I delitti del BarLume
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L’altra sera stavo guardando su Sky “I delitti del BarLume”, la fiction tratta dai libri di Marco Malvaldi con protagonista il proprietario di un bar ed i suoi anziani ma arzilli clienti, alle prese con due casi su cui indagare.
Tra battute in toscano e indagini senza scene cruente, contavo di rilassarmi, ma non si può mai star tranquilli.
A certo punto una donna in coma veniva ‘aiutata a morire’ dal fratello.
I vecchietti si insospettiscono, e se qualcuno l'avesse uccisa per prendersi l'eredità? La polizia indaga.
Il fratello della defunta è un sacerdote e dopo il funerale della sorella scompare.
Lo rintracciano, ha lasciato l’abito talare, è stato lui a praticare l'eutanasia (mai nominata nel film, s'intende) poi, si è ritirato in missione in un paese povero dell’Africa, con i soldi dell’eredità sta facendo del bene.
Il caso è risolto.
Il colpevole graziato dalla giustizia umana: “Nella religione come nella vita ci sono troppe contraddizioni e a volte per fare il bene bisogna fare il male. Lei metterebbe in prigione una persona che ha fatto la cosa giusta?” “Certo che no”
Ecco servito, tra una battuta e l’altra il vangelo del giorno d’oggi. Dove sono gli uomini a decidere quale vita è degna d’essere vissuta, dove far del male per una - buona causa – è perdonato, fate attenzione, perché se nella religione ci son troppe contraddizioni, io son certa che gli uomini nel mettere a posto le cose che Dio secondo loro ha lasciato in disordine faranno solo danni. Poi ci chiediamo come mai il mondo va a rotoli, non sarà che ci siamo messi in testa di far meglio di Domine Dio e i risultati si vedono?