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“Maria, ritornare all’Umanità perduta”

Autore:
Tarallo, Antonio
Fonte:
CulturaCattolica.it
Un amico ci suggerisce queste riflessioni.
Per «Il dialogo con l’Islam»

Maria, figura così “misteriosa” nell’intera Sacra Scrittura. Il mistero è mistero, ed è una delle fonti inesauribili per la “ricerca”, per il “cammino” di ogni cristiano. Infatti, se tutto fosse svelato, dove sarebbe, allora, l’atto di fiducia di ogni credente, in quel Credo che viene proclamato nella Messa?
Maria, piccola grande donna, in cui teologi, poeti, musicisti, pittori da secoli si sono avventurati. Si attinge a lei, come si attinge da una brocca d’acqua senza fondo. Sempre nuova, sempre rinnovata, sempre colma (oltre dalla “Grazia”, così come recita l’Ave) di mille sfumature: un po’ come quello sguardo ritratto dal Masaccio che da’ a chi lo vede lo spirito di voler approfondire il Tutto che è in quegl’occhi. Quante nuance, non solo nelle pennellate. Troviamo i colori dell’anima, in quello sguardo! E proprio perché Maria è così ricca nella sua poliedricità, nelle sue coerenti diversità (mi sia concesso l’ossimoro) forse potrebbe venirci in aiuto in un panorama politico-religioso così preoccupante che sta dilagando sempre più. Le immagini dell’attentato di Parigi, le immagini del bambino assoldato dall’Isis, i comunicati delle polizie europee in merito a possibili attentati nel mondo occidentale, e da poco anche le immagini degli ostaggi giapponesi ci offrono il metro per comprendere quanto la situazione stia sull’orlo del baratro. Perché parlare di Maria in tutto questo discorso che apparentemente con Maria poco ha che fare? Le vie che si potrebbero percorrere sono tante (parlavamo di sfumature), ma credo che sia opportuno partire da una molto semplice (che in maniera provocatoria avrebbe poco dello spirituale): andiamo alla Storia. Ecco. In sincerità, senza “maschere” e orpelli vari, sappiamo bene che alcune religioni “implicate” in tutte queste vicissitudini hanno ben radicate in loro convinzioni che, troppo radicate nella loro cultura, sarebbe difficile smuovere. E allora, come cominciare a smuovere la situazione, come poter far riflettere sulla inutilità e insensatezza di questi atti così barbari? Da cattolici, e quindi da persone che vivono la propria Fede nella libertà e che credono in questa fermamente (non certo abbiamo bisogno di fare campagna acquisti!) avremmo l’obbligo di far riflettere i nostri fratelli mussulmani su quanto possa creare un ponte vero e concreto di dialogo profondo questa mirabile donna. La sola sua esistenza nelle Scritture di ogni religione è indice della sua importanza e rivelatrice presenza nella Storia. Apriamo il Corano, Sura XIX, l’annuncio. E’ lo Spirito che parla: “Non sono altro che un messaggero del tuo Signore, per darti un figlio puro”. E lei, “Come potrei avere un figlio, ché mai un uomo mi ha toccata e non sono certo una libertina?”. Questa la risposta: “È così. Il tuo Signore ha detto: “Ciò è facile per Me... Faremo di lui un segno per le genti e una misericordia da parte Nostra. È cosa stabilita””. Ora, in merito a questo figlio (il “Figlio” per noi cattolici) sappiamo bene come le strade siano divise, ma il punto è questo: la “partecipazione” di Maria nel nostro Credo al cammino della Salvezza, in quello islamico al dare al Mondo uno dei Profeti. Basterebbe, forse, guardare a questo nodo (così lo definirei) per provare a intessere un dialogo in cui la parola d’ordine potrebbe essere proprio. “fratelli”. Abbiamo visto che purtroppo, fino adesso, “fratelli di un unico Dio” non ha fornito proprio i risultati sperati.
Allora, perché non partire da una figura così pienamente umana come quella di Maria? In fondo, se il “discorso” su Gesù inevitabilmente crea divisione (con chi non crede, come poter dialogare su un Mistero dove la Trinità si fonda, e qui ritorniamo al Credo!), se su Dio abbiamo ormai compreso che il nome è così importante per gli islamici (ironicamente mi viene in mente la battuta shakesperiana “Cos’è poi, in fondo, un nome?”), allora eccoci venire in aiuto l’Umanità stessa. Maria, questa donna che per mezzo dello Spirito si eleva al Cielo. E’ questo il ponte che dobbiamo costruire, sui cui è possibile lavorare. La via è già davanti a noi. Ed è bello pensare che questa è così terrena e così spirituale, allo stesso tempo. In fondo, a parte ogni credo religioso, cosa colpisce di più di tutte queste fiamme che vediamo intorno? La disumanità! Il non credere al valore di ogni persona. E non è proprio in Maria (nelle Scritture – parlo del Corano e del Nuovo Testamento - descritta trasversalmente) che troviamo questo infinito dialogo tra l’Uomo e Dio. Troviamo una Umanità concreta. L’Uomo toccato da Dio, ad uno ad uno.
Nota a margine? Nel Corano è l’unica donna ad essere citata con nome proprio.
Da far riflettere. Molto.

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