Condividi:

#D&G ovvero: Libertà di #pensiero unico

Fonte:
CulturaCattolica.it
Pronti a boicottare #D&G. Hanno osato dichiarare che la famiglia è quella con una madre e un padre. Qualcosa non torna, o no?
Lettera a Dolce e Gabbana da sei figli cresciuti da coppie gay: «Grazie per il vostro coraggio»

Qualcosa NON torna. Qualche mese fa in tutto il mondo la frase “Je suis Charlie” è stata usata come messaggio di solidarietà e di difesa della libertà d’espressione, dopo gli attentati alla sede del giornale satirico Charlie Hebdo. Certo, sono degli irriverenti, usano un linguaggio duro, le loro vignette offendono Cristiani, Ebrei e Musulmani, ma il diritto di dire come la pensi è sacro. Ora, tutti i “Je suis Charlie” sono pronti a boicottare #D&G perché Dolce & Gabbana hanno osato dichiarare che la famiglia è quella con una madre e un padre. Qualcosa non torna, o no?
Domenico Dolce e Stefano Gabbana, stilisti di moda, entrambi omosessuali dichiarati da anni. In un’intervista a Panorama, Domenico Dolce ha dichiarato: “Non l’abbiamo inventata mica noi la famiglia. L’ha resa icona la Sacra famiglia, ma non c’è religione, non c’è stato sociale che tenga: tu nasci e hai un padre e una madre. O almeno dovrebbe essere così, per questo non mi convincono quelli che io chiamo figli della chimica, i bambini sintetici. Uteri in affitto, semi scelti da un catalogo. E poi vai a spiegare a questi bambini chi è la madre. Procreare deve essere un atto d’amore, oggi neanche gli psichiatri sono pronti ad affrontare gli effetti di queste sperimentazioni», e poi ha aggiunto: “La vita ha un suo percorso naturale, ci sono cose che non vanno modificate. E una di queste è la famiglia”.
Apriti cielo! Si sono scatenate le star, la popstar britannica Elton John, dopo l'intervista dei due stilisti italiani lancia l'hashtag #boycottDolceGabbana. Sui social si scatenano le adesioni: dalla cantante Courtney Love, alla tennista Martina Navratilova ("Le mie magliette D&G finiranno nel bidone").
Libera espressione ma non per tutti. Ve lo ricordate Guido Barilla Presidente della multinazionale Barilla che nel 2013 durante un’intervista dichiarò "Non farei mai uno spot con una famiglia omosessuale. Non per mancanza di rispetto ma perché non la penso come loro, la nostra è una famiglia classica dove la donna ha un ruolo fondamentale". Fu costretto a scusarsi, a fare dietrofront a dire che era stato frainteso. Certo, ci sono interessi economici da difendere, ma anche il lavoro di molte famiglie. Dopo le polemiche a seguito di quell’intervista, la Barilla creò al suo interno un comitato per la diversità e l'inclusione e a guidarlo chiamò David Mixner, nominato da Newsweek "il gay più potente d’America".
Vedremo cosa faranno D&G, ma non è esagerato dire che non c’è libertà di pensiero, ma solo la “libertà” di pensarla come qualcuno vuole che la si pensi.

Vai a "Ultime news"