La foto di Aylan: per aprire gli occhi
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La foto di Aylan, il bambino morto annegato sulle coste turche mentre cercava con la sua famiglia di arrivare in Europa, bambino che scappava da Kobane e a cui il Canada aveva negato il visto (per poi concederlo a suo padre dopo la morte dei suoi due bimbi, rivelando tutta l’ipocrisia che ci attanaglia) ha scosso le coscienze di tutti.
E’ vero: questa è solo la foto di uno dei tantissimi morti di questi mesi, qualcuno forse vorrebbe strumentalizzarla, ma ci sembra che invece questa tragedia finalmente potrebbe aprire occhi e cuore alla tragedia siriana dimenticata. E’ vero che la maggior parte dei siriani passano dalla Grecia e sono spinti dai turchi ma che dire del fatto che è 4 anni che ce ne freghiamo che 4/5 milioni di profughi siriani sono lasciati in Libano e in Turchia? E noi invece ci lamentiamo di 100.000 profughi. Perché solo ora parlare di un lasciapassare veloce per i profughi siriani? Non si sapeva anche prima della loro condizione? L’Inghilterra e la Germania, ma l’Europa tutta, ora parlano di aprire corridoi umanitari e accogliere subito i profughi siriani, ma conoscendo la situazione perché lo hanno fatto con cosi tanto ritardo, e perché solo ora parlare di uniformare le pratiche di riconoscimento dello status di profugo? (per altro l’Italia oggi ci mette 2 anni mentre la Germania 2 mesi, ci chiediamo perché?)
Ma le situazioni di conflitto che generano profughi sono presenti anche in Nigeria, Mali e Eritrea, che fare con loro? Insomma è ora di smettere di disinteressarsi sia delle guerre che dei profughi…..non è solo problema loro è anche nostro e se la foto serve a farlo capire allora la morte del bambino non sarà una come tante.
Il Cardinale Scola ha rinnovato il suo invito ad accogliere i profughi e ha messo la Chiesa ambrosiana in prima linea, dalla Diocesi altre 6 strutture per l’accoglienza di 130 profughi. Questi posti si aggiungono ai 781 già messi a disposizione. Alla faccia dei Salvini di turno che continuano ad attaccare la Chiesa che secondo loro non fa nulla. Certo la Chiesa sostituisce, come sempre, le mancanze di uno Stato, quello italiano, che dopo anni di arrivi di profughi, li pensa ancora come emergenza e non ha strutturato l’accoglienza, che ha invece in molti casi appaltato in modo maldestro a malintenzionati che ne hanno fatto solo un business.
Il cardinale Scola ha detto: «Invito le parrocchie a ospitare. Per gestire l'accoglienza dei profughi e dei migranti sono imprescindibili la collaborazione e il dialogo con le Istituzioni civili. Domando però un passo in avanti sulle leggi e le regole che normano questa accoglienza, per rendere sempre più dignitosa e costruttiva la loro permanenza nelle nostre realtà. Perché i tempi per il rilascio dei documenti dovuti sono spesso così lunghi? Perché non si può permettere che i migranti ospiti, su base volontaria, possano partecipare con il loro lavoro alla esigenze della comunità?»