Papa Francesco: la famiglia è il motore del mondo e della storia
- Autore:
- Curatore:
- Fonte:
Il 26 e 27 ottobre 2013, in occasione dell' Anno della fede, si è svolto il Pellegrinaggio delle famiglie a Roma, preceduto dall’incontro di Papa Francesco con l’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Durante questo incontro il Papa ha ricordato che “la famiglia è il luogo dove si impara ad amare, il centro naturale della vita umana. E’ fatta di volti, di persone che amano, dialogano, si sacrificano per gli altri e difendono la vita, soprattutto quella più fragile, più debole. Si potrebbe dire, senza esagerare, che la famiglia è il motore del mondo e della storia. Ciascuno di noi costruisce la propria personalità in famiglia, crescendo con la mamma e il papà, i fratelli e le sorelle, respirando il calore della casa. La famiglia è il luogo dove riceviamo il nome, è il luogo degli affetti, lo spazio dell’intimità, dove si apprende l’arte del dialogo e della comunicazione interpersonale”. Un dato questo, della valenza della famiglia, evidenziato dalle statistiche che mostrano oltre al suo valore sociale e educativo, anche il suo valore dal punto di vista economico: proprio per questo sostenere la famiglia e la sua stabilità dovrebbe essere fatto anche se non si credesse nel valore dell’indissolubilità della famiglia.
Nei discorsi della veglia e dell’omelia della messa in San Pietro, Papa Francesco ha paragonato la famiglia a due grandi personaggi della Storia della Salvezza: Abramo e San Paolo.
Per entrambi il Papa ricorda che si sono affidati a Dio e hanno affrontato sfide e incertezze, partendo e testimoniando la fede in luoghi nuovi, hanno rischiato e così Papa Francesco invita i giovani a rischiare una scelta definitiva e senza calcoli: “Nel matrimonio ci si dona completamente senza calcoli né riserve, condividendo tutto, doni e rinunce, confidando nella Provvidenza di Dio. È un’esperienza di fede in Dio e di fiducia reciproca, di libertà profonda, di santità, perché la santità suppone il donarsi con fedeltà e sacrificio ogni giorno della vita!“
“L’Apostolo delle Genti è l’esempio di un cristiano delle origini che “senza paura” ha portato il messaggio di Cristo in “territori ostili”: così come Paolo aveva ricevuto la fede, la volle donare e lo fece “spingendosi nelle periferie, senza arroccarsi su posizioni difensive”.
Prendendo esempio da San Paolo il Papa invita le famiglie a essere missionarie, “le famiglie cristiane di oggi non devono tenere la fede per sé come fosse un “bene privato” o un “conto in banca” ma “condividerla con la testimonianza, con l’accoglienza, con l’apertura agli altri”.
Il papa ricorda che “chi si sposa nel Sacramento dice: «Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita». Gli sposi in quel momento non sanno cosa accadrà, non sanno quali gioie e quali dolori li attendono. Partono, come Abramo, si mettono in cammino insieme. E questo è il matrimonio! Partire e camminare insieme, mano nella mano, affidandosi alla grande mano del Signore. Mano nella mano, sempre e per tutta la vita! E non fare caso a questa cultura del provvisorio, che ci taglia la vita a pezzi!” Questo tema sicuramente dovrebbe far riflettere chi decide per la convivenza, una scelta caratterizzata forse dalla paura di non essere all’altezza di una promessa per sempre, forse anche dalla tentazione di dire: prima devo provare, ma che si scontra con la realtà, visto non potremo mai vivere qualcosa nell’attesa di aver prima sperimentato e provato le eventuali condizioni di difficoltà: non siamo in grado né ne prevederle né di sapere come le vivremo. Bisogna allora affidarsi a una Amore più grande che è quello di Dio che ci aiuterà ad affrontarle, e anche alla fiducia dell’amore reciproco.
Certo il Papa non elude le difficoltà che oggi accompagnano le famiglie, ma ricorda che “quello che pesa di più di tutte queste cose è la mancanza di amore. Pesa non ricevere un sorriso, non essere accolti. Senza amore la fatica diventa più pesante, intollerabile.”
Il Papa ricorda poi “che per portare avanti una famiglia è necessario usare tre parole. Voglio ripeterlo. Tre parole: permesso, grazie, scusa. Tre parole chiave!”
La forza del matrimonio cristiano è la preghiera: “Ogni membro della famiglia, poi, deve pregare per gli altri: “il marito per la moglie, la moglie per il marito, ambedue per i figli, i figli per i genitori, per i nonni”, ha aggiunto il Santo Padre. “Con la fiducia nella fedeltà di Dio si affronta tutto, senza paura, con responsabilità. Gli sposi cristiani non sono ingenui, conoscono i problemi e i pericoli della vita. Ma non hanno paura di assumersi la loro responsabilità, davanti a Dio e alla società. Senza scappare, senza isolarsi, senza rinunciare alla missione di formare una famiglia e di mettere al mondo dei figli”. Ricorda il Papa che “i cristiani si sposano nel Sacramento perché sono consapevoli di averne bisogno! Ne hanno bisogno per essere uniti tra loro e per compiere la missione di genitori”.
Una maggior consapevolezza della forza e del significato del sacramento certamente aiuterebbe a comprendere meglio il valore di una scelta definitiva, che supera i nostri limiti e paure e favorirebbe forse una preparazione migliore alla scelta del matrimonio, inevitabilmente indebolita dall’idea che se va male si può comunque interrompere. Un’idea che slegata da ogni tipo di vincolo e responsabilità spinge oggi molti giovani a scegliere per la convivenza.