Con la vittoria su Hitler la Russia si è liberata dal totalitarismo 21 gennaio 2015
Il protoierej Vsevolod C’apnin, Presidente del settore dei reciproci rapporti fra Chiesa e stato del Patriarcato di Mosca, intervenendo, durante una tavola rotonda del tribunale nazionale, disse che in occidente regna l’ideologia totalitaria, dalla quale la Russia si è liberata nella guerra contro il fascismo. “Le guerre sovietiche, le guerre di uno stato ateo, difesero la libertà della vera civilizzazione cristiana. Che cosa sarebbe successo se avesse vinto Hitler? Noi saremmo stati privati del nostro ruolo autonomo nella storia”. Così, secondo le parole di C’aplin. L’attuale occidente, secondo C’aplin, rappresenta “un totalitarismo ideologico mostruoso” dove esiste “un assoluto tabù sulla libertà d’espressione”. “La Russa non sarebbe mai più stata libera se avesse vinto Hitler, oppure se avessero preso il potere altri sostenitori del progetto occidentale globalizzante. Hitler fu uno dei tipici rappresentanti del progetto occidentale che, fra l’altro, ha sempre tentato di colpire, sottomettere e dividere la Russia, privarla della sua libertà”. Così annota C’aplin. Lui ha pure chiamata assurda l’affermazione che il cristiano non può fare la guerra. “Alcune persone si fondano sui lavori di teologi emigrati che hanno alterato la verità con la teologia occidentale e parlano come se il cristianesimo fosse pacifista. Che assurdo! Noi sappiamo bene che il Signore ha predicato di mostrare la guancia solo quando a colpire sono i nostri nemici personali” dichiara il sacerdote. Egli fa notare che nell’ortodossia sono egualmente significative le parole evangeliche di non opporsi ai nemici personali, quanto le parole di S. Filaret di Mosca, che sono diventate parte della sacra tradizione, le quali affermano che si devono amare i propri nemici personali, disprezzare i nemici di Cristo e annientare i nemici della Patria.
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CommentoL’esasperato patriottismo ha intaccato non soltanto una buona parte della popolazione, ma anche una parte considerevole della gerarchia ecclesiastica. Il primo danno e la prima falsità del patriottismo malsano è mettere la patria al primo posto dei valori, e la prima conseguenza malsana individuare il nemico in ogni paese che non sia il proprio.
La patria russa non è più una patria che combatte Dio, come un tempo, ma rimane una patria sovietica che ha rinnegato l’ateismo e l’ideologia marx-leninista, ma ha scelto l’ortodossia come ideologia alternativa e, nello stesso tempo ha ereditato il sovietismo come metodo di governo: la grandezza della patria prima di tutto e con tutti i mezzi.
La Chiesa ortodossa russa è giustamente lieta per la conversione dello stato sovietico, ma se cede alla tentazione di farsi, anche in parte, accettare la sovietizzazione non guadagna né in purezza e neppure in dignità. Non è tanto l’attacco all’occidente che ci rende perplessi e addolorati, quanto l’indebolimento di una grande tradizione che non faciliterà il cammino verso l’unità, anche se gli incontri ecumenici (o parate?) possono tranquillamente continuare.