Rimediare al crollo delle evidenze
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Rimediare al crollo della società è impresa superiore alle sole forze umane. È necessario ricostruire il tessuto della tradizione lacerato da un insegnamento fallace e antirazionale e dall’abrogazione delle buone leggi. Possiamo ed è necessario abrogare le leggi ingiuste e proporre leggi buone, ma come ricostruire la tradizione distrutta? Eppure è necessario, perché come ricordava K. Popper: “Le istituzioni da sole non sono mai bastate, se non sorrette da delle tradizioni”.
Il relativismo è un veleno terrificante ed è pernicioso perché, “innalzando” ogni opinione a verità, di per sé la nega. L’atteggiamento relativistico porta alla tesi che tutte le opinioni sono intellettualmente ugualmente sostenibili. Tutto è permesso. Questo implica l’elevazione del desiderio a diritto umano. La distruzione della tradizione rende la democrazia semplicemente un’impalcatura vuota che può essere riempita a piacimento (per questo i laicisti europei hanno rifiutato di riconoscere le radici cristiane dell’Europa) e le istituzioni servono solamente a nascondere la dittatura del relativismo o dittatura del ‘diritto-desiderio’. Questo occultamento funziona: stiamo già percorrendo questa strada e pochi se ne rendono conto. La voce più alta, se non l’unica, che si oppone a questa follia è la Chiesa cattolica, non a caso accusata sempre più spesso di essere intollerante. Purtroppo, oggi, esistono molte voci stonate anche all’interno della stessa Chiesa cattolica. Il veleno del relativismo è stato inoculato già da parecchi anni ed ha un preciso nome: MODERNISMO, che è di un’attualità spaventosa e come denso fumo cerca di soffocare la Chiesa. Ora vi offrirò il criterio di giudizio per comprendere questa realtà, l’italiano è un po’ arcaico, abbiate pazienza: la citazione è lunga ma assolutamente necessaria.
Insegna San Pio X nell’enciclica Pascendi dominici gregis (1907):
Vero è che l'agnosticismo non costituisce nella dottrina dei modernisti se non la parte negativa; la positiva sta tutta nell'immanenza vitale. |
Il cuore del modernismo è la sua immanenza religiosa nella sua assenza di distinzione tra esperienza ed avvenimento cristiano, che quest’ultimo è conglobato nella prima. Tanto che dicono che pure Nostro Signore Gesù Cristo passò tramite questa esperienza: “Né credasi già che diversa sia la sorte della religione cattolica; anzi in tutto pari alle altre: imperocché non altrimenti essa è nata, che per processo di vitale immanenza nella coscienza di Cristo, uomo di elettissima natura, quale mai altro simile si vide né mai si troverà. Nell'udir tali cose Noi trasecoliamo di fronte ad affermazioni cotanto audaci e sacrileghe!” (Pascendi dominici gregis).
Il Cardinal Newmann ha scritto che, se gli si fosse domandato di scegliere una dottrina come base della nostra fede, avrebbe risposto: “Io direi, per quanto mi riguarda, che l’Incarnazione è al cuore del Cristianesimo; è di là che procedono i tre aspetti essenziali del suo insegnamento: il sacramentale, il gerarchico e l’ascetico. Dio Figlio ha unito la sua natura divina alla nostra natura umana affinché, per riprendere le parole di una bella preghiera dell’offertorio, “possiamo divenire partecipi della sua divinità”. L’unico fondamento della religione cristiana, il suo solo asse, è il fatto storico che a un certo momento del tempo, il Verbo di Dio ha preso su di sé la nostra umanità, la nostra povertà, il nostro nulla, per donarci in cambio il potere di diventare figli di Dio. Togliete questa realtà e non resterà più niente. Per questo i modernisti odiano l’Incarnazione, perché li smaschera. Per questo è impressionante il messaggio della Madonna a Medjugorie ed ancora più impressionante il giorno scelto: 25 marzo 2015 (festa dell’Annunciazione):
“Voi figlioli, pregate e lottate contro le tentazioni e contro tutti i piani malvagi che satana vi offre tramite il modernismo. Siate forti nella preghiera e con la croce tra le mani pregate perché il male non vi usi e non vinca in voi”.
Dall’enciclica di San Pio X sono passati 108 anni e nel frattempo il modernismo ha “ottimamente” lavorato per distruggere la tradizione cattolica e per privatizzare la fede nella modernistica scelta religiosa. La battaglia culturale ed un pensiero forte sono avversati perché dicono che le idee dividono. In realtà, ciò che divide è la verità, è il bene, in ultima analisi è il Cristo stesso. Esprimere la ragionevolezza dell’esistenza del bene e della verità è un dovere di ogni cristiano: rinunciarvi significa, in ultima analisi, relativizzare Gesù Cristo: l’apostasia silenziosa non è dietro l’angolo, lo ha già svoltato!
Il vero scopo, non nascondiamoci, è spazzar via dalla faccia della terra la Santa Chiesa perché nemica dell’umanità. Non ci riusciranno, ma il prezzo da pagare sarà molto salato: “Come hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”. Teniamoci pronti. La valanga in atto la fermerà solamente Nostro Signore.
Cosa fare nel concreto della nostra vita? Viaggiare sulla superficie della terra che frana non solo non è sufficiente ma è irrazionale: bisogna ancorarsi alla roccia che è Cristo, abbracciando la sua Croce. Le file che subiranno il terrificante urto, smorzeranno l’energia della valanga con il sangue del loro glorioso martirio. La soluzione essenziale è tornare, noi per primi, ad essere ciò per cui siamo stati creati. Siamo stati creati da Dio per adorarlo ora e in eterno, tutto il resto è secondario. Da compiersi, ma è secondario. Quindi a cascata:
1. Santo Sacrificio e Adorazione eucaristica.
2. Preghiera e digiuno.
3. Giudizio morale, severo, rettilineo, costante, limpido e, in un certo senso, intransigente!
4. Testimonianza di vita cristiana.
5. Ultimo, ma non ultimo: amore misericordioso verso i nostri fratelli e le nostre sorelle.
Il punto 5 è importantissimo, perché porta a compimento tutti gli altri. Invece, partire o isolare il punto 5 è un vero e proprio inganno dell’immanentismo religioso modernista. Infatti, da soli dove andremmo a prendere l’amore del Padre? Forse dalla nostra subcoscienza?
Come e a chi potremmo rendere testimonianza? Pavoneggiandoci per renderla a noi stessi?