Il compromesso con il male non è possibile
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Abbiamo incominciato a valorizzare la pace quando l’abbiamo persa. Oggi sono molti quelli che si rattristano di aver perso una vita pacifica, sebbene non fosse stata perfetta. Ed io incomincio a comprendere maggiormente che la pace è un ideale irraggiungibile che non si può perdere perché non c’è mai stata in nessun luogo. In che pace noi siamo vissuti? Forse che una corruzione costante e l’ingiustizia ci assicureranno una vita pacifica? la nostra soglia dolorosa ha continuato a crescere e la differenza comunista soltanto nel fatto che oggi siamo giunti all’estrema forma di difesa, quella armata. Per questo mai come oggi è diventato importante il compito della chiesa di canalizzare l’energia della gente nell’alveo della chiesa, più precisamente in quei comuni valori sociali, come l’amore del prossimo, della patria, della giustizia, dell’altruismo e del perdono…
Dal primo giorno fino all’ultimo sparo della rivoluzione che ha interessato la capitale, i sacerdoti di tutte le confessioni espressero il loro servizio a Dio e a noi. Essi non furono indotti da nessuno, né richiamati da una lista. Non tutti avevano la veste sacerdotale. Ogni sacerdote venne ad aiutare la gente chiamati dal proprio cuore. Come oggi celebra nella zona del don Bass.
A Majdan noi abbiamo combattuto per i principi che garantiscono la libertà di coscienza e della moralità di ognuno, per i valori che ci uniscono. Tutti questi avvenimenti dimostrano che la società ha riveduto la propria situazione morale. E anche il clero deve riconoscere la propria responsabilità su ciò che questi valori rappresentano e professano. Soprattutto se noi parliamo di soldati che meritano il massimo rispetto e valore in quanto essi rivivono le tentazioni morali che soltanto la persona per principio può sostenere.
“Nella zona del don Bass due volte ho incontrato dei sacerdoti ortodossi-ucraini del patriarcato di Mosca che sono venuti come cappellani militari. Essi erano molto gentili e aperti alla comprensione, in favore dell’Ucraina. Sebbene dall’altra parte del fronte vi siano dei loro confratelli che sostengono i separatisti e in modo molto attivo…ma a Kiev, con grande rincrescimento, sempre di più dall’ospedale militare si esprimono lamentele nei confronti dei sacerdoti del patriarcato di Mosca che dicono ai soldati che le loro mutilazioni-la perdita di gambe o di mani-sono una punizione divina perché hanno combattuto contro un popolo fratello (!). E’ triste quando sacerdoti in modo cinico cercano di manipolare e ingannare le persone. Da me venne una donna che ha perso il marito in guerra, lui era un parrocchiano del monastero del patriarcato di Mosca a Kiev. Quando chiese al monastero che si pregasse per la pace di suo marito ottenne un rifiuto perché lui aveva combattuto contro il fratello russo…
Che dire “cercate di non credere ad ogni spirito” afferma la Bibbia. Nella storia della chiesa vi furono momenti quando i gerarchi tradirono il proprio gregge… ogni uomo ha la sua ragione ed egli può riconoscere quali siano i valori che egli accetta, come orientarsi alla vita, questo conduce all’affermazione del bene o al contrario a suscitare inimicizia e effusione di sangue. Questa ultima situazione avviene quando la religione si trasforma in ideologia.
I nostri soldati al fronte non sono stati accettati con piacere. Ricordiamo le parole di Cristo: “non c’è amore più grande di chi dà la vita per i suoi amici”. Così se qualcuno è al fronte è perché ama coloro che difende; chi rimane nelle retrovie è perché compia il suo dovere verso la patria, questa è un’azione buona.
“io spesso dico ai nostro soldati che compiono la volontà di Dio e sono strumenti nelle mani di Dio, afferma il prete cattolico-latino redattore della rivista “Credo” Nikolaij Mysovskij. Dio infatti ha comandato “non rubare” ma se un vicino viola questo precetto, gli altri hanno il diritto di impedire questo male.
Con padre Nikolaij ci siamo conosciuti Majdan dove lui venne all’inizio delle proteste contro il regime di Janukovic’. Poco tempo fa il padre è tornato dalla zona di prima linea ed ora svolge il servizio di cappellano militare.
D Padre Nikolaij che cosa ricorda in particolare di Majdan?
R Per principio non si può vincere il male con il male. Vorrei che questo pensiero raggiungesse tutti. Per questo fin dall’inizio abbiamo innalzato il manifesto: ”il male si vince con il bene”.
Non ci fu la tentazione di prendere in mano delle armi, se escludiamo alcuni sacchi di pietre. Il sacerdote però deve stare nella terza posizione del conflitto e deve pregare per tutti indipendentemente dalla visione politica. Se a confessarsi viene da me un separatista io non posso rifiutargli l’assoluzione, come pure il sacerdote non ha il diritto di diventare un soldato.
Sulla piazza di Majdan i cristiani costruirono una cappella interconfessionale per la preghiera comune. Era una costruzione normale con le icone ed altri oggetti per il servizio liturgico. Ognuno poteva entrare in essa e pregare e anche semplicemente per riscaldarsi. Il 20 febbraio 2014 esattamente in due ore i soldati filo-russi purificarono tutto il territorio, bruciarono la cappella e respinsero dal palcoscenico coloro che protestarono; asportarono l’immagine della Madre di Dio di Fatima. Inoltre dalla cappella fu salvato il calice che serviva alla celebrazione della Divina Liturgia e il Vangelo. Tutto il resto fu dato alle fiamme.
