Meeting, tra gay e Berlusconi Cl è sempre più divisa (sic!)
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Ci troviamo di fronte a maestri nel costruire notizie capaci solo di alimentare il clima di odio, di cui poi accusare gli altri.
Anche in questi giorni abbiamo assistito al solito triste spettacolo di disinformatija di cui Repubblica e il Fatto quotidiano sono gli indiscussi maestri. Così l'iniziativa di alcune realtà - certo presenti al Meeting di Rimini, ma in autonoma responsabilità - per contrastare la legge liberticida contro l'omofobia è diventata la «campagna, intollerante, del popolo ciellino».
E poi gli altri giornali, giù a dare manforte. Così un articolo in cui si mistifica la realtà diventa pretesto per accuse e illazioni su CL e sulle sue divisioni, prendendo le legittime differenze come testimoni di un irreversibile dissidio tra le diverse anime del movimento fondato da don Giussani.
Appare evidente la logica di questi mass-media, che non sembra essere l'informazione, ma l'uso e la creazione di notizie a beneficio di una parte ”politica” contro un'altra.
Noi non ci stiamo a questa logica e denunciamo l'intolleranza di chi vuole solo gettare fango sulle posizioni diverse dalle proprie, alimentando fanatismo e violenza (e poi - non finiremo mai di farlo notare - accusando gli altri di intolleranza e violenza).
Rivendichiamo il diritto di tenere insieme il rispetto per le persone omosessuali e il giudizio morale sul loro comportamento. E soprattutto il diritto di giudicare la realtà e di collaborare perché le leggi rispettino il bene comune. Certo, siamo in democrazia e vale la regola dei numeri e delle maggioranze. Ma non vale il linciaggio morale e falsificatore per chi esprime posizioni personali, frutto di ragioni e di esperienza. E non vale che i responsabili di associazioni omosessuali lancino fango e sterco - con assoluta impunità - contro quei cattolici responsabili di un giudizio da loro non condiviso. Questo fa pensare che, se ora che non c'è la legge contro l'omofobia si assiste a tanta intolleranza da parte di questi «omosessuali», chissà che cosa accadrebbe se tale legge illiberale venisse approvata! Del resto la clausola - per ora accantonata - della «rieducazione» presso le organizzazioni LGBT mostra la natura totalitaria (alla Pol Pot) dei promotori della legge e dei loro scherani [Uomo violento al servizio di un potente] mass-mediatici.