Inerme Charlie Hebdo
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Poniamo che i terroristi islamici che hanno massacrato Charlie Hebdo siano catturati e poi processati:
sappiamo che il processo penale predispone il diritto alla difesa, in questo caso quella di martiri di Allah e disposti anche al martirio suicidale, dunque che succederebbe?
E’ facile prevedere che la loro difesa sarà offesa, apologia dell’atto, e che i media di tutto il mondo ne daranno ampia pubblicità.
L’apologia farà proseliti come già accade, prima dell’esercizio della violenza ma con disponibilità successiva a esercitarla, come già accade:
ci accorgeremo che siamo noi a essere senza difesa.
E allora?, faremo ancora la satira dell’Islam sapendo che la prossima volta toccherà a noi? [1];
continueremo a distinguere tra musulmani buoni e cattivi?, oppure con il Generale Sherman concluderemo che il solo musulmano buono è il musulmano morto?:
senonché gli indiani erano pochi, mentre i musulmani sono uno sfracello, colti e bene armati;
inoltre il musulmano cattivo lo scopriamo solo il giorno dopo, fino al giorno prima era buono.
E’ il nostro pensiero (prima ancora del pensiero sull’Islam) a non essere in regola in nulla.
Sulla distinzione buoni/cattivi osservo solo che vale per il musulmano ciò che Mao Tse-Dong diceva del rivoluzionario:
esso nuota come il pesce nel fiume del popolo (qui il popolo musulmano, anche se “moderato”).
L’ideologia ecumenica, l’illusione del “dialogo”, nel suo essere religiosa non ha mai funzionato, né ha alcuna chance di funzionare, solo i cristiani ci cascano, non certo gli ebrei o i musulmani:
si riprenda invece dalla oikoumène, dalla realtà come la terra, la terra abitata e abitata male (vedi giovedì 8 gennaio, La terra abitata (male), oikouméne).
La Civiltà occidentale moderna si è costruita anche sulla critica della religione cristiana (Illuminismo, Feuerbach, Freud):
ebbene, non c’è stata e non c’è critica della religione islamica:
nulla a che vedere con la satira più o meno blasfema sul Profeta e il Corano, la critica è logica, concettuale, e convive con la tolleranza:
il terrorismo islamico vive di religione pura, e lo dicono anche i terroristi, la sua è guerra e guerra di religione.
Inerme Charlie Hebdo, inermi.
[1] Charlie Hebdo ha sbagliato nel pensiero a credere che la satira fosse un approccio adeguato all’Islam.