D Lei ha fermato la demolizione dei monumenti in onore di Lenin?
R No, io ho sostenuto attivamente la demolizione. Dobbiamo imparare dai polacchi i quali molto in fretta si sono liberati dalla simbologia comunista. Da loro non ci fu un compromesso con il male. Lenin è uno dei più forti simboli del satanismo. Dobbiamo ricordare che Lenin non era un nonnino che adescava i bambini con i confetti; ma era un carnefice che organizzava repressioni e fece morire di fame la gente negli anni 1920; fece fucilare 17.000 sacerdoti, fece abbattere le chiese e cose del genere. Penso che ogni ricordo del comunismo si debba eliminare dal volto del pianeta.
D esiste in Ucraina una guerra religiosa?
R questo è un tema inventato. In Ucraina non ci sono conflitti religiosi. Lo può confermare anche il Majdan dove nessuna confessione religiosa subì degli ostacoli.
Alla rivoluzione presero parte anche i credenti della chiesa ortodossa che dipenda da Mosca. Io ho pregato insieme al clero nella chiesa ortodossa ucraina di Mosca. Non posso dire che essi furono numerosi come il clero del patriarcato di Kiev o dei greco-cattolici, in ogni caso erano molti.
Naturalmente Mosca gioca la sua carta religiosa. Dal tempo della caduta del comunismo in Ucraina non ci furono problemi di intolleranza religiosa, da noi esistevano liberamente le varie confessioni: cristiani, ebrei, musulmani. Questo accordo vige anche oggi.
D “Il mondo russo ha qualche cosa di comune con il cristianesimo?”
R Si tratta di pura politica. E’ un tentativo di far rinascere l’impero russo o sovietico richiamandosi al fattore della lingua, della fede e della identità nazionale.
Mandando in missione gli apostoli Cristo non disse: “andate solo nei paesi slavi” ma Lui disse: “andate in tutto il mondo e predicate il vangelo”. Noi cristiani dobbiamo allontanare qualsiasi prevenzione, dobbiamo essere aperti. Mente la concezione del “mondo russo” si fonda su molti problemi nazionali; essa limita le persone.
D Esiste un assioma “l’arma russa ortodossa” nascono associazioni che richiamano le crociate.
R Paragonare l’armata “ortodossa-russa” con le crociate non va bene, le crociate avvennero in un altro contesto storico-culturale, nel medioevo. Allora fra la gente c’era questa idea di poter risolvere i problemi religiosi con la guerra, oggi questo non viene in mente come del resto l’esistenza della schiavitù ecc.
Tutte queste armate sono bande abituali che si ascrivono a motivi religiosi. E’ l’uomo che deve scegliere a chi e a che cosa vuole o non vuole credere.
Si tratta di un problema personale.
La libertà religiosa è fondamento della coesistenza pacifica di varie persone con diversi giudizi. Questo è il fondamento di una sana società. Ma nelle varie bande pseudo-religiose la comprensione della libertà religiosa non viene accettata. Come si dice: “il mondo russo in tutta la testa”.
D Dopo gli avvenimenti ultimi lei padre non desidera la pace ad ogni costo?
R il concetto di pace si può manipolare in mille modi. La pace è un valore, ma occorre vedere quali valori e quali passi la persona propone per la pace. Vuole veramente la pace oppure intende manipolarla affinché il suo nemico abbandoni il proprio territorio grazie alla pace che lui intende?
C’è un proverbio che dice: “se l’uomo accetta la non libertà per ottenere il pane, lui non otterrà né libertà né pane”. La pace non è un concetto assoluto. Certamente il cristianesimo porta con sé la pace perché quando l’uomo è lui stesso in accordo con sé stesso e con Dio questa è la pace. Ma questo non avviene di frequente… perché l’uomo è peccatore, insaziabile e quindi vuole avere più di ciò che è necessario. Questo uomo non sarà mai in pace finché vivrà debilitato dal peccato originale. La pace è un ideale, ma purtroppo irraggiungibile.
Una pace cattiva insieme ad una guerra buona per il cristiano non è possibile. Se il cristiano intende comportarsi secondo le proprie idee in favore di una pace fittizia allora incomincerà a permettere il peccato e ad accordarsi con il male. Noi abbiamo l’esempio di Gesù Cristo che pagò con la sua vita per non compromettersi con il male. Lui ci ha mostrato un valore più grande della vita e della salute fisica, il valore della salvezza della propria anima, ma non della vita.
In genere in tutta questa situazione con il Majdan e con la guerra in primo piano sono i valori in se stessi. Per una categoria di gente i valori più importanti sono la libertà, l’altruismo, il sacrificarsi. Per altri i “valori” sono quelli dello stomaco e dei soldi e così sono in contrasto fra loro.
Pacificarsi non significa in nome di un accordo e di una tranquillità assecondare la falsità, la manipolazione e la falsificazione dei fatti. Il compromesso con il male non è lecito. La verità consiste nel fatto che l’Ucraina è uno stato sovrano e noi la difendiamo.