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La dura vita di Cl sotto Francesco (?)

Fonte:
CulturaCattolica.it

Stavo per andare a riposare dopo una giornata bella e faticosa, quando un amico mi ha mandato il link a questo articolo di Marco Politi, sul Fatto Quotidiano. «La dura vita di Cl sotto Francesco»: Fatto, misfatto e contraffatto, è un articolo che trasuda presunzione, superficialità e incapacità a cogliere la realtà. Non so se Politi sia stato al Meeting di quest’anno, certo non ha partecipato agli incontri, alle mostre, alla vita dei tanti che lo hanno frequentato (e neppure i tanti volontari che lo hanno reso esperienza possibile).
Amo Papa Francesco, e non la macchietta che il mondo giornalistico ne vuol fare. Ascolto i suoi messaggi, e non mi ritrovo nello stereotipo che i giornali radical-chic ci comunicano. Ho letto il messaggio che proprio il Papa ha mandato al Meeting, e non ritrovo le banalità dell’opinionista del Fatto Quotidiano.
Sono tra coloro che hanno promosso la raccolta delle firme contro la legge sulla omofobia. Ho partecipato tra i promotori della conferenza stampa in cui un parlamentare ci ha detto «siete stati come le oche del Campidoglio. Col chiasso che avete fatto avete impedito che tale legge liberticida venisse approvata nel silenzio generale» e aggiungo, quel silenzio che giornalisti come Politi forse si auspicherebbero, per pontificare a modo loro. E sono appassionato a quanto dice la Chiesa (e non qualche oscuro portaborse, e nemmeno saccente giornalista…) a proposito delle leggi sul problema della omosessualità. Riporto alcune parole per rinfrescare la mente ai vari Politi (e anche ai politi-ci nostrani): «13. Includere la “tendenza omosessuale” fra le considerazioni sulla base delle quali è illegale discriminare può facilmente portare a ritenere l’omosessualità quale fonte positiva di diritti umani, ad esempio, in riferimento alla cosiddetta “affirmative action” o trattamento preferenziale nelle pratiche di assunzione. Ciò è tanto più deleterio dal momento che non vi è un diritto all’omosessualità, che pertanto non dovrebbe costituire la base per rivendicazioni giudiziali. Il passaggio dal riconoscimento dell’omosessualità come fattore in base al quale è illegale discriminare può portare facilmente, se non automaticamente, alla protezione legislativa e alla promozione dell’omosessualità. L’omosessualità di una persona sarebbe invocata in opposizione a una asserita discriminazione e così l’esercizio dei diritti sarebbe difeso precisamente attraverso l’affermazione della condizione omosessuale invece che nei termini di una violazione di diritti umani fondamentali. 14. La “tendenza sessuale” di una persona non è paragonabile alla razza, al sesso, all’età, ecc.». Lo dice un documento della Congregazione per la Dottrina della Fede, e Papa Francesco, nell’intervista citata da Politi afferma testualmente, rispondendo alla domanda «Lei non ha parlato sull’aborto, sul matrimonio tra persone dello stesso sesso. In Brasile è stata approvata una legge che amplia il diritto all’aborto e ha permesso il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Perché non ha parlato su questo?»: «La Chiesa si è già espressa perfettamente su questo. Non era necessario tornarci, come non ho parlato neppure della frode, della menzogna o di altre cose sulle quali la Chiesa ha una dottrina chiara!» E, difronte all’incalzare della intervistatrice «Qual è la posizione di Vostra Santità, ce ne può parlare?» così chiaramente risponde: «Quella della Chiesa. Sono figlio della Chiesa!».
Allora, basta con questo tentativo di modellarsi un papa a proprio piacimento, senza ascoltare e seguire quello che il Papa veramente è e dice!

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