Venezia: la consigliera Seibezzi "abolisce madre e padre"
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Camilla Seibezzi, consigliera con delega ai diritti civili del comune di Venezia ha proposto di sostituire dalla modulistica per l'iscrizione dei bambini alla scuola materna, le parole madre e padre con le più moderne e neutre genitore1 e genitore2.
Il Ministro Cécile Kyenge la sostiene, anzi rincara la dose dicendo che padre e madre sono termini in disuso “obsoleti” e si dice certa che la proposta della Seibezzi rafforzi le pari opportunità.
Ci sono stati episodi di intolleranza nei confronti del ministro e minacce di morte per la consigliera veneta.
Il problema vero non è chi fa la proposta, ma cosa viene proposto.
Non è chi vuole cancellare le parole PADRE e MADRE, ma il fatto che si sia arrivati a pensare a queste parole come a un inciampo sulla via della libertà.
Quindi il problema vero è capire cos’è la libertà, se educhi alla libertà la cancellazione di un’evidenza, che tutti hanno un padre e una madre, o se invece l’educazione al rispetto, alle differenze, all'accoglienza, abbia bisogno proprio di un padre e di una madre.
Del resto, madre e padre dicono la nostra storia, le nostre radici.
Chi non sa chi è suo padre o non ha conosciuto sua madre, vive una mancanza, una privazione, e cancellare quelle parole non lo aiuterà a colmare il vuoto. Le coppie omosessuali faranno del loro meglio per dare ai figli tutto l’amore e il sostegno perché siano sereni, ma non si può cancellare dalla faccia della terra l’evidenza, ci sono ancora delle “strane unioni familiari" un uomo che fa il padre, una donna che fa la madre e sono una famiglia.
Il fatto che si continui a demolire la famiglia con attacchi o disattenzioni colpevoli, il fatto che si demolisca la figura del padre e della madre a partire dai moduli burocratici, dice di un vuoto prima di tutto di educazione e di libertà e non, come ci vogliono far credere di una fuga verso la libertà.
Il fatto che il Ministro Kyenge sia insultato o che la consigliera Seibezzi sia minacciata, non prova la bontà delle proposte, ma solo che il genitore1 dei cretini è sempre incinta, o genitore2? Insomma, che la stupidità abbonda e come sempre è controproducente, non aiuta il confronto ma riduce ogni cosa ad una guerra.
La modernizzazione del Paese passa attraverso l’educazione, la conoscenza della storia e della tradizione di un paese, le pari opportunità, l’integrazione, la convivenza civile, passa solo attraverso l’educazione dei giovani, non attraverso l’abolizione della realtà.
Camilla Seibezzi, va avanti per la sua strada: “Cambiare un termine è un modo per cambiare il modo di vedere il mondo, e questo è uno dei punti qualificanti del mio mandato” ha dichiarato.
Non credo che migliori la vita di un cieco, chiamarlo - non vedente - quello che migliora la sua vita è che chi vive con lui, chi lavora con lui, chi lo incontra in ascensore, sia educato all'accoglienza, alla condivisione, alla certezza che la diversità è un valore e che un cieco può insegnarti a vedere con il cuore.