suoi compagni, il Sinodo ha detto: Una sfida culturale odierna di grande rilievo emerge da quell’ideologia del “gender” che nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna. Essa prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina. L’identità umana viene consegnata ad un’opzione individualistica, anche mutevole nel tempo. (…) [n° 8]
E al n°58 c’è un passaggio rilevante sulla questione della educazione: «Nel cambiamento culturale in atto spesso vengono presentati modelli in contrasto con la visione cristiana della famiglia. La sessualità è spesso svincolata da un progetto di amore autentico. In alcuni Paesi vengono perfino imposti dall’autorità pubblica progetti formativi che presentano contenuti in contrasto con la visione umana e cristiana: rispetto ad essi «vanno affermati con decisione la libertà della Chiesa di insegnare la propria dottrina e il diritto all’obiezione di coscienza da parte degli educatori».

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