Se con l’IRC raggiungiamo il 90% dei giovani…
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:

Lo sappiamo bene: l’ora di religione nella scuola non è catechismo! E i docenti di religione non sono dei propagandisti del cristianesimo. Cultura religiosa, approfondimento dei fattori del cattolicesimo per comprendere la realtà nella quale siamo immersi: storia, cultura e geografie.
Abbiamo un quotidiano di ispirazione cattolica, Avvenire, che dovrebbe aiutare i cattolici a comprendere la realtà.
Fino a poco tempo fa Famiglia Cristiana era presente in quasi tutte le parrocchie d’Italia (lo so bene io che, in accordo con il mio parroco, ho smesso di distribuirla in chiesa dopo che vi era stata pubblicata con rilievo la lettera dei 63 teologi che prendevano le distanze dalla dottrina morale della Chiesa – e per questo siamo stati rimproverati dalla stessa Curia di Milano).
Abbiamo una televisione, TV2000, che trasmette giorno e notte su tematiche cattoliche.
Beh, di strumenti ne abbiamo molti. E poi le Parrocchie raggiungono la quasi totalità degli italiani (per non ricordare che gli avvalentisi dell’ora di religione in Italia sono circa il 90%).
E allora perché questi dati impressionanti riportati da La Repubblica?
E cito solo quello che riguarda il nostro Paese:
«Per quanto riguarda i dati disaggregati che riguardano solo il territorio italiano, alla domanda “come giudica il lavoro che sta facendo Papa Francesco?”, il 74% risponde “eccellente”, e il 25% “buono”, mentre solo l’1% replica “mediocre”, e lo 0% “male”. Sul tema del divorzio, al quesito se si è d’accordo o meno con la politica della Chiesa secondo cui “una persona che ha divorziato e si è risposata vive nel peccato e non può ricevere la comunione”, il disaccordo raggiunge il 79%, e solo il 16 si dice d’accordo. Sul fatto poi se i preti possano sposarsi il 57% degli italiani risponde sì, e il 38 no. E sulle donne sacerdote la replica è a favore con il 59%, con un 35% di contrari. Aborto: il 15% afferma che la necessità dell’intervento dovrebbe essere permessa in tutti i casi, il 68% in casi particolari dove ad esempio la vita della madre sia in pericolo, e solo il 13% risponde negativamente. Per i contraccettivi, la stragrande maggioranza è favorevole: 84%, con solo il 12% contrario. Sul matrimonio fra omosessuali, il 30% lo sostiene, mentre il 66% vi si oppone. Gli italiani intervistati nel sondaggio vanno in maggioranza a messa di frequente (il 65%, ogni settimana o almeno un paio di volte al mese). Chi va in chiesa solo a Natale o quasi è invece il 34%.» |
Credo che tutti dobbiamo riflettere, interrogarci, senza facili scorciatoie. O facili atti di accusa.
Però non possiamo negare che la ragione della crisi non è solo nella virulenza dell’attacco del mondo. L’esempio recentissimo della vicenda dell’UNAR (che ha imposto in tutta Italia dei testi inneggianti alla dissoluzione della identità maschile e femminile, imponendo un indottrinamento omosessualista agli studenti di ogni ordine e grado fin dalla tenera età) dovrebbe darci qualche spunto. I responsabili del ministero si sono detti all’oscuro di tutto.
Da mesi cerchiamo di informare su ciò che sta accadendo sopra le nostre teste di persone, di cittadini, di cattolici, ma tutto cade nel vuoto (e non per colpa dei soliti «laicisti», ma per l’indifferenza beota di troppi cattolici). Abbiamo sentito elogiare una legge che sdogana l’incesto in Italia come una buona legge (e non l’hanno detto i nemici della Chiesa, ma illustri prelati). Ad un convegno per tutti (dico TUTTI) i responsabili dell’IRC, ha tenuto una lezione un cattolico che ha contraddetto la dottrina cattolica così come insegnata dal Magistero del Pontefice (si trattava in quel momento di Benedetto XVI). E di esempi ne potremmo trovare a migliaia.
Allora? Ripartiamo dalla fede, dal Catechismo, da un insegnamento della religione nella scuola che non sia solo preoccupato di spiegare le «altre religioni» ma che ci faccia capire la profonda ragionevolezza del Cristianesimo. Diamo spazio, voce e responsabilità a chi ha a cuore la fede, lasciando da parte carrieristi e mondani (ricordiamo la bella lezione di Papa Francesco sulla «mondanità spirituale»). Ma soprattutto non lasciamoci irretire da coloro che vogliono darci della Chiesa e del Papa una immagine a loro uso e consumo. Così, mentre ci hanno costretti a pensare al grande e mite e santo Benedetto XVI come il «pastore tedesco», non lasciamo che i vari Scalfari possano mettere sulla bocca di Papa Francesco parole che non ha detto, ma che per quel «giornalista» gli farebbe bene ascoltare.
È sempre l’ignavia dei buoni che dona spazio ai nemici della Chiesa. E, se il sale perde il suo sapore, può solo essere calpestato dagli uomini, anche se per un po’ di tempo gli sembra di essere preso in considerazione